Il capitolo finale dell'ultima trilogia di Don Winslow: "Città in rovine"

 

Città in rovine
(City in Ruins, 2024)
di Don Winslow
Harper Collins Italia, 2024 

Traduzione di Alfredo Colitto

pp. 464
€ 20,90 (cartaceo)
€ 12,99 (e-book)

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Città in rovine è il capitolo finale della più recente trilogia di Don Winslow, iniziata con Città in fiamme e proseguita con Città di sogni. Protagonista principale è Danny Ryan, che ritroviamo in una vicenda situata a distanza di una decina d’anni dal segmento precedente, ormai divenuto il ricco, anzi ricchissimo proprietario di alcune grandi sale da gioco in quel di Las Vegas, attraverso un particolare e insolito gradus ad Parnassum che però, come tutte le cose, ha un prezzo.

Il prezzo del successo è altissimo, e consiste nell’impossibilità di cambiare vita senza tagliare i ponti con il percorso di arrivo: Danny deve fare i conti con le organizzazioni mafiose che gestiscono i movimenti degli enormi capitali di (in)dubbia provenienza indispensabili all’industria del gioco d’azzardo, nonostante i suoi tentativi di seguire percorsi corretti e di lasciarsi alle spalle il passato di piccolo gangster.

Come già successo nel capitolo precedente, non sarà possibile per Danny abbandonare del tutto il mondo da cui proviene, che continuerà a incombere sulla sua esistenza in modo implacabile e pervasivo, e con il quale dovrà fare i conti una volta per tutte.

Bella questa trilogia, che prende forma gradualmente e termina in modo drammatico. Trama solida, personaggi (tanti, è facile perdere il filo) ben definiti e narrazione scorrevole che tiene alta la tensione alternando momenti di relativa calma ad altri più dinamici. In particolare è interessante vedere come questo bilanciamento sia distribuito sull’intera trilogia in modo logico e realistico: le prime due parti sono marchiate da azione e violenza, coerentemente con la trama, mentre questa parte finale gravita in maggior misura alle dinamiche legate alle strategie seguite da Ryan, dai suoi soci e dai concorrenti per la scalata ai vertici; il narrato rallenta, come peraltro già successo nel secondo capitolo. Poi, va da sé che dal momento in cui le belve vengono liberate non c’è pietà per nessuno, e il Winslow maestro del noir dà il suo meglio.

Ecco, forse il modo migliore per apprezzare questo lavoro è leggere le tre parti di seguito, senza lunghe pause fra una e l’altra, anche per non perdere – lo scrivevo sopra – il controllo dei tanti personaggi e delle diverse sottotrame che piano piano convergono verso il finale.

Stefano Crivelli