di Raphaela Edelbauer
Rizzoli, 2024
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Vienna, 30 luglio 1914: siamo alla vigilia della Prima guerra mondiale e Hans è un giovane stalliere tirolese che arriva in città con una missione ben precisa, ovvero recarsi dalla dottoressa Helene Cheresch, psicoanalista specializzata in isteria di massa e stati di alterazione parapsicologica. Il motivo della venuta del ragazzo nella città patria di Freud, e quindi della psicoanalisi, è presto detto: egli è da tempo soggetto ad alcuni fenomeni strani in cui percepisce i pensieri altrui, in maniera spontanea e immediata, e riesce a formularli nella propria mente poco prima che vengano pronunciati dagli altri.
"È successo cinque anni fa, e da allora ci faccio caso quasi di continuo: gli altri, soprattutto persone che non conosco, ripetono a voce alta i miei pensieri. È' impossibile, lo so." [...] "Può succedere in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Una settimana fa stavo piantando degli ortaggi nell'orto e ho incocciato contro una lastra di scisto. Ho pensato: mi toccherà tirarla fuori con le pinze. E mi sono alzato. Poi ho sentito la voce del contadino." "E ha detto proprio così? Con quelle esatte parole che aveva pensato lei?" "Mi toccherà tirarlo fuori con le pinze, sì. Solo che lui si riferiva a un chiodo che sporgeva da sotto le tegole del tetto." (pp. 34-35)
Ma Hans non è solo: una volta uscito, incontra Klara e Adam, anche loro ricevuti dalla dottoressa per fenomeni simili. La prima, in particolare, dottoranda in matematica con una tesi sui numeri incommensurabili, ha la particolare capacità di entrare nei sogni condivisi delle persone e, a differenza degli altri, saltare da una prospettiva all'altra, in una sorta di posizione registica. La conoscenza dei due sarà per Hans di grande importanza, sia per la gestione della propria situazione, sia per entrare nello spirito viennese.
Il libro di Edelbauer, infatti, candidato al Deutscher Buchpreis 2023, propone un grande affresco del contesto storico-sociale della Vienna dell'epoca e la Belle Époque austriaca è rappresentata con grande vivacità, sia attraverso le vicende individuali dei personaggi (ad esempio, quella di Adam, destinato a entrare nell'esercito all'indomani della Prima Guerra Mondiale), sia attraverso le digressioni. Queste ultime in particolare, va detto, sono sicuramente molto ricche e precise; tuttavia, sebbene sia interessante conoscere qualcosa di più sulle circostanze storiche portarono alla costruzione di una certa chiesa o le reazioni che suscitò la prima esecuzione del Secondo quartetto per archi op. 10 di Schönberg, bisogna dire che esse risultano talvolta un po' lunghe, abbastanza da allontanare dalla narrazione principale della vicenda.
D'altronde, il ritmo dell'intero libro è piuttosto lento e ogni episodio è descritto in maniera molto accurata, come l'ingresso di Hans al conservatorio o la cena di quella stessa sera. Di fatto, questo non è un difetto, ma sicuramente un elemento di cui tener conto durante la lettura; senz'altro questa scelta è di grande interesse per coloro che vogliono entrare nello spirito della Belle Époque viennese, poiché in questo l'autrice riesce sicuramente benissimo.
Le successive trentasei ore porteranno Hans dentro la vita caotica di città, che già aveva assaggiato nella discesa dal treno, passando dalla tranquillità della campagna, nella sua precedente vita da stalliere, alla confusione della metropoli: ed è così che Edelbauer ci porta nella Vienna del tempo, tra locali nascosti, risse, cene con lo Stato maggiore dell'esercito e così via. Un grande affresco dell'epoca, alla vigilia di un conflitto che cambierà per sempre la storia della città e del mondo.
Valentina Zinnà
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