L'editoria si muove: lo fa attraverso il tempo, ma soprattutto non smette di punteggiare la nostra penisola di nuove realtà, arricchendo una geografia editoriale già molto fitta. È proprio a partire dai luoghi che caratterizzano l'editoria italiana che si muove il nuovo saggio di Roberto Cicala, professore presso l'Università Cattolica di Milano e l'Università di Pavia, nonché editore, critico letterario e filologo.
Non aspettatevi un saggio accademico e poco accessibile; al contrario, come saprà chi ha già incontrato titoli della collana "Ritrovare l'Italia", giunta al suo decennale, i volumetti proposti sono sempre agili e ricchi di curiosità, per quanto portati avanti col rigore a cui Il Mulino ci ha abituati.
Ciò che si prova sfogliando già i primi capitoli di Andare per i luoghi dell'editoria è la sensazione sconvolgente di voler tenere a mente tutto ciò che Cicala racconta e descrive: sì, perché se le pagine relative alle sedi storiche di case editrici famosissime del nostro Paese appagano la curiosità estetica di chi legge, gli aneddoti di ciò che è accaduto e/o tutt'ora accade tra quelle mura sono veri e propri pezzi di storia dell'editoria. Narrati senza fronzoli, rimandando, semmai, per approfondimenti alle note presenti in fondo al libro e ai rimandi bibliografici accurati. E allora ben vengano sottolineature, note a margine e post-it, ma superate le prime venti o trenta pagine si comprende che la densità del saggio è veramente notevole. Meglio allora arrendersi, rinunciare al desiderio di memorizzare tutto quanto, riproponendosi invece di sfogliare di nuovo il libro, al bisogno o in occasione di una gita in una delle città sede di case editrici che vogliamo almeno osservare dall'esterno. O anche solo per ritrovare quella storia così singolare da giocarsi con gli amici appassionati di libri alla prima occasione.
Leggendo il libro, capiterà anche la sensazione di desiderare una macchina del tempo per vivere almeno per qualche ora l'editoria com'era negli anni del Dopoguerra, ad esempio, o di inizio Novecento. Se un certo gusto amarcord è imprescindibile nell'accostarsi a certe storie, in altri passaggi si rivelano evoluzioni recenti che talune realtà editoriali hanno attraversato con coraggio, rivedendo assetti, equilibri e mostrando il coraggio di osare.
E queste due polarità sono anche gli estremi entro cui si sono mossi gli interventi di tanti grandi editori che, a Torino, hanno festeggiato con Cicala l'uscita del libro, nonché il settantesimo anno di attività della casa editrice Il Mulino. Sentir parlare di Hoepli, Laterza, Zanichelli dalle voci di chi ha contribuito a crearle grandi e anche oggi lavora in azienda, scorrendo sul grande schermo foto significative che rappresentano le sedi attraverso il tempo o fotografano rilevanti e recenti cambiamenti, è stata un'emozione straordinaria. In più, l'incontro è stato all'insegna di un sano e ironico fair play: fin dai minuti precedenti all'incontro, si è vista la gioia dei presenti di trovarsi sullo stesso palco, all'insegna di una battuta di spirito e di un ricordo condiviso. Dunque, oltre a essere stata una splendida occasione per sentir parlare di editoria da parte di alcuni dei maggiori editori di saggistica in Italia, ho trovato il tutto anche un incontro perfettamente in linea con lo spirito di Andare per i luoghi dell'editoria, in grado ora di far sorridere ora di far riflettere, testimoniando la complessità nel realizzare e proporre opere che, al tempo stesso, contribuiscano alla cultura italiana, pur garantendosi un mercato. Il tutto, all'insegna della qualità, guardando sia ai bisogni della contemporaneità sia tenendo alto il marchio di qualità che contraddistingue l'offerta di tante case editrici italiane.
GMGhioni
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