La storia e l'impegno civile ne "Il delitto Matteotti" di Barilli e De Carli per BeccoGiallo





Il delitto Matteotti
di Francesco Barilli e Manuel De Carli
BeccoGiallo, 2024

pp. 144
€ 18.00

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Pubblicato nella collana “Misteri d’Italia”, in cui si annida forse l’obiettivo più profondo della casa editrice, quello orientato alla riflessione storico-sociale (da cui anche il nome, riferimento esplicito al noto settimanale satirico antifascista), Il delitto Matteotti si inserisce nel solco delle pubblicazioni per il centenario della sua morte (si tratta, in questo caso, della ristampa di un volume del 2018). Proprio a un immaginario programma radiofonico di ricostruzione storica si attribuisce la narrazione dei fatti, che passa attraverso una attenta documentazione e un’accurata collazione di fonti, primarie e secondarie. Collocato al di fuori di un tempo e di uno spazio precisi per poter assumere una valenza universale, lo “Speciale Matteotti” può sganciarsi dai limiti del reale e ammettere tra i suoi ospiti e testimoni personaggi storici di fazioni opposte (un camerata che ha assistito al rapimento, il magistrato incaricato del processo…), ma anche proiettarsi in avanti, mettendo in rilievo le problematiche legate alla rielaborazione odierna della memoria storica. Il graphic novel muove dunque da continue interferenze tra passato e presente, grazie all’espediente della voce radiofonica, in grado di raggiungere ambienti diversi. Muovendosi su due piani temporali (l’Italia degli anni ‘20 e quella di cento anni dopo), mostra tanto gli eventi storici, quanto la loro ricaduta sul contemporaneo. Così nel bar frequentato dai nostalgici a pronunciare i discorsi riferiti dall’altoparlante sembra essere il busto stesso di Mussolini, mentre un giovane antifascista passeggia tra i viali di Roma accompagnato dal podcast che risuona nelle cuffie.

Matteotti viene presentato come un uomo integro, a caccia di una verità scomoda, che doveva essere celata a tutti i costi. Ben lungi dal poter risolvere alcuni punti oscuri che ancora circondano la sua morte, gli autori mostrano le dinamiche politiche e i giochi di potere che la precedono e la accompagnano, lasciando alcune importanti suggestioni per l’approfondimento individuale

Se i confini penali del delitto possono essere ancora parzialmente vaghi, sicuramente non è vago il contesto in cui gli assassini poterono prima agire e poi godere di ampie protezioni. (p. 125)

Contrapposta alla parabola breve, coerente, della vita del leader del PSU, è quindi la vicenda esistenziale rocambolesca di uno dei carnefici, Amerigo Dumini, che riesce a muoversi quasi indisturbato tra le pieghe del sistema riuscendo a non pagare mai per il suo crimine (se non in una piccola rivincita karmica immaginata da Barilli e De Carli). Alla fine del volume un’appendice aiuta a comprenderne e approfondirne i contenuti, attraverso alcune specifiche di natura storica e indicazioni circa il necessario adattamento narrativo e le licenze prese in tal senso.

Non è però esclusivamente all’aspetto informativo, pure ben presente, che bisogna guardare. Interessante anche come potenziale lettura scolastica, Il delitto Matteotti leva principalmente un appello alla responsabilità individuale, perché la Storia «è maestra solo per chi, intimamente, capisce di essere coinvolto direttamente dalle sue accuse» (p. 108). Tutti quindi, nel leggere di quanto è avvenuto, siamo chiamati a interrogarci su quali forme può assumere oggi la logica del sopruso e della violenza, su che tipi di cittadini siamo tenuti a essere.

 

Carolina Pernigo