Problematizzare l'aborto al di là del dualismo: storia di una vicenda secolare nella nuova edizione del saggio di Giulia Galeotti


Storia dell'aborto 
di Giulia Galeotti
il Mulino, 2° edizione aggiornata 2024

pp. 160
€ 13,00 (cartaceo)
€ 8,36 (ebook)

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Basta cercare la parola "aborto" tra le notizie del motore di ricerca per trovare decine e decine di risultati, solo nelle ultime settimane, in cui questo termine sia connesso al concetto di "polemica". A volte le due cose sono anche accostate esplicitamente nei titoli dei pezzi giornalistici. 
Il modo con cui sono costruiti tanti di questi articoli, in cui si citano i protagonisti delle vicende e si riportano le loro parole introduce facilmente a un'arena di polemiche che assai di rado giungono alla problematizzazione del fenomeno, ma più spesso lo trattano con la visione dualistica del "noi contro voi". 
Uno dei modi, il più efficace probabilmente, per farsi un'idea sull'aborto - Farsi un'idea è anche il nome della collana della casa editrice il Mulino che ha pubblicato il volume di cui parliamo qui - è conoscerne la storia.
Non fermarsi agli eventi più recenti, inevitabilmente per tutti noi distorti dalle tante lenti del giudizio che indossiamo in quanto esseri sociali, ma andare indietro fino all'origine della vicenda per capire che cosa sta al nucleo dell'aborto come "verità fatta di molte verità differenti [...] dibattito destinato a non sopirsi mai". 
Per questo ho letto Storia dell'aborto della giornalista Giulia Galeotti, saggio del 2003 quest'anno riproposto in una nuova edizione aggiornata, perché ho avvertito che le stesse idee che in più occasioni ho espresso sull'argomento - per quanto da me solidamente difese - non sono sempre state supportate da una solida conoscenza dello sviluppo di un tema così complesso. 
Questo saggio ripercorre tutte le fasi della storia dell'aborto, dal mondo antico greco-romano alla contemporaneità. I temi conduttori e i protagonisti chiave della vicenda sono raccontati in 160 pagine che hanno un ritmo molto serrato, che poco lascia al commento e tanto all'esposizione dei fatti.  
I passaggi storici cruciali sono ovviamente sottolineati ponendo l'accento sui grandi flussi di pensiero che hanno spostato l'asse della questione aborto verso un polo o un altro della discussione. 
Se fino alla metà del Settecento, di fatto, ciò che è racchiuso nell'utero veniva considerato solo un'appendice del corpo materno, quasi fosse il frutto di un albero che non può svilupparsi e crescere senza la pianta madre, nel tempo sono cambiati significativamente la percezione e i soggetti coinvolti in una discussione in cui la gravidanza è stata progressivamente oggettivata e mediata da voci esterne. 
Gradualmente, di passaggio storico in passaggio storico, il feto è diventato un'entità autonoma, non definita esclusivamente dalla relazione con la madre ma per sua stessa esistenza. 

Storia dell'aborto permette sinteticamente di avere visione di come si siano sviluppate alcune delle più radicate convinzioni pro e contro l'aborto, quali flussi di consenso e dissenso abbiano animato una vicenda sociale e politica secolare incidendo in maniera concreta, e spesso drammatica, sulle vite delle donne. Concepimento, sopravvivenza, omicidio, morale, pericolo sono solo alcuni dei temi chiave che tornano tra queste pagine ricordandoci l'importanza di conoscere cosa c'è davvero alla base di queste posizioni. Si parla della Chiesa (anzi delle Chiese), si rievocano le più cruciali sentenze sull'aborto - il caso Roe v. Wade, per citarne solo uno - si ripercorrono le scoperte scientifiche e le riforme che hanno portato alle leggi come la 194. 
Si comprende come dal feto si sia passati alla donna come termine privilegiato (decisiva, in questo senso, la svolta storica del femminismo degli anni Settanta) e quali siano oggi i termini reali della questione, al di là degli slogan elettorali e delle fake news. Si affronta in parte anche il modo con cui l'arte e la cultura hanno storicamente preso parola sulla vicenda, spaziando avanti e indietro dalla famosa Lettera di un bambino mai nato di Oriana Fallaci (1975) al dipinto Ospedale Henry Ford (Il letto volante) di Frida Kahlo (1932) fino al film Tre vite allo specchio di Cher e Nancy Savoca (1996). 

Arrivati al termine del volume, tracciare delle conclusioni è molto difficile, praticamente impossibile scrive Galeotti, perché un tema che ha così intimamente a che fare con la sessualità, la riproduzione, il rapporto tra uomini e donne, le necessità politiche, l'uguaglianza, le diseguaglianze e la morale non potrà realmente mai dirsi esaurito. Chiaro è l'invito a uscire dai dualismi e ad andare al di là delle varie tifoserie, facendo ricorso ai dati, con il rigore e l'onestà intellettuale che tutto questo richiede.  
In un clima che non smette di essere rovente, e non solo in Italia, rimane salda la volontà di tenere lo sguardo dritto sulle donne, sui loro diritti e sulle loro voci, per troppo tempo inascoltate e controllate: 
Il processo della gravidanza è graduale: siamo dinnanzi a un accrescimento che non è soltanto comandato dal corredo genetico dell'embrione, ma ha necessariamente bisogno del corpo per procedere. È questa interdipendenza, è questo legame a richiedere - come riconoscono tanti ordinamenti giuridici - una lettura di questo legame e persino della sua interruzione in termini gradualistici. Non perché ci siano un prima e un dopo netti ed evidenti, ma perché la sola via percorribile è la ponderazione di una situazione (la gravidanza) per definizione relazionale, asimmetrica e in necessaria evoluzione. (p. 154-155)
Come per tutte le grandi tematiche che hanno a che fare con la vita e la morte, senza abbracciare questa gradualità di cui parla l'autrice, senza ponderare e pesare le situazioni, le scelte e le parole, ci si trova a ridurre l'esistenza a contrapposizioni perdendo lo sguardo sulle relazioni. 

Claudia Consoli