Traduzione di Leonardo Favia
Non sappiamo esattamente cosa sia successo dall'ultima volta in cui abbiamo incontrato i personaggi di Qual è il posto più lontano da qui? Vol. 1. Boss e Rosenberg, come nel primo volume, non spiegano l'apocalisse e gli eventi che sopraggiungono al mondo assurdo della banda. Sappiamo solo che le rovine della società immaginata dagli autori (popolata da negozi di dischi, case di riposo, banche...) e la terra desolata tra gli edifici sono diventate un campo di battaglia per bande di ragazzi rivali.
Nel mondo abitato dai ragazzi dell'Academy si riconosce ancora un mondo reale e puro, immaginato per viverci, ma i due mondi fittizi si confondono, si sfaldano, fino a diventare uno la nemesi dell'altro. Se gli autori nel Vol. 1 ci hanno dato un assaggio della crudeltà (e allo stesso tempo della bizzarria) dei giovani del mondo post-apocalittico in cui gli adolescenti della famiglia Academy ambientano le loro avventure, nel secondo volume Matthew Rosenberg e Tyler Boss hanno fatto un vero salto di qualità, pigiato sull'acceleratore e dato vita a una rappresentazione più violenta e splatter della realtà.
La fuga di Sid ha dato il via alla storia e ha cambiato la vita dei membri dell'Academy. Avendo perso il loro rifugio, hanno vagato per diversi territori, hanno incontrato alleati e minacce di ogni tipo, si sono scontrati tra loro, si sono persi e intanto cosa fa Sid nel frattempo? Nei quattro capitolo del Vol. 2 la storia si alterna tra passato e presente, rispondendo solo in parte a questa domanda. Rosenberg e Boss riavvolgono il nastro per mostrare le diverse fasi del viaggio della ragazza mettendo una lente d'ingrandimento anche sull'andamento degli altri personaggi, per questo motivo a ogni ragazzo o ragazza è dedicato un capitolo che descrive ciò che sta accadendo a ciascuno di loro. Questa scelta permette agli autori di caratterizzare meglio tutti i personaggi e al lettore di affezionarsi a ciascuno di essi. Ma l'imprevedibile è che le storie continuino a vivere nel racconto in modo indipendente le une dalle altre lasciando a chi legge la sensazione di non star mai leggendo qualcosa che alla fine sia collegato e incastrato per funzionare.
Assistiamo così all'avventura di Sid, che ripercorre le stesse fasi dei suoi amici, esplorando luoghi già visti e incontrando altre "famiglie" come la gang del Market, i Pig, Nonna e i suoi scagnozzi. Tuttavia, Sid entra anche in contatto con nuovi membri della banda, come i Rottamataori. L'innocenza e la purezza d'animo della ragazza rendono gli eventi drammatici più facili da digerire e più leggeri rispetto ai fatti della realtà. Le avventure di Oberon e Alabama invece assumono toni più tragici, mostrando le vicissitudini di due dei membri più tenaci e coraggiosi dell'Academy. Se per Oberon si tratta di scoprire i selvaggi nativi della foresta e di adattarsi a un nuovo stile di vita, per Alabama si tratta di sfuggire a tutti i costi dalle grinfie di un sadico guardiano e tutto questo la metterà a dura prova. La parte finale, incentrata proprio su di lei, è probabilmente la più commovente ed estenuante, nonché l'epilogo più drammatico.
«Giorno? Dovrei dormire. Riposare per recuperare le energie. Ma non sono altro che energia. Ronzo come la luce in cantina che non riusciamo mai a spegnere. Abbiamo una mappa. Abbiamo un piano. Abbiamo. Lei ha di nuovo una speranza. Lei sembra così convinta che questa sia la nostra via di uscita. Non so se stia cercando di ingannare me o se stessa. Non so se lo sappia nemmeno lei, ormai. Ma ora non importa. Perché loro, i Keeper, mi hanno spezzato. Quello è stato il loro regalo. Mi hanno postato cosa sono veramente. Non sono più la Lafayette dell'Academy. Non sono più un seguace dei mie dei. Non sono nulla. E dal nulla provengo. Sono rinato. Sono rinato con uno scopo e stanotte quello scopo verrà realizzato, in un modo o nell'altro. Alabama. Tu sei la leader. Tu sei la famiglia. Tu sei l'Academy. Tu sei il mio scopo. Ti salverò, te lo prometto.»
Grazie al piccolo foreshadowing mostrato nella prima pagina del VII atto (la mappa di Sid), Rosenberg e Boss fanno capire al lettore che si sono ancora molte sorprese in serbo, personaggi da introdurre e luoghi ancora da esplorare. In altre parole: portare il mondo fuori dalla pagina, circondandolo e rendendo reale l'assurdo. Ci si sente parte di una distopia ormai reale e limpida, anche se ci sono ancora milioni di domande senza risposta sul suo funzionamento, come era già chiaro dal primo volume questi adolescenti sono costretti a vivere come adulti, ad affrontare certe difficoltà che non hanno tempo di tralasciare se si vuole diventare grandi. Boss e Rosenberg trattano il mondo apocalittico che hanno creato con la stessa calma di chi sa di avere per le mani una grande storia. Dopo tutti i luoghi fisici ed emotivi in cui ci ha condotto e ci conduce questa storia, chissà cosa troveremo nei luoghi più lontani da qui.
Serena Palmese