Da gambero a balena. Corea del Sud, dalla guerra dimenticata al K-pop
di Ramon Pacheco Pardo
Add Editore, febbraio 2024
Traduzione di Eva Allione
€ 20 (cartaceo) € 9,99 (ebook)
Quando le balene litigano, il gambero finisce con la schiena spezzata. (p. 13)
È difficile fornire un'immagine esagerata della miseria in cui cadde la Corea del Sud dopo la guerra. I numeri ufficiali ci dicono che nel 1953 il pIL pro capite era di circa 67 dollari. Nel 1945, alla fine della colonizzazione giapponese, era analfabeta il 78% della popolazione; improbabile che la percentuale fosse migliorata negli anni successivi, con il conflitto che imperversava. Come se non bastasse, le poche industrie costruite dall'ex potenza coloniale erano quasi tutte in Corea del Nord. Non era semplice, insomma, trovare in tutto il mondo un Paese più arretrato e con meno prospettive della Corea del Sud, che nel 1953 risultava più povera dell'Africa subsahariana, allora considerata la regione più povera del mondo. (p. 45)
Beh sappiamo tutti com'è finita: oggi, la Corea del Sud esporta non solo beni, ma cultura. Pensiamo ai BTS, alle Blackpink, alla sua cucina, all'industria cinematografica. Tutto ciò che viene da Seoul è cool.
L'ascesa del primo fenomeno musicale sudcoreano veramente universale si colloca nel pieno della strabiliante metamorfosi che ha investito l'immagine del Paese. Fino agli anni Ottanta la Corea del Sud era pressoché sconosciuta, oppure conosciuta come nazione povera, per via della rappresentazione che se ne faceva in m*a*s*h*. Anche quando si era trasformata in una democrazia ricca e tecnologicamente avan-zata, verso la fine del Novecento, la percezione all'estero era rimasta immutata. Ma tutto questo era cambiato nel corso del primo e soprattutto del secondo decennio dei Duemila.
Grazie alla hallyu. Grazie a Samsung, LG e altri chaebol di fama mondiale. E dal 2020, grazie alla risposta al covid-19, la Corea del Sud veniva finalmente percepita come un Paese moderno, piacevole, cool. Per la prima volta nella sua storia, era alla guida del mondo. Una vera balena. (p. 226)
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