Norferville
di Franck Thilliez
Traduzione di Daniela De Lorenzo
pp. 380
€ 19,50 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)
Torna in Italia Franck Thilliez e stavolta con un thriller dai toni decisamente diversi rispetto a quelli finora pubblicati da Fazi Editore, per la collana Darkside. L'ambientazione ci porta nell'estremo nord del Quebec, ai confini del mondo, che è un mondo freddo, selvaggio e profondamente austero.
Non è la prima volta che ci muoviamo in ambienti estremi, ma qui avviene qualcosa di profondamente inquietante, su cui dovranno far luce una poliziotta, Léonie e un criminologo, Teddy Schaffran, uniti nell'indagine per omicidio di Morgane, figlia del criminologo e che si imbatteranno nella sparizione di più di un migliaio di ragazze indigene negli ultimi quarant'anni.
Le atmosfere cupe e i drammi psicologici, che tengono i lettori di Thilliez incollati alle pagine, diventano qualcosa di più, si tingono di inchiesta sociale e non è un caso che questo romanzo sia stato concepito alla vigilia delle elezioni francesi, mentre il Paese si muove pericolosamente verso l'estremismo di destra.
Il villaggio minerario del Grande Nord, dove è ambientata la storia, è inventato; il suo nome è Norferville e, come tutti gli avamposti nel nulla, condivide la bellezza degli spazi aperti e incontaminati della natura con la chiusura e il bigottismo dei suoi abitanti, che cercano ogni scusa per addossare le colpe agli innu e non hanno l'abitudine di aprirsi con gli sconosciuti. La stessa Léonie, la poliziotta a cui viene affidato il caso, è figlia di questo luogo, ma non si è mai sentita davvero a casa, sia per le sue origini, con un padre bianco e una madre innu, sia perché ha lasciato questo posto infernale in seguito a un evento traumatico che l'ha profondamente segnata.
Ma di tanto in tanto qualche rissa scattava comunque, attizzata da un odio vecchio più di un secolo, risalente a quando alcuni missionari arrivati dal Sud avevano scoperto la presenza di colossali giacimenti di ferro al confine tra le province del Québec e di Terranova e Labrador. [...] E in quella culla di violenza era nata Norferville, direttamente dalle profondità degli inferi. (p. 14)
Non è un luogo per turisti Norferville, e allora cosa sarà mai andata a fare lì Morgane? Questa è la domanda che perseguita suo padre Teddy, che, nonostante non sappia molto degli ultimi anni della figlia, resta profondamente sconvolto dalla notizia della sua morte e si precipita lì da Lione, per cercare di capire, insieme alla poliziotta affidata al caso, perché sua figlia abbia scelto quel posto così isolato per andare incontro a un destino così tragico.
A complicare l'inchiesta intervengono diversi elementi: innanzitutto le condizioni climatiche proibitive, con ghiaccio e temperature ben al di sotto dello zero, che rendono la sopravvivenza una sfida continua; poi la storia complicata del duo investigativo; il passato della poliziotta, che ha vissuto sulla propria pelle gli abusi di una comunità razzista e fortemente chiusa e che anche nel suo presente non vive una relazione idilliaca col suo compagno. Teddy è un criminologo di fama internazionale ma ha perso la sua famiglia, perché il suo lavoro è sempre stato il fulcro della sua vita e, quando la figlia viene trovata morta, ancora una volta è alle sue doti di criminologo che si appella, mettendo da parte il dolore. I due si ritroveranno più affini di quanto non pensino e lavoreranno fianco a fianco scoprendo una serie di mostruosità che renderanno il romanzo ricco di colpi di scena, come sempre molto ben congegnati, trattandosi di un maestro del genere come Thilliez.
L'inchiesta sulla scomparsa delle ragazze indigene, che è il risvolto sociale del libro, parte da dati reali, perché come sempre, negli scritti dell'autore di Annecy, si parte dall'ambientazione, che è cruciale per mettere di fronte alle sfide più dure l'uomo, ma poi si arriva dentro paure che sono reali e concrete. In questo caso i temi trattati sono il razzismo, la globalizzazione, le violenze sulle minoranze e sulle donne. Tematiche di grande attualità, che rendono il libro interessante da più punti di vista, per il meccanismo investigativo, per le difficoltà dell'uomo di immaginarsi in condizioni estreme e per la stringente attualità che ci parla di razzismo e violenza, in forme diverse, ogni giorno.
Lo scrittore assolve così al compito più importante di tutti: trasportarci in un luogo estremo e farci vivere paure che generano dubbi, che ci sembrano lontanissime eppure ci toccano da vicino e che ci parlano di attualità, invitandoci a riflettere, pur nel contesto di un gioco letterario. La letteratura come maestra di vita, in tempi in cui, specialmente in Francia (ma non solo), anche la libertà di pensare e di opporsi, sembrano pericolosamente minacciate e in pericolo.
Samantha Viva
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