«Siamo davvero così infarciti di pazzi?»«Le do questa notizia: esistono persone sole, danneggiate. Che soffrono.» (p. 85)
Non è
semplice seguire la trama di Errore 404, l’ultimo romanzo di Sacha
Naspini, un autore che ci ha abituati a personaggi contorti, complessi, spesso
negativi ma sempre molto umani. Non è semplice seguire la trama di
questo nuovo romanzo perché le informazioni per comprendere ciò che sta
accadendo arrivano in un secondo momento e, quando ci vengono presentate, sono
così inverosimili che dare credito alle parole che ci troviamo stampate davanti
sembra quasi impossibile, eppure a quel punto siamo già così inestricabilmente
legati alle vicende da concedere al tutto il beneficio del dubbio. E così proseguiamo, nel tentativo non solo di raccapezzarci in ciò in
cui ormai siamo dentro fino al midollo, ma anche – e questo è ciò che conta – incuriositi
nel voler sapere dove tutto ciò andrà a parare.
Perché delle
due l’una, siamo portati a pensare: o è vero che Andrea Arcadi è in grado di
rivivere – e modificare – momenti del proprio passato mangiando qualcosa
che gli ricordi uno specifico avvenimento, oppure stiamo
assistendo ai deliri di un pazzo. Da lettori siamo portati a vacillare fra questi due opposti: se da un lato vogliamo credere – per amor
di trama – di star leggendo qualcosa di incredibile, dall’altro siamo portati alla razionalizzazione, a mantenere i piedi per terra. E dunque Arcadi
è un individuo che ha bisogno di cure mediche, uno scellerato pericoloso che
non deve stare in libertà; oppure Arcadi è un uomo solo, con una malattia
talmente rara da essere unica ma che ha saputo sfruttare per trarne vantaggio? O
entrambe le cose? O nessuna delle due?
Naspini,
da autore esperto qual è, non si sbilancia mai. Alternando la prima persona dei
capitoli incentrati su Arcadi alla terza persona dei capitoli in cui Arcadi
appare come lo psicopatico che sembra, ci porta dentro e fuori da
questo mondo, rendendo impossibile la comprensione di una verità che sfugge sempre. Il suo è un
gioco con noi lettori che ci agguanta alla prima pagina e non ci molla fino al
finale quando, nel momento in cui sembriamo aver capito tutto – o quasi –,
arriva un colpo di scena imprevisto che rimette tutte le carte in gioco.
Naspini costruisce un gioco metaletterario infarcito di flashback, cambi di
registro, salti temporali e quant’altro, senza mai scadere nel banale, senza
mai stancare ma anzi riuscendo a tenere alta l’attenzione proprio perché si
vuole capire qualcosa di questa trama, si vuole partecipare al suo gioco ed essere così bravi da scoprirne le regole allo stesso modo in cui si sfida l'autore trovando l'assassino nei migliori romanzi investigativi.
Errore 404 è un libro godibilissimo, scritto con lo stile inconfondibile di Sacha Naspini, e che richiede almeno due letture per essere esplorato nel modo corretto: una pro Andrea Arcardi e una contro. E non è detto che si esaurisca con queste due sole interpretazioni.
David
Valentini
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