Roby il Pettirosso – Perdersi nei dettagli di Ernesto Anderle
BeccoGiallo, 2024
pp. 280
€ 22.00 (cartaceo)
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Quella appena edita da
BeccoGiallo si presenta, in un primo momento, come un ibrido tra una storia a fumetti e una biografia illustrata. È il racconto di
come Ernesto Anderle è diventato Roby il Pettirosso. Ma anche di come Ernesto
Anderle è diventato Ernesto Anderle. E di come Roby il Pettirosso abbia aiutato
Ernesto Anderle a capire chi fosse Ernesto Anderle.
Fin da subito l’artista
dichiara i suoi limiti, in particolare un
certo pudore nell’entrare nella narrazione della propria vita. Nelle prime
pagine vengono quindi presentate le sue passioni, i suoi lavori, e il lettore
che lo segue da tempo le riconoscerà facilmente, ma senza trovare,
probabilmente, qualcosa di realmente nuovo. È bene però che sospenda il
giudizio ancora per un po’: il confronto con la casa editrice, impersonata da
un “signor BeccoGiallo” dal naso adunco di corvo, stimola l’autore a scendere
più in profondità (e, si vedrà, letteralmente!). Al pubblico affezionato, gli ricorda
l’editore, interessa non solo di Roby il Pettirosso, ma soprattutto di chi sia il
suo creatore. Solo che Ernesto fatica a
parlare di sé, è bloccato da mille paure, e sceglie quindi la via dell’immaginazione sfrenata che
lo accompagna fin da bambino, proiettandolo in mille avventure. È insieme a questo Ernesto bambino che ci addentriamo
dunque, inaspettatamente, nella Terra di
Erand.
L’anima
diventa geografia da esplorare e mappare; dare nuovi nomi aiuta a fare ordine nella confusione, ad
affrontare dolori che altrimenti non si possono dire («Avevo ventitré anni e avevo completamente perso la bussola, e con essa
la voglia di vivere. Passavo intere giornate a letto. Esacerbato dalle
sconfitte e i fallimenti decisi che non avrei mai più fatto arte»). Tutti i
personaggi incontrati sono sfumature
della personalità di un unico uomo, e poco conta che non siano tutte di
facile decifrazione: ciascuna costituisce un tassello imprescindibile della
trama complessiva. È così attraverso
tante voci che si delinea un’unica
storia, quella di Ernesto Anderle: la morte del padre, l’amicizia con Luca,
la scoperta del cantautorato italiano, una fallimentare esperienza londinese…
ogni vissuto viene attribuito a un
diverso alter ego (lo gnomo saggio, lo scoiattolo artista, il romantico
gentiluomo, la bambina minuscola…). Materiali
editi, soprattutto legati alle passioni artistiche, letterarie e
cinematografiche dell’autore, vengono inframezzate a una storia del tutto inedita, e dal carattere straordinariamente intimo.
Come in ogni regno
fantastico, anche nella Terra di Erand c’è una
minaccia che incombe e una missione per l’eroe: in questo caso, si tratta
di sconfiggere il malvagio Lord Panick, con il suo esercito di creature
mostruose, di dubbi e paure, per salvare Roby il Pettirosso, «cuore pulsante di Erand» e anima pura,
dispensatore di gentilezza e amore attraverso la sua arte, adesso fatto
prigioniero. Anche se in alcuni momenti il gioco
metaforico si svela in modo un po’ didascalico (e non sarebbe stato
necessario), le soluzioni narrative ideate da Anderle riescono a sorprendere e,
a tratti, a commuovere. Erand, reame della fantasia, legato visceralmente al
suo creatore, luogo della conciliazione
delle sfumature che supera lo scontro epico che si aspetterebbe, è anche il
luogo in cui si può guardare negli occhi la propria angoscia e far rivivere chi
non c’è più.
Carolina Pernigo