Marzia ha imparato presto a trasformare il suo cognome, Marziali, in un dato di fatto: la sua andatura, il suo corpo che rafforza di giorno in giorno con la lotta greco-romana, la sua decisione nell'affrontare i problemi sono fondamentali per costruire una corazza. Per difendersi. Dai suoi genitori.
La famiglia di Marzia, infatti, è a dir poco disfunzionale. Il padre, un camionista d'origine livornese, fa spesso il gradasso, salvo poi ritirarsi in caso di pericolo; critica il fatto di dover vivere a Roma e soprattutto la sua massima aspirazione è quella di sedurre le donne, ben sapendo di avere in pugno la moglie. La donna, infatti, è a dir poco succube: si lascia manipolare dalle scuse del marito in nome del sesso, che ritiene fondamentale nel loro rapporto, poi si deprime se subodora qualche tradimento e si mette a letto. Il tutto, trascurando i figli: se Marzia cerca di aiutare come può, e crescendo questo ruolo le starà sempre più stretto, suo fratello invece si chiuderà in sé stesso e dietro un paio di cuffie troverà nella musica l'isolamento che lo rassicura. Intanto, si sviluppa un rancore verso le figure genitoriali che rischia ogni giorno di tramutarsi in odio.
Come può crescere una bambina prima e un'adolescente poi, ricevendo suo malgrado racconti e confidenze erotiche da parte di entrambi i genitori (il padre per vantarsi delle conquiste, la madre per ostentare il suo legame con il marito)? Quale idea dell'amore può prendere forma in Marzia? Se da una parte Marzia adolescente desidera, come tutte le sue coetanee, sperimentare il sesso e trovare l'amore, dall'altro è terrorizzata di finire schiava di un uomo, come è accaduto a sua madre. E infatti - senza fare colpevoli anticipazioni -, quando da giovanissima la protagonista e io narrante vivrà una breve storia con quello che definisce "l'uomo perfetto" (in realtà, un ragazzo poco più grande di lei incontrato in montagna), Marzia decide di non rivelargli né il suo nome né il numero di telefono, perché la perfezione non esiste e dunque, ai suoi occhi, è meglio chiudere tutto finché è ancora ideale, prima che si demistifichi.
Eppure quest'esperienza così breve non si esaurisce lì, anzi diventa una pietra di paragone ossessivo con gli altri uomini: nel corso della sua vita, come vedremo, Marzia proverà più volte a lasciarsi andare in una relazione, ma talvolta reagirà cercando qualcuno che la strappi via di casa, pur senza provare un vero e proprio sentimento; talaltra non riuscirà davvero a godersi il momento o vivrà degli incontri sessuali estemporanei e senza impegno durante le trasferte sportive.
Ma un amore puro c'è, ed è dedicato a un cane trovatello, che Marzia incontra fuori da scuola: lo chiama Core e vive con lui i soli momenti sereni della sua vita. E ci sono pagine tanto dolci e tenere che rivelano tutto l'amore della stessa Romana Petri per gli animali domestici, quanto pagine che ci faranno odiare a dismisura la famiglia di Marzia.
E intanto Marzia cresce, e noi la seguiamo senza alcuna fatica, grazie alla focalizzazione interna e al narratore omodiegetico: è proprio la protagonista, infatti, a ripercorrere in prima persona gli eventi del suo passato, portandoci fino a un presente che la vede adulta, matura, un'ultracinquantenne non risolta ma ugualmente speranzosa.
Romanzo di grande intensità e in grado di suscitare persino nel lettore più scettico sentimenti fortissimi, Tutto su di noi si apprezza anche per l'equilibrio nella sua struttura, oltre che per i contenuti. E si dica tra le righe che c'è spazio per una svolta, perfettamente in linea con il carattere e le aspettative della protagonista.
GMGhioni