Come la "korean wave" ha contagiato tutto il mondo: Pacheco Pardo racconta la trasformazione della Corea del Sud


 

Da gambero a balena. Corea del Sud, dalla guerra dimenticata al K-pop
di Ramon Pacheco Pardo
Add Editore, febbraio 2024

Traduzione di Eva Allione

pp. 304
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Quando le balene litigano, il gambero finisce con la schiena spezzata. (p. 13)
Una citazione significativa, questa, che troviamo nelle primissime pagine del saggio di Pardo, un professore di Relazioni internazionali che ha dedicato gran parte della sua carriera accademica allo studio delle due Coree.
Se cercate un testo scritto bene e in modo estremamente comprensibile sulla storia della Corea del Sud, su come ha fatto in poco più di settant'anni a diventare una super potenza internazionale, questo testo fa per voi. Si propone proprio questa missione: spiegare la storia politica, economica e sociale di un Paese che da gamberetto, compresso tra gli interessi di Cina a occidente e Giappone a oriente, è diventato balena, la nazione più cool, più alla moda, più ammirata degli ultimi anni.

Pardo inizia a raccontarci della Corea del Sud partendo dalla seconda guerra mondiale fino ad arrivare i giorni nostri: la prima colonizzazione giapponese, la nascita della repubblica (15 agosto 1948), la separazione tra Corea del Nord e Corea del Sud, le guerre civili, la formazione di un Paese che, di fatto, era sull'orlo della miseria.

È difficile fornire un'immagine esagerata della miseria in cui cadde la Corea del Sud dopo la guerra. I numeri ufficiali ci dicono che nel 1953 il pIL pro capite era di circa 67 dollari. Nel 1945, alla fine della colonizzazione giapponese, era analfabeta il 78% della popolazione; improbabile che la percentuale fosse migliorata negli anni successivi, con il conflitto che imperversava. Come se non bastasse, le poche industrie costruite dall'ex potenza coloniale erano quasi tutte in Corea del Nord. Non era semplice, insomma, trovare in tutto il mondo un Paese più arretrato e con meno prospettive della Corea del Sud, che nel 1953 risultava più povera dell'Africa subsahariana, allora considerata la regione più povera del mondo. (p. 45)

Pardo prosegue raccontandoci le dinastie che si sono succedute, l'egemonia politica di Park Chung-hee, la sua caduta, i conti che la Corea del Sud doveva fare col suo passato dittatoriale. Eppure proprio in questo frangente germogliano i primi segni di una rinascita: la promozione dell'istruzione, la virata verso una politica non comunista, l'ascesa dei chaebol, ovvero «grossi conglomerati industriali in mano a un'unica famiglia» (pg. 67), ad esempio Samsung, Hyundai, LG.
A queste proposte si univa anche la volontà e l'ambizione di Park a trasformare la Corea del Sud da hujinguk (Paese dal passati arretrato) a seonjinguk (nazione avanzata).
Beh sappiamo tutti com'è finita: oggi, la Corea del Sud esporta non solo beni, ma cultura. Pensiamo ai BTS, alle Blackpink, alla sua cucina, all'industria cinematografica. Tutto ciò che viene da Seoul è cool.

L'ascesa del primo fenomeno musicale sudcoreano veramente universale si colloca nel pieno della strabiliante metamorfosi che ha investito l'immagine del Paese. Fino agli anni Ottanta la Corea del Sud era pressoché sconosciuta, oppure conosciuta come nazione povera, per via della rappresentazione che se ne faceva in m*a*s*h*. Anche quando si era trasformata in una democrazia ricca e tecnologicamente avan-zata, verso la fine del Novecento, la percezione all'estero era rimasta immutata. Ma tutto questo era cambiato nel corso del primo e soprattutto del secondo decennio dei Duemila.

Grazie alla hallyu. Grazie a Samsung, LG e altri chaebol di fama mondiale. E dal 2020, grazie alla risposta al covid-19, la Corea del Sud veniva finalmente percepita come un Paese moderno, piacevole, cool. Per la prima volta nella sua storia, era alla guida del mondo. Una vera balena. (p. 226)

La hallyu, un concetto molto interessante: anche noto come "korean wave", sta a indicare l'incremento della diffusione globale della cultura di massa coreana, verificatosi a partire dagli Anni '90, ma letteralmente esploso negli ultimi dieci.

Come dicevo, se siete curiosi e volete approfondire in modo semplice ma esaustivo la storia della Corea del Sud e di come si è trasformata nel corso del tempo, consiglio questo saggio a occhi chiusi.

Deborah D'Addetta