Noi vogliamo tutto. Ed è con rabbia circondata da silenzio che, questo tutto, arriveremo a prendercelo. Perché dove c’è indifferenza, la democrazia muore. (p. 11)
Flavia Carlini è divenuta famosa sui social come Instagram e TikTok, dove affronta temi importanti in merito a diritti umani, politica e società. Si concentra perlopiù su argomenti quali la (dis)parità di genere, l’immigrazione, le disuguaglianze sociali, il mondo del lavoro soprattutto legato ai giovani e la sanità pubblica. Ultimamente, dopo gli eventi del 7 ottobre, si è schierata a favore del popolo palestinese.
Il suo
esordio in ambito editoriale era quasi inevitabile, sia considerando l’elevato
numero di follower sia tenendo presente la sua voce – forte e riconoscibile – e
ciò che ha da dire. Nella prefazione al libro l’autrice esprime una vera e
propria dichiarazione d’intenti: noi vogliamo tutto, afferma, perché molto (se
non tutto) ci sta venendo portato via davanti ai nostri occhi. Si parla appunto
di diritti umani, i quali, dati per acquisiti, vengono fin troppo spesso
considerati come assiomi senza considerare quanto sia facile compiere dei passi
indietro.
Nel suo
libro, che è a metà fra un saggio e un memoir, Flavia Carlini racconta diversi
episodi della propria vita, sfruttando l’elemento autobiografico per portare
all’attenzione del lettore come ciò che diamo per scontato spesso non lo sia. Si concentra
ad esempio sul mondo del lavoro e su come il trattamento riservato alle donne –
soprattutto alle donne giovani, neoassunete e magari di bell’aspetto – sia diverso
rispetto a quello degli uomini; senza bisogno di tornare sulla disparità salariale, Carlini pone il focus su veri e propri episodi di mobbing
o di molestie sessuali, facendo emergere il modo in cui alcuni atteggiamenti goliardici e/o omertosi tendano a normalizzare comportamenti fuori luogo quando non addirittura penalmente perseguibili. L’autrice
affronta anche alcuni temi legati all’ambito medico. Come si può notare anche nelle
storie in evidenza sul suo profilo Instagram, grande interesse suscita – per motivazioni
anche personali – l’endometriosi, una malattia subdola in quanto non facilmente
diagnosticabile anche in questo 2024 così tecnologicamente avanzato. Allo stesso
tempo, si segnalano altri casi di malattie considerate meno
rilevanti soprattutto quando colpiscono una determinata etnia, e questo per un
bias cognitivo legato alla ricerca scientifica in ambito medico che predilige le
analisi condotte sulla popolazione bianca/occidentale.
È appena
il caso di evidenziare come la voce di Flavia Carlini ricalchi il suo di parlare
sui social. Il suo è un linguaggio divulgativo e diretto al grande pubblico,
con una terminologia che sa essere precisa pur senza scadere nel pedante. Nel modo
di esprimersi l’autrice predilige esporre le proprie tesi in maniera appassionata,
con una retorica infiammata che in alcuni punti sfiora – senza mai caderci
dentro – il populismo. D’altronde è la rabbia ciò che caratterizza le sue
argomentazioni, siano essere esposte sui social che sulla carta.
Un elemento
che rende questo libro interessante – al di là delle critiche sociali che
possono o meno essere innovative – è la sezione “Un po’ di dati” posta alla
fine di ogni capitolo. In un paio di pagine l’autrice fornisce informazioni
utili sia per approfondire quanto trattato in precedenza sia per irrobustire
con delle prove quanto esposto. Citando fonti preziosi quali statistiche,
ricerche scientifiche o libri di settore, Carlini riesce a rendere credibili le
proprie argomentazioni e a mostrare, con la durezza della realtà, quanto il
nostro Paese – e forse, per estensione, il nostro mondo – sia ancora indietro
in temi di diritti umani e parità di qualsiasi sorta.
Noi
vogliamo tutto è un esordio interessante per un personaggio
pubblico che mostra un altissimo potenziale. Forse si sarebbe potuta dedicare
qualche pagina in più per approfondire alcuni temi o trattarne altri che,
esulando dal contesto personale, potevano gettare luce sulle ingiustizie
contemporanee. Personalmente, non nutro dubbi che ritroveremo presto Flavia
Carlini in libreria.
David Valentini
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