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"Infografica dell'Impero napoleonico": uno studio minuzioso sulle tracce di Napoleone Bonaparte

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Infografica dell’Impero napoleonico
di Vincent Haegele, Frédéric Bey e Nicolas Guillerat
L’ippocampo, 2024

Traduzione di Denis Pitter

pp. 160
€ 25,00

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Ai posteri l’ardua sentenza, sentenziava Manzoni ne Il cinque maggio, riflettendo sulla difficoltà di una valutazione univoca della figura di Napoleone, troppo complessa e contraddittoria per poter essere valutata sul limitare della sua vita. Lo stesso livello di complessità è registrato e restituito da Infografica dell’impero napoleonico. Terzo volume dopo Infografica della Seconda guerra mondiale e Infografica della Roma antica, questo nuovo prodotto editoriale targato L’ippocampo ci porta al cuore del primo impero francese, mostrandocene la genesi, la fioritura, gli inciampi e la caduta. Al centro la figura di Napoleone Bonaparte, definito nelle sue sfaccettature di uomo, di comandante militare e di capo politico, ma anche ricollocato al centro delle dinamiche della sua epoca, dei grandi cambiamenti in atto, dalla Rivoluzione francese alle grandi coalizioni anti-francesi. Il saggio segue una linea di continuità estetica con quelli che l’hanno preceduto, anche grazie al contributo del data designer Nicolas Guillerat. Si articola in quattro sezioni: due (la prima e la quarta) che offrono un inquadramento di tipo storico-sociale e sono dedicate rispettivamente a “Il potere, l’impero e le istituzioni” e “La caduta”, due invece (la seconda e la terza) più tecniche, volte a esplorare gli aspetti tattici e militari, relativi alle forze di mare e di terra, con inserti specifici sulle principali battaglie, siano state esse vittoriose come Austerlitz o fallimentari come Lipsia e Waterloo, ma anche su intere campagne, come quella di Spagna o di Russia, le prime vere e proprie pietre di inciampo in un’ascesa altrimenti inarrestabile. Era questa, del resto, una delle più rilevanti caratteristiche di Napoleone, non a caso definito «l’imperatore dei campi di battaglia» (p. 113), «cervello di una macchina da guerra apparentemente invincibile, organizzata e strutturata per servire ai suoi scopi» (p. 8):

Napoleone non scrisse mai un trattato sulla tattica o sull’arte della guerra, non ne aveva né il tempo né il desiderio. La sua visione della battaglia era estremamente pragmatica: “La teoria non è la pratica nella guerra” e, ancora più esplicitamente, “Quella della guerra è un’arte semplice e interamente esecutiva.” […] La presenza dell’imperatore sui campi di battaglia di tutta Europa era una sorta di garanzia di successo. (p. 112)

Se è indubbio che Napoleone non esitasse a schierarsi sul campo a fianco ai suoi uomini, e portasse con sé una grande perizia militare messa al servizio di piani chiari e ben elaborati, lo è altrettanto che la stessa credibilità, la stessa fama da lui acquisite presso i nemici giocassero un ruolo non indifferente nella vittoria, in una sorta di profezia autoavverante, in cui i pochissimi cedimenti venivano presto surclassati da trionfi clamorosi. Per comprendere come questo sia stato possibile, è necessario capire chi fosse Napoleone, come sia arrivato ad essere l’uomo in grado di dominare l’Europa. Per questo ritengo la prima sezione la più interessante: non solo perché adatta anche ai non specialisti (quella che può diventare, per esempio, valido strumento didattico per insegnanti, o fonte di approfondimento per chi non sia particolarmente incuriosito dalla dettagliata rassegna della composizione dei reparti e delle divise della Grande Armée), ma anche per la sua capacità di inserire l’evoluzione di un personaggio di prima grandezza della Storia moderna nel quadro socio-politico del suo tempo. Inizialmente viene delineato l’albero genealogico dell’intera famiglia Bonaparte, e ne vengono mostrati i legami con Pasquale Paoli, padre del movimento indipendentista corso. Successivamente, l’attenzione si focalizza sul solo Napoleone, di cui viene seguito il cursus honorum, dall’assedio di Tolone al colpo di stato del 18 brumaio, per poi ripercorrere l’evoluzione delle Costituzioni e delle Istituzioni, fino ad arrivare alla proclamazione dell’Impero. Di quest’ultimo, si esplorano le strutture fondanti a livello di politica interna ed estera, le vie di comunicazione (dalle strade imperiali alle linee telegrafiche, dal funzionamento delle poste ai mezzi di trasporto preferiti da Napoleone – spoiler alert: più le carrozze che i cavalli!), le strutture economiche, ma non mancano grafici più “intimi”, come quello dedicato alla giornata tipo dell’imperatore, in tempo di pace e in tempo di guerra (può stupire, per esempio, che alla vigilia della battaglia di Austerlitz il Generale trovasse tempo da dedicare a barba e manicure, o alla sua bevanda ai fiori d’arancio). Forse meno nota, ma degna di indagine è la parte relativa ai sistemi di sorveglianza e alla censura, che include una rapida rassegna degli undici complotti orditi ai danni di Napoleone.

Tutte le informazioni reperite nelle prime pagine del volume trovano una cassa di risonanza del quadro europeo in cui si inserisce l’ascesa di Bonaparte: le risorse, gli elementi demografici, le abitudini commerciali (financo il ricorso alla schiavitù) dell’Impero francese vengono messi in confronto e relazione con quelli delle altre potenze europee. I dati così acquisiti si ammantano di nuovo valore nel momento in cui vengono presentate le sette coalizioni che queste potenze realizzano in un’ottica antifrancese, tra il 1792 – ancora in epoca rivoluzionaria – e il 1815, o ancora di più quando, in coda al volume, le ritroviamo tutte riunite al Congresso di Vienna, in cui si decideranno le sorti di un’Europa che, più che nuova, si vuole invece riportata al passato, a un’epoca prerivoluzionaria.

Infografica dell’Impero napoleonico si dimostra, come i volumi precedenti, un utilissimo strumento di consultazione. Non si può certo dire che sia agile: il formato ampio, che permette di valorizzare gli elementi grafici, specie quando estesi sulla doppia pagina, costringe a una fruizione da scrivania, e la ricchezza di dati e didascalie a un esame minuzioso, che metterà a dura prova i deboli di vista e costringerà a una considerevole concentrazione interpretativa. La quantità di nozioni e informazioni che se ne trarranno vale però ogni sforzo: chi chiuderà il volume, anche nel caso di una lettura centellinata e diluita nel tempo, avrà sempre scoperto qualcosa di nuovo, che contribuirà ad arricchire la percezione di una complessità che, intuita già dai contemporanei, non è certo venuta meno nell’avvicinarsi alla contemporaneità.

Carolina Pernigo