Non si può resistere all'accoppiata Valeria Parrella e racconto: la dimensione breve della narrazione è connaturata a quest'artista che da anni riesce a portare su carta storie poco scontate, e lo fa con naturalezza e spontaneità quanto più le vicende tradiscono contenuti spesso ritenuti tabù.
Nell'appena uscito Piccoli miracoli e altri tradimenti, possiamo leggere dodici racconti di lunghezza diseguale, quattro dei quali sono usciti già precedentemente in riviste o in volumi collettivi. A unire come un filo rosso questi racconti in cui differiscono spazi, tempi, intenzioni è soprattutto lo scampolo della vita mostrato, ovvero quello in cui si colgono fessure di luce entro il già previsto, infrazioni del quotidiano. Non sempre si tratta di epifanie migliorative, di "anelli che non tengono"; spesso capita che le (tante) protagoniste e i (pochi) protagonisti si accorgano di qualcosa che non va, e le reazioni sono le più disparate.
Nel primo racconto, Mamma, è la facilità del ruolo preconfezionato a non star più bene alla protagonista, identificata così dal marito stesso sul segnaposto a tavola: dov'è finita la donna che è in lei? Forse non può più attrarre nessuno solo per i capelli che ha scelto di lasciarsi imbiancare o per l'età più matura?
Nel secondo racconto, Passare, si osserva l'avvenenza proibita del cadavere di una giovanissima, che torna a popolare i sogni (spesso erotici e, pertanto, da tenere ben segreti) di tante persone che l'hanno incrociata nella vita, parenti, amici, amanti, o che l'hanno vista solo da morta.
Nel terzo, Didone, si affronta in chiave provocatoria e ironica il personaggio della regina di Cartagine, premendo forse fin troppo sul pedale dell'attualizzazione (ma sono gusti, si sa). E, se vogliamo, anche in questo racconto scritto per una raccolta dedicata alle riscritture dell'epica si colgono l'aggressione sarcastica al ruolo preconfezionato e l'esibizione della propria autonomia di pensiero tipiche di altri testi della raccolta.
Altri racconti analizzano l'amore da prospettive scomode: c'è chi ne osserva l'attaccamento malgrado tutto, persino malgrado forme malcelate di violenza domestica (Caffé), ma anche chi si domanda quanto siamo disposte ad adattarci ai gusti di chi amiamo, in questo caso provando ad appassionarci allo sport preferito del partner (La sentinella). Torna più volte la narrazione dell'amore extraconiugale (Piccoli miracoli), considerato «una cosa segretissima e lucente da evocare» (p. 79) e tuttavia (o forse proprio per restare tale) destinato a finire o guardato da lontano (Compleanno) durante il lockdown («C'era un segreto, negli amori clandestini, che resta segreto anche agli amanti stessi: ed è l'ingombro e la gloria dell'altra vita», p. 84).
E c'è anche l'amore che arriva dopo essere maturato nel tempo e si configura quasi come una sorpresa: lo leggiamo in Il premio, racconto ambientato in un passato lontano, in cui un matrimonio combinato per mettere le malelingue a tacere accompagna il progressivo sbocciare di qualcosa di inatteso tra i due coniugi, tanto diversi per carattere, attitudini ed età.
Non manca uno sguardo sulle questioni sociali in grado di smuoverci facendo leva sull'empatia (ma non non sulla compassione): se in Tempo nostro è l'"ubriacona" Rosaria a essere raccontata con delicatezza dalla barista che ogni giorno le offre la colazione, in Rivoluzione scopriamo cosa si cela dietro l'abitudine quasi inquietante di un uomo di mezza età di presentarsi ogni giorno pressappoco alla stessa ora dalla stessa cassiera.
Talvolta, l'ironia, che è uno strumento spesso ben presente nella scrittura di Parrella, emerge sconvolgendo i nostri piani, arrivando all'antifrasi, come in L'ultima spiaggia, in cui alla protagonista è concesso un incontro decisamente... inatteso, tra fantasia onirica e allucinazione. Lavora sul ribaltamento dei ruoli, sull'ironia ma anche e soprattutto sul tema del doppio E allora?, uno dei racconti più lunghi della raccolta, in cui assistiamo a come un sindaco decida di farsi sostituire da un suo imitatore, a lui somigliante in modo straordinario. Al di là degli equivoci di matrice classica, legati allo scambio di persona, troviamo alcune riflessioni rilevanti sul potere e sulla responsabilità individuale e collettiva del primo cittadino.
Variegato per temi, sì, ma perfettamente unificato da uno stile riconoscibilissimo, Piccoli miracoli e altri tradimenti è una raccolta di racconti che farà breccia in chi cerca brevi testi che, pur essendo autoconclusivi, hanno il potere di lasciarci a pensare su finali non spiegati, spesso sospesi, evocativi e spiazzanti. Valeria Parrella chiama le cose col suo nome, non ne ha paura, e dunque si astengano dalla lettura i perbenisti che temono di scoprire che il sesso ha un suo lessico e che ritengono che essere espliciti sia in qualche modo peccaminoso. Viceversa, godranno fisicamente e mentalmente i lettori e le lettrici che ammireranno in Parrella l'esattezza dello svelamento di ciò che pensiamo e che, talvolta, riteniamo troppo rischioso ammettere anche solo a noi stessi.
GMGhioni