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"A te vicino così dolce", il delicato e struggente romanzo di Serena Bortone

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A te vicino così dolce
di Serena Bortone
Milano, Rizzoli, 2024

pp. 304
€ 18,50 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

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Quando uscii nel piazzale, all'aperto, il sole era tramontato e cominciava a rinfrescare. Mi accesi una sigaretta, appoggiandomi a un motorino. Il polpaccio mi bruciava. Scacciai tutti i pensieri: il moretto, Niccolò, le famiglie, il liceo. Mi concentrai sull'unica prospettiva positiva: il tempo scorreva veloce ed eravamo già arrivati a venerdì 8 maggio. La scuola sarebbe finita in un mese e le vacanze si stavano per spalancare: portatrici di imprevisti, novità, forse anche di amore. (p. 39)

Serena, sedici anni, e Vittoria, quasi diciassette, si conoscono fin dai tempi dell'infanzia e condividono un'amicizia profonda e speciale, contrassegnata da una forte complicità. Ognuna trova comprensione e rifugio nell'altra, anche a fronte di famiglie problematiche.

"Ma certo che saremo sempre amiche. Da sempre e per sempre. Te lo giuro!" Alzai la mano, per mimare la cosa più simile a un giuramento sacro. Poi la abbracciai, così stretta da farle male. Volevo trasmetterle quello che non sempre riuscivo a dire. Che lei era l'unica persona al mondo di cui non temevo il giudizio, l'unica da cui mi sentissi accolta. La sola con cui ero davvero me stessa. (p. 31)

Condividono tutto: versioni di greco, confidenze imbarazzate e intime, la fuga nei desideri più nascosti. Tutto sembra procedere in modo abbastanza ordinario, fino a quando un'estate Vittoria torna dal mare con una luce diversa negli occhi, quella di una ragazza innamorata. Vittoria ha conosciuto Paolo, un ragazzo che sembra essere la sua anima gemella e, soprattutto, sembra amarla di un amore intenso, puro. Tuttavia, le cose non sono esattamente come sembrano e il ragazzo nasconde un segreto, una verità che verrà a galla poco a poco. Non vogliamo svelare nulla di quanto accade poiché Bortone è davvero molto brava a centellinare indizi e a inserire alcune anticipazioni strategiche, facendo di tanto in tanto riferimento a un certo "disastro" futuro in un crescendo di tensione che rende il libro piacevolmente scorrevole e particolarmente godibile. È attraverso la voce narrante di Serena che vediamo lo scorrere degli eventi ed è attraverso la sua sensibilità e perspicacia che possiamo avvertire il crescente senso di angoscia che scaturisce dagli eventi che si susseguono, fino al punto di non ritorno. Il romanzo, scrive l'autrice in apertura, «è stato ispirato da una storia che ho vissuto. I nomi di alcuni protagonisti sono stati cambiati per la loro riservatezza. Sono veri i fatti mentre tutto il resto, perfino le condizioni metereologiche, è frutto di invenzione e chiunque si dovesse identificare lo fa per eccesso di fantasia». (p. 4)

Il misurato equilibrio degli elementi operato da Bortone fa sì che a un certo punto del libro si apra una lunga digressione che ricostruisce la vita di Paolo e ci porta pian piano ad accumulare una serie di informazioni che permetteranno a noi di proseguire nella lettura con uno sguardo diverso, più ampio, da quello di Serena e Vittoria. Ciò è particolarmente importante perché uno dei pregi del libro è il fatto che si riesca a comunicare le emozioni e le dinamiche - anche psicologiche - dei comportamenti che Paolo assumerà nella seconda parte del testo, dando così una fondamentale cornice al tutto. Bortone ci ricorda che anziché giudicare è importante conoscere e approfondire, con serietà e consapevolezza, la storia di ognuno.

Inoltre, un altro degli aspetti positivi del libro è il fatto che l'autrice sia riuscita a ricreare in maniera piuttosto fedele un microcosmo del tutto aderente alla realtà degli anni Ottanta, rendendo quest'ultima tangibile anche a coloro che l'hanno vissuta solo nei racconti di fratelli o amici più grandi: gli Spandau Ballet e Simon Le Bon, Chernobyl e il referendum sul nucleare, i walkman, Prince, il febbrile entusiasmo delle vacanze studio all'esterno, e così via. Questi riferimenti concreti a luoghi, marchi, oggetti ed eventi (es. il Live Aid o il matrimonio di Carlo e Diana) costruiscono un'atmosfera sospesa nel tempo e consentono di entrare nello spirito dell'epoca. È importante sottolineare ciò perché, di fatto, anche la storia stessa e tutta la vicenda che viene raccontata nascono e si sviluppano in relazione al contesto storico in cui accadono.

Alcune storie sono universali, altre sono legate inesorabilmente al momento in cui esistono. La nostra storia è legata agli anni Ottanta, quando Internet non esisteva  che nella mente degli dei, quando le informazioni transitavano solo attraverso le chiacchiere o i libri. [...] La nostra storia oggi non potrebbe esistere. La conoscenza ci avrebbe aiutate a gestire l'imprevisto più importante della nostra vita con maggiore lucidità? Vittoria sarebbe stata una figlia condiscendente al volere dei genitori, se avesse avuto modo di sapere la verità? E che tipo di persona sarebbe stato Paolo, se solo avesse avuto la possibilità di realizzarsi senza infingimenti? (p. 46)

Oltre che sulla storia di Paolo, il libro si concentra bene anche sull'importanza dell'amicizia, poiché anche quell'intensità con cui è stata vissuta appartiene a una stagione della vita, l'adolescenza, che ormai è lontana dal presente della voce narrante. Ed è così che le vicende di quell'anno costituiscono per la protagonista un vero e proprio spartiacque tra un prima e un dopo, verso una fase della vita nuova e diversa.

Ognuno di noi attraversa un momento dell'esistenza nel quale ha la percezione della scissione dal passato. Eventi gioiosi come matrimoni, amanti, la nascita di un figlio, o luttuosi: morte, separazioni. Per me la prima volta in cui riconobbi un prima e un dopo fu quella stagione con Vittoria. E' nel sentimento di quel prima perduto per sempre che io, quando ascolto le canzoni degli anni Ottanta, piango. (p. 203)

Un'ultima lode va al titolo (una citazione di Saffo) e alla splendida copertina, opera di Gun Karlsson: entrambi elementi che rendono appieno il malinconico struggimento di un'età ormai passata ma sempre presente nel cuore di chi l'ha vissuta.

Valentina Zinnà