Sul vostro sito non c’è una sezione “About” o “Chi siamo”, per descrivervi usate il termine “coven”. Che cos’è una coven e perché vi riferite alla redazione come a una coven?
Per noi essere una coven vuol dire essere una comunità unita da affinità elettive e risonanze comuni: crediamo che sia fondamentale, in un mondo travagliato, ritrovare il modo di esprimere una potenza e una vitalità collettiva. La coven, esotericamente e storicamente, risponde a questa esigenza: la redazione per noi è prima ancora che un luogo di lavoro un luogo dove avviene l’incontro tra spiriti affini, uniti da un obiettivo comune. Tutto quello che facciamo, dai libri alle fiere passando per le feste, rispecchia questo modo di vedere la realtà e il tentativo di modificarla.
Dire qualcosa su ognuno occuperebbe troppo spazio: quello che c’è da sapere è che siamo spiriti affini, mossi da una volontà comune. Per noi Mercurio è uno dei modi di prenderci dalla vita quello che desideriamo, che ci muove e che ci fa sentire vivi. Nella scelta dei nostri collaboratori abbiamo sin da subito messo dei paletti molto chiari: vogliamo lavorare con professionisti e professioniste, ma solo a patto che condividano la nostra visione, che entrino in risonanza con quello che stiamo cercando di fare. Tutte le persone che attraversano Mercurio lo attraversano in questo modo, condividendo questo desiderio di divertirsi e creare in modo anarchico e vitalistico.
Parlaci dei primi tre titoli pubblicati: Maeve di CJ Leede, Vorrei essere qui di M. John Harrison e L’Altra Valle di Scott Alexander Howard.
Maeve è un libro di cuore, autentico. È un esordio, con tutte le ingenuità del caso: ma dalla sua ha una forza dirompente che esiste soltanto nel momento in cui chi scrive risuona genuinamente con ciò che scrive. È una storia di desiderio, violenza e potere, del coraggio di superare certi limiti e della paura più tremenda, quella della solitudine. L’Altra Valle è invece una storia d’amore, nel più bel senso possibile: è la storia più antica del mondo, quella fra una ragazza e un ragazzo che devono decidere quanto a fondo sono disposti ad andare pur di rimanere insieme. Tempo, destino e libero arbitrio, temi ancestrali e archetipici che vanno a comporre un altro esordio secondo noi di qualità. Vorrei essere qui è invece un memoir che non lascia scampo: 40 anni di riflessioni, dove verità e menzogna perdono il loro significato andando a comporre un affresco che parla di ciò che vuol dire scrivere, ricordare e in ultimo vivere.
Sinceramente oltre ogni aspettativa: le persone hanno capito appieno quello che cercavamo di comunicare, hanno risposto alla nostra esigenza di trovare spiriti affini e ci hanno dimostrato che è possibile creare uno spazio di condivisione e apertura nel quale divertirsi ed essere liberi. La festa che abbiamo fatto all’Imbarchino di Torino ha dimostrato concretamente quanta voglia ci sia di rompere vecchi schemi mortiferi: abbiamo organizzato un concerto punk/Hardcore in un contesto dove le persone erano abituate a sorseggiare vino in camicia bianca, abbiamo accolto più di 300 persone in una sola notte più le centinaia che sono passate a salutarci allo stand e hanno interagito con il grimorio che avevamo preparato per loro. Siamo felici perché questo è solo l’inizio, abbiamo in programma tante sorprese e tante occasioni per stare insieme da qui a dicembre e poi oltre.
Abbiamo quasi chiuso il 2025, un
anno che vedrà i nostri primi autori e autrici italiane. Stiamo costruendo un
catalogo che mantenga le promesse che ci siamo fatti: storie sulla soglia, dove
il genere è solo una delle tante modalità di attraversamento; siamo interessati
alle voce delle autrici e degli autori, al loro modo di stare nel mondo
attraverso i libri e in generale all’idea di letteratura che sono capaci di
esprimere. A giugno uscirà Città che ride,
la storia matrilineare di quattro donne visitate da un demone cambia forma, il dibbuk, e di come la risata possa essere
una forma di maledizione. Poi a luglio avremo il nuovo libro di Laura van den
Berg, Paradiso terrestre, che parla di inquietudine, disastro climatico e un mondo
alla deriva che somiglia sempre di più ad una giungla. A settembre avremo il
nostro primo recupero: Lo studente del
Divino, un libro incredibile del maestro del weird Michael Cisco, finora
mai pubblicato in Italia; a ottobre, invece ci sarà la nostra punta del 2024:
il primo romanzo di Kelly Link (autrice finalista al Pulitzer, di cui
pubblicheremo tutta l’opera), The Book Of
Love, una storia di amore, amicizia e morte, ovvero tutto ciò di cui ci
interessa parlare.
Intervista a cura di David Valentini
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