Voci e canzoni in grado di scuotere governi, coscienze e convenzioni: "She's a woman. Storie di coraggio, orgoglio, amore e (dis)onore di 33 regine della musica" di Ezio Guaitamacchi

she's a woman 33 regine della musica Guaitamacchi
She's a woman. 
Storie di coraggio, orgoglio, amore e (dis)onore di 33 regine della musica
di Ezio Guaitamacchi
Rizzoli, marzo 2024

pp. 228
€ 35,00 (cartaceo)
 
Artiste talmente brave, carismatiche e influenti da aver cambiato la storia stessa della musica. E non soltanto perché spesso hanno oscurato il talento dei loro colleghi maschi; piuttosto, per essere state capaci di tracciare nuove traiettorie stilistiche e aver avuto l'abilità di sviluppare un approccio originale in grado di esprimere, tra ritmi e melodie, i mille risvolti della femminilità. (p. 11)

Così Ezio Guaitamacchi introduce She's a woman. Storie di coraggio, orgoglio, amore e (dis)onore di 33 regine della musica. L'autore, giornalista e critico musicale che per dieci anni è stato direttore artistico di Just like a Woman, festival internazionale di artiste, racconta le vite di 33 cantanti: il numero è emblematico, riferito ai 33 giri. La selezione che è stata operata, sempre dall'introduzione dell'autore, non è dovuta necessariamente alla bravura, ma dall'importanza di queste figure "in termini di coraggio ed emancipazione, impegno sociopolitico, orgoglio culturale." Con un ordine di presentazione non lineare in senso cronologico, saltando quindi dagli anni Venti al primo decennio del nuovo millennio per poi tornare agli anni Settanta, il volume si divide in cinque sezioni, tutte da titoli emblematici: respect, storie di coraggio ed emancipazione; people have the power, storie di impegno politico; piece of my heart, relazioni e amore; I will survive, per non tacere le violenze e i soprusi; gracias a la vida, cantanti rappresentative dell'orgoglio culturale di un popolo. Per ogni cantante sono presentati dei qrcode per ascoltare alcune delle canzoni più significative della loro produzione.

Nella sezione respect trovano posto figure come Patti Smith, la sacerdotessa del punk rock, che ha sfidato convenzioni sociali e religiose, e Sarah McLachlan che, in un mondo musicale ancora dominato da figure maschili, ha proposto e portato avanti il Lilith Fair. Rilevando che nelle radio americane non passavano mai due brani di voci femminili in sequenza o che non c'erano mai due artiste sullo stesso palco, McLachlan promuove la rivoluzionaria idea di un tour di sole cantautrici che vede a bordo, per la prima edizione del 1997, circa una cinquantina di artiste.

In people have the power le voci musicali diventano uno strumento di dissenso politico. Non si può non ricordare Billie Holiday che con la sua Bitter fruit cantava contro le violenze sulla popolazione afroamericana, vessata e perseguitata dal KKK. Viene raccontato il fenomeno delle Dixie Chicks che con Goodbye Earl cantavano contro gli abusi e le violenze domestiche. Le tre cantanti texane, ora note come The Chicks, si erano schierate nettamente contro il presidente Bush dichiarando di vergognarsi di essere nate nel suo stesso stato: per queste affermazioni, il gruppo ha subito un'ondata di odio da parte del popolo americano che, nel più gentile dei casi, le definiva "gli angeli di Saddam".

Se piece of my heart non può non chiamare in causa Yoko Ono, una delle figure più odiate del mondo musicale, ritenuta responsabile dello scioglimento dei Beatles, né si può prescindere da Édith Piaf che con il suo amore con Marcel Cerdan ha dato voce alla Vie en rose, nella sezione I will survive si raccontano storie di abusi e violenze che alcune grandi artiste hanno subito. Si esplora sia il tema della violenza nell'ambito musicale, come avvenuto per Lady Gaga, costretta a un rapporto sessuale con un produttore musicale perché lui ascoltasse le sue canzoni, ma anche quello della violenza domestica, come nel caso di Tina Turner e il marito Ike Turner. 

Gracias a la vida offre uno sguardo su cantanti fuori dal circuito anglo americano, con le figure di Miriam Makeba, cantante sudafricana contro l'apartheid, o Mercedes Sosa, argentina contro la dittatura di Jorge Rafael Videla.

Con l'eccezione della prefazione, scritta da Gianna Nannini, tra le 33 regine della musica non figura nessuna voce italiana. Non per mancanza di figure di rilievo, ma per una preferenza dell'autore che si definisce esterofilo in fatto di gusti musicali. Tutte le figure raccontate sono frutto di contatto diretto da parte di Guaitamacchi che le ha incontrate o intervistate nel corso della sua carriera: un lavoro quindi che è il frutto di anni di ricerca. Non ci sono parti troppo tecniche rispetto alla composizione musicale: si sottolinea quanto la musica possa essere potente veicolo di messaggi capaci di infastidire governi e scuotere coscienze sia quando si parla di situazioni internazionali, sia per evidenziare i problemi sistemici che affliggono la società.
Potrebbe sorgere, con un pizzico di polemica, la riflessione sul fatto che, ancora una volta, è un autore maschio a dover spiegare e raccontare il mondo femminile. Con l'eccezione di alcune espressioni come, per esempio, "Non esiste re senza regina. E spesso è proprio lei il personaggio più importante", o la scelta di raccontare più gli aspetti sentimentali di alcune artiste anziché lasciare spazio al processo e messaggio artistico, come nel caso dell'inizio della storia dedicata a Bessie Smith, il volume è divulgativo ed equilibrato. 

She's a woman offre una conoscenza approfondita di artiste che, magari, già pensavamo di conoscere, e svela figure che erano fuori dalle nostre playlist, ma che dopo l'ascolto delle canzoni presenti nel volume non ne usciranno mai più.

Giulia Pretta