di M.R. James
Racconti Edizioni, novembre 2023
Trad. di Matilde Piccinini e Sara Bua
Con un racconto di Filippo Tuena
pp. 361
€ 22 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)
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Cuori perduti di M. R. James, pubblicato nel 1910, rappresenta una raccolta di racconti emblematica del suo stile e del ghost story. Per elaborare un'analisi di questi racconti di M. R. James, bisogna considerare vari aspetti che caratterizzano il suo stile narrativo e i temi ricorrenti nei suoi racconti di fantasmi. Questo autore è infatti conosciuto per la sua capacità di creare atmosfere inquietanti attraverso la suggestione, più che con la descrizione esplicita del terrore.
L’ambientazione e l’atmosfera sono molto rilevanti nella sua opera, infatti James spesso ambienta le sue storie in contesti quotidiani, arricchendoli di un'aura di mistero e inquietudine. In “Cuori perduti", la storia si svolge in un'antica residenza di campagna, Aswarby Hall, dove il giovane orfano Stephen Elliott viene inviato a vivere con il suo lontano parente, Mr. Abney. L'atmosfera è carica di un senso di isolamento e segretezza, elemento chiave del terrore jamesiano.
Questi racconti, inoltre, nella loro continua rimodulazione degli elementi fantastici nascondono la chiave dell’antico e del nuovo terrore; i personaggi spettrali stanno lì ad attendere il momento del ritorno, tanto insolito per le persone che lo vivono, quanto irrazionale, per noi che lo osserviamo da moderni lettori e tuttavia ne restiamo affascinati. Se si pensa che queste storie venivano lette da James nelle notti di Natale, pubblicamente, a Cambridge, possiamo immaginare l’atmosfera e magari averne quasi nostalgia.
Altro dato essenziale è il fatto che gli elementi soprannaturali non siano subito manifesti ed espliciti, bensì dosati in maniera graduale, lasciando che il terrore cresca nella mente del lettore.
Così, sempre nel racconto che apre la raccolta, l’apparizione dei fantasmi di due bambini, precedentemente accolti e poi uccisi da Mr. Abney nella sua ricerca di immortalità, è inizialmente sottile e poi sempre più manifesta. Queste apparizioni sfidano la percezione della realtà del giovane Stephen Elliott e introducono il tema della colpa e del rimorso.
“Il vento era cessato ed era una notte tranquilla di luna piena. Erano circa le dieci quando Stephen si affacciò alla finestra della sua camera per guardare la campagna. Per quanto fosse silenziosa la notte, la misteriosa popolazione dei boschi lontani, illuminati dalla luna, non aveva ancora trovato pace nel riposo.” (p. 42)
L'uso di documenti e diari è un altro elemento ricorrente nelle storie di questo autore, che se ne serve per rivelare aspetti cruciali della trama, allo stesso modo la colpa per eventi passati e la ricerca di redenzione sono il fulcro di molti racconti. Anche i dettagli realistici servono allo scopo di indurci a dubitare che sia tutto falso e ad immergersi nella sua narrazione.
La raccolta di racconti Cuori perduti ne include diversi, che sono diventati dei classici nel genere. Alcuni sono molto inquietanti, ad esempio “La mezzatinta”, che narra di una misteriosa incisione che prende vita di notte, rivelando un lato oscuro imprigionato in essa; in ”Fischia e verrò da te, ragazzo mio”, un professore scettico si imbatte in un'antico artefatto che porta a eventi soprannaturali. “Il tesoro dell'abate Thomas” parla di un'antica leggenda, che conduce il protagonista a una scoperta sinistra. “Una storia dei tempi di scuola”, ambientata in un collegio inglese, coinvolge un misterioso manoscritto e un oscuro segreto, mentre al centro di “Il roseto” c’è una casa con un giardino particolare, che nasconde un segreto.
Come ha scritto lo stesso James nella prefazione a Cuori perduti, «la vera funzione della ghost story è quella di provocare un brivido piacevole e allo stesso tempo un senso di meraviglia». Al lettore resta il compito di decidere se ci sia riuscito o meno.
Samantha Viva
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