Traduzione di Francesco Savino
Questa è una storia che parla di attraversare il mare, e del lasciare il dolore sulla terraferma. Una canzone diventata ormai celebre grazie all'interpretazione di Bobby Darin, Beyond the Sea, parlava dell'aspirazione di raggiungere un amore che si trova lontano, oltre il mare, esprimendo il desiderio di riunirsi con l'amata, immaginando un luogo ideale dove possono stare insieme felici, per non dover più salpare via, alla ricerca di qualcosa.
Ed è proprio da qui, dalla Chicago del proibizionismo degli anni '30, che parte la vicenda di Rive Lontane di Anaïs Flogny, storia noir e nostalgica che, in concomitanza con il Pride Month (in uscita in Italia il 7 giugno per Bao Publishing), scruta nelle pieghe di una relazione omosessuale tossica tra due malavitosi, Jules Tivoli e Adam Czar, che si amano segretamente durante la Chicago del proibizionismo. È questo, un periodo di attività clandestine che la storia del cinema ha contribuito ha rendere celebre, si pensi a Gli intoccabili di Brian De Palma e la pluripremiata serie TV Boardwalk Empire, con Steve Buscemi.
Durante il proibizionismo, molte città americane videro una proliferazione della malavita, ma Chicago è particolarmente nota per questo fenomeno. La città divenne un centro nevralgico per il contrabbando di alcol e altre attività criminali, in gran parte a causa delle operazioni della mafia guidata da figure come Al Capone. La corruzione diffusa tra le forze dell'ordine e i funzionari pubblici permise alle organizzazioni criminali di operare con relativa impunità, contribuendo significativamente all'aumento del crimine organizzato.
È proprio nella Chicago del 1938 che incontriamo un giovane e sgualcito Jules, garzone immigrato italiano dal viso sfregiato, che durante uno dei suoi turni come fattorino al servizio presso il negozio di tessuti maschili del signor Meeks nota un alto figuro in abiti borghesi, al quale il signor Meeks si rivolge con prostrazione e reverenza chiamandolo 'signor Czar', che è venuto per riscuotere una misteriosa parcella. Jules rimane folgorato da quell'individuo, che gli si rivolge con superiorità e che gli ricorda che lui stesso, in quanto dipendente del signor Meeks, è una sua proprietà.
Jules ancora non lo sa, ma quell'incontro gli cambierà la vita, perché l'uomo che ha davanti è il famigerato Adam Czar, immigrato polacco e alto esponente della malavita di Chicago, e non passa molto tempo prima che Jules gli chieda di assumerlo al suo servizio per smetterla di essere solo un garzone. Adam Czar, colpito dall'intraprendenza di Jules, gli offre una possibilità. Ma ben presto, è evidente che tra i due ci sia più di una semplice affinità professionale, così Adam e Jules diventano segretamente amanti, e insieme cooperano nei meandri del crimine dell'Illinois, a una condizione, nessuno dovrà mai sapere della loro relazione, che nasce sin da subito come un gioco di potere in cui Adam è al timone.
Tutto sembra andare a gonfie vele e Jules può finalmente sfoggiare abiti di alta sartoria e godere dei vantaggi della vita da gangster e dei soldi facili dell'illegalità, fino a quando una faida tra Adam Czar e il boss Schiro, e un attentato alla stessa vita di Adam, non costringe i due gangster amanti ad abbandonare Chicago, diventata ormai ostile per entrambi, e a correre il rischio di ricominciare a New York. È qui che Adam si accorge ben presto di quanto tentacolare sia la copertura di Cosa Nostra, e soprattutto di quanto i boss mafiosi ci tengano a "lavare i panni sporchi in casa", non fidandosi di un gangster polacco come loro affiliato.
È per questo che Adam studia un piano, e istiga un soggiogato Jules a correre il rischio, decidendo di fargli da burattinaio, introducendolo in quanto italiano alla mafia newyorkese del boss Saverio, e dirigendone le decisioni nelle retrovie. È qui che i giochi inizieranno a complicarsi, dato che a seguito di un'iniziale entusiasmo di Adam per la rapida scalata al potere di Jules all'interno delle grazie del boss Saverio, subentra ben presto la manipolazione di Adam ai danni di Jules e la frustrazione del gangster polacco di fronte alla constatazione che Jules stia facendo più carriera di lui, e che Adam faccia ormai parte di una criminalità del passato che appartiene all'era del proibizionismo ormai superato.
A questo si va ad aggiungere la forte complicità tra Jules e il suo socio, Eufrasio, ragazzo ambizioso con il sogno di diventare leader del traffico di eroina a Marsiglia e che guarda alla criminalità newyorkese come a un branco di dinosauri ormai lenti e decaduti. Una retata durante un incontro ufficiale tra boss della malavita americana e un interrogatorio andato male faranno precipitare il rapporto tra Jules e Adam, travolgendo anche l'amicizia con Eufrasio in un vortice tragico, che spingerà Jules a interrogarsi sulla natura del suo rapporto con Adam e sui sottili e affilati rasoi dell'amore tossico che si trasforma in plagio, vassallaggio e oppressione.
Strizzando l'occhio ai classici del cinema come C'era una volta in America di Sergio Leone, Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese, Chinatown di Roman Polanski e ovviamente Il padrino di Francis Ford Coppola, Rive Lontane è un'epopea criminale a fumetti dai colori freddi e dalle tavole a tutta pagina che incorniciano personaggi eleganti e complessi in ambienti Art déco che rendono la storia sofisticata e intimistica.
Dal 1938 al 1960, dall'Illinois allo stato di New York e infine al Sud della Francia, osserviamo l'evoluzione del rapporto tra Adam e Jules e la maturazione di quest'ultimo, nonché la sua ascesa a boss della malavita e le decisioni dolorose che lo porteranno a cambiamenti inevitabili. Anaïs Flogny ha raccontato una storia servendosi di strumenti narrativi già consolidati nell'immaginario collettivo delle storie gangster americane, dando spazio alle soggettività queer in un modo che risulta inedito e interessante, e che apre la possibilità a nuovi scenari dell'immaginario.
Matteo Cardillo
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