Invernale
di Dario Voltolini
di Dario Voltolini
La Nave di Teseo, 2024
pp. 144
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Soprattutto il sabato il mercato è preso d'assalto da una massa di persone. Ci sono folle nelle corsie, non si passa. Di fronte a ogni banco uomini e donne si spingono e parlano forte. Sembrano una versione insurrezionale della Borsa di Wall Street. Dentro i banchi dei commercianti con furia si accelerano i movimenti, per servire tutti il prima possibile. C'è una danza lì dentro, con persone a loro volta in massa, che devono prevenire le traiettorie dei movimenti uno dell'altra, una dell'altro. Qui per esempio si vendono carni: di pollo, di agnello, di coniglio. Mentre uno spacca il coniglio per il lungo sul ceppo di legno cercando di evitare l'esplosione delle sue ossa e mira il centro del cranio per aprirlo in due metà con un solo colpo di coltello, l'altro apre un pollo per scaturirne il solo petto, e poi affettarlo. I tempi di utilizzazione del ceppo dipendono dalla velocità: nel servire il cliente, nello spolpare la bestia, nell'impacchettarla e sbatterla sulla bilancia per stabilire il prezzo. Prendere i soldi, dare il resto. Avanti un altro, avanti un'altra. (pp. 9-10)
Voltolini scrive un commovente, intenso romanzo su un destino crudelmente comune che eppure nessuno sa mai affrontare: la morte di un padre. Il figlio ventenne assiste al crollo di un macellaio instancabile, quasi invincibile, di cui forse dovrà prendere il posto senza averne né l'ambizione né la statura, e dando addio a lui dovrà dire addio a quell'immaginario che suo padre ha popolato con la sua fatica e le sue storie, la sua fermezza, la sua dignità.
Invernale è un romanzo bellissimo su un amore devoto, quello di un figlio che assiste all'epilogo di un genitore, e racconta con rabbia composta la genesi e lo sviluppo della malattia, che scardina le dinamiche della vita, deformandone ogni aspetto, portando scompiglio: la morte imminente condiziona l'esistenza, dettandone le nuove regole.
Ma che cos'è l'attesa, questa condizione che è sempre lì sotto le piastrelle ma che poi emerge tutta insieme a un certo punto? Lui non stava in attesa sempre? Non sei stato sempre in attesa di qualcosa, tu come tutti? Adesso però l'attesa, anziché essere una condizione senza contenuto, sta per dimostrarsi incubando dentro la sua pancia un incubo che ha dimensioni che fino a poco tempo fa non si potevano concretamente immaginare. Tu adesso fai sempre le tue cose, nella vita fatta di cose fai le cose. Le cose sono la carne, il tuo lavoro, la carne con cui fai il tuo lavoro, lo apri e lo chiudi e lo riapri, il tuo lavoro di carne, fino al sabato urla, alla domenica che non è un mistero, al lunedì che non si sa. Le cose sono il tempo da aprire e concludere per aprire altro tempo. (p. 71)
Linfosarcoma prolinfocitario. Cosa significa? Significa tumore, significa cancro. Non significa niente, ma il suo senso è una direzione, una cosa con un nome complesso con cui fare i conti. (p. 75)
La scrittura di Voltolini dosa miracolosamente parole e intensità, furore e compostezza, si fa narrazione coreografica, musicale. Racconta con grazia perentoria il dolore sullo sfondo di un mondo quasi arcaico, primitivo. Dopo un primo capitolo che sembra scritto in apnea, la malattia ne dilata la narrazione, frena la furia e interiorizza il caos, rallenta tutto tranne lei stessa, che avanza veloce nel corpo, se ne appropria, lo sabota e vince.
Invernale è spietato, crudissimo e sofferto, stravolge e fa sperare nella bellezza: del ricordo, dell'amore, di un sentimento che possa non passare mai, ancorarsi al tempo. Leggendolo torna in mente quanto detto da Simone Salomone, cioè che scrivere un bel romanzo è facile, bisogna solo scrivere la verità e non fare il furbo, e il libro fa questa cosa, parola dopo parola si spoglia della bugia, dell'artefatto, e ci sommerge di dolore e amore che a un certo punto s'amalgamano in un finale crudele.
La vita, che non sa fare altro, procede. Ciò che avviene intimamente in lui, inteso come soma, comincia a manifestarsi all'esterno. Un modo più circospetto di camminare, una cautela nel gesto, un'attenzione a cose che altri non vedono. (p. 101)
Daniele Scalese
Social Network