Dopo il grandissimo successo di La portalettere, vincitore del Premio Bancarella e in classifica da mesi e mesi, Francesca Giannone torna in libreria con un nuovo romanzo che mette nuovamente al centro una famiglia, ma con dinamiche diverse.
Fondamentale per la storia nonché per la famiglia Rizzo è il loro saponificio di Araglie (cittadina salentina d'invenzione, un po' come era stato per il paese di Lizzanello, paesino esistente nella realtà ma che nel romanzo unisce i tratti di varie realtà salentine, come sanno i lettori della Portalettere). Fondatori nel 1920 e da allora sapienti saponieri, i Rizzo gestiscono la loro piccola ma fiorente a conduzione famigliare: forse i loro macchinari sono ancora antiquati, ma i risultati sono prodotti di grande qualità. E i loro operai sono fedeli ai Rizzo e lavorano volentieri per loro.
Alla morte dei nonni, sono i nipoti Lorenzo e Agnese a badare davvero alla fabbrica, perché loro padre, Giuseppe, ha sempre mal sopportato quella professione che non aveva scelto per sé. Altri erano i suoi sogni, e invece si era trovato intrappolato dal volere paterno; così si spiegano le poche ore passate svogliatamente in fabbrica, il suo costante malessere o il disinteresse verso le sperimentazioni entusiaste di Lorenzo e Agnese. Disegnatore e pubblicitario dell'azienda lui, talentosa ricercatrice di essenze e di nuove ricette lei, i due fratelli sognano di portare avanti le invenzioni del nonno, come la saponetta al profumo di talco Marianne (chiamata così in onore della nonna), e di far parlare delle loro nuove creazioni.
Così come sono decisi nel campo professionale, i giovanissimi protagonisti hanno le idee chiare anche nella loro vita privata: Lorenzo è innamorato di Angela, la quale, più bella di Brigitte Bardot, un giorno dovrà diventare sua moglie; Agnese invece è disinteressata all'amore, perché lei si trova a proprio agio solo e unicamente tra le mura del saponificio e non tra la gente. Ma la vita è fatta per sconvolgere le convinzioni, e così, anche quello che i fratelli dicono in spiaggia in una giornata come tante altre è destinato a restare una chiacchierata o poco più.
Infatti, senza che i ragazzi possano avere voce in capitolo, Giuseppe decide di vendere il saponificio a un ricco imprenditore del settore, Colella, già proprietario di altre aziende ben più grandi. I figli possono decidere solo cosa fare del proprio futuro: o andarsene con una parte della rendita o restare a lavorare lì, passando però dall'essere i figli del proprietario a semplici operai. Benché entrambi soffrano immensamente, le risposte sono diverse: Lorenzo, irremovibile, reagisce malamente e decide istintivamente di andarsene dalla fabbrica e addirittura dalla casa paterna; Agnese, invece, non riesce a vedersi lontana da lì e cede, accettando di lavorare per Colella. Questo per Lorenzo è un vero e proprio tradimento e da tale evento, premessa a quanto leggeremo poi in Domani, domani, la famiglia si spezza.
È il 1959 quando la strada dei due fratelli si biforca, e noi lettori seguiamo ora le vicende di Lorenzo, che si allontanerà e andrà a Lecce, ora la vita ad Araglie di Agnese, che sarà costretta a rivedere le sue convinzioni sull'amore, grazie a un incontro decisamente inatteso. Lorenzo è animato dall'imperativo di trovare fondi a sufficienza per ricomprare il saponificio, a qualsiasi costo, mentre Agnese cerca di farlo ragionare sulla possibilità di unire le forze e lavorare per aprire un nuovo posto tutto loro, un domani, portando con sé le ricette dei saponi inventate dai nonni. Agnese è più realistica, forse, ma la determinazione di Lorenzo è forte al pari della sua cocciutaggine, che lo porta a escludere persino sua sorella. E noi lettori ci troviamo effettivamente a chiederci cosa potrebbe far rincontrare i fratelli o cosa potrebbe cambiare le cose, perché alcune scelte lungo il percorso dei due potrebbero allontanarli ulteriormente.
Se questa è la vicenda principale, che ci viene raccontata in modo molto lineare, accompagnandoci per mano nelle vite dei personaggi fino al 1960, attorno ad Agnese e a Lorenzo c'è un mondo: quello della politica, della storia e del boom economico, ma anche dell'arte, della musica e della cinematografia dell'epoca. La ricostruzione da parte dell'autrice è appassionata e fedele: così come possiamo leggere Domani, domani ascoltando i successi che suonano alla radio allora, se siamo appassionati di film quanto Lorenzo non mancheremo di riconoscere il suo stupore nel vedere al cinema questa o quella pellicola indimenticabile.
Stupisce, ancora una volta, la semplicità con cui Francesca Giannone riesce a inserire all'interno del romanzo tematiche che offrono riflessioni più profonde nei lettori. In primis, pensiamo a come il luogo di lavoro possa essere un luogo-rifugio (come per Agnese) o trasformarsi in una prigione (come per Giuseppe). Scopriamo un'altra prigione, ovvero quanto per un personaggio come Lorenzo la vendetta faccia perdere di vista qualsiasi altro valore e le altre persone a lui care. Troviamo, inoltre, donne che compiono scelte molto diverse: la madre di Agnese e Lorenzo, Salvatora, è accudente e sostiene il marito anche nelle avversità, spesso difendendolo dai figli stessi; Teresa, amica di Agnese, è l'esempio di una giovane figlia d'operai che cerca un riscatto sociale per la sua famiglia attraverso lo studio; Angela, donna innamorata e fedele, non intende smettere di lavorare, benché Lorenzo si mostri più volte geloso; e infine la piccola Agnese è un talento a tutti gli effetti e questo la porterà a porsi importanti domande sul suo futuro.
Cosa aspetta i protagonisti nel loro domani? Ci sono quasi quattrocento pagine piene di essenze profumate, intuizioni potenzialmente geniali, ambizioni e desideri di rivalsa, tra colpi di scena a dir poco inattesi, che ritmano una storia famigliare a tratti dolcissima e altrove amara, in cui le scelte individuali vedono vacillare persino la convinzione suprema: esserci per chi amiamo.
GMGhioni