"Inferno americano" di Lawrence Wright: storia di una famiglia e di una caccia alle streghe

 

Inferno americano. Storia di una famiglia
di Lawrence Wright
NR Edizioni, giugno 2024

Traduzione di Paola Peduzzi

pp. 210
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

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La mattina del 28 novembre 1988, un lunedì, il giorno in cui sarebbe stato arrestato, Paul R. Ingram si vestì per andare al lavoro nell'ufficio dello sceriffo della Thurston County, in cui lavorava da quasi diciassette anni. Scese al piano di sotto, fece colazione e poi, con sua grande sorpresa, improvvisamente vomitò. All'inizio pensò che si trattasse di un'influenza, poi capì che la sua era semplicemente paura. (p. 3)

Inferno americano è una storia vera talmente intensa da sembrare inventata.
La firma è di Lawrence Wright, giornalista del New Yorker e autore di acclamate pubblicazioni come Dio salvi il Texas, L'anno della peste, La prigione della fede Le altissime torri, con cui ha vinto il Premio Pulitzer per la saggistica nel 2007. Il libro, pubblicato nel 1994 con il titolo Remembering Satan: A Tragic Case of Recovered Memory, è arrivato ora in Italia per NR Edizioni. 
Scrive dell'America e della contemporaneità Wright, giornalista americano nello stile come nella forma, con la proposta di una saggistica rigorosa, aderente al reale, tesa a ricostruire e indagare senza sovrastrutture. La vicenda raccontata in questo libro, come si diceva, ha dell'incredibile: è la storia di una rispettabile famiglia travolta da uno scandalo che ha sconvolto non solo i suoi equilibri, ma quelli di un'intera comunità.
Nel novembre 1988 Ericka e Julia Ingram, figlie di Paul Ingram, vicesceriffo e presidente del Partito Repubblicano di Olympia (stato di Washington), mossero al padre delle accuse: parlarono sulle prime di abusi sessuali subiti dall'infanzia in poi in famiglia e dopo riportarono alla polizia fatti ancora più gravi come torture, stupri, assurdi riti satanici che coinvolgevano i genitori e i fratelli. Dalle loro testimonianze venne fuori il quadro di una vicenda dai contorni grotteschi che si allargava a macchia d'olio coinvolgendo anche altri membri del dipartimento dello sceriffo, accusati di aver abusato per anni dei ragazzi della famiglia Ingram, ricattando anche i genitori e coinvolgendoli in rituali di inaudita violenza. Era il lato oscuro di una comunità tranquilla, dove le famiglie perbene si costruivano case lungo le ferrovie, occupandosi in prima persona dell'orto e della cura del giardino; esistenze laboriose fatte di tanti figli, arnesi, recinti, auto e piccoli riti quotidiani di provincia. 

Ciò che gettò gli Ingram nell'inferno fu che alle dichiarazioni delle due ragazze seguirono una serie di paradossali confessioni del padre che disse disperato ai colleghi del dipartimento di polizia di ricordare solo parzialmente i fatti di cui veniva accusato ma che non poteva negarli. L'uomo sembrava infatti ritrovare nella memoria traccia degli eventi descritti che via via - di testimonianza in testimonianza - diventavano sempre più terribili e più nitidi. 
Inferno americano è un cosiddetto caso di "ricordi recuperati", cosa che negli anni Ottanta negli Stati Uniti aveva acquisito i connotati di un vero e proprio fenomeno popolare, tra pubblicazioni come Michelle Remembers (1980), The Courage to Heal: A Guide for Women Survivors of Child Sexual Abuse (1988) e Repressed Memories: A Journey of Recovery from Sexual Abuse (1992).
Terapeuti, scrittori, giornalisti sembravano interrogarsi profondamente sull'origine dei traumi, sugli effetti delle aggressioni sessuali subite in età infantile, sui comportamenti nevrotici che ne derivano. Il ricordo represso diventa uno spirito da liberare con la forza del vento della verità, mentre tutto intorno fiorisce un interesse particolare per il satanismo e i suoi fenomeni. 
Il lettore precipita nel vortice della storia della famiglia Ingram e della città di Olympia, in un mix di ricordi recuperati, memorie ricostruite, ossessioni, ipnosi, interrogatori e domande che suscitano risposte sempre nuove, mentre scienza, fede, psicologia, paure arcaiche, TV scandalistica e convenzioni sociali si pongono a confronto in una dialettica che provoca smarrimento in chi cerca di ricostruire: 
In ogni indagine di successo, esiste un punto di coerenza dove tutti i fatti raccolti si allineano in uno schema. Gli investigatori possono iniziare a trarre conclusioni; possono riconoscere le probabili verità e le probabili bugie. Il caso Ingram si stava muovendo nella direzione opposta: ciò che all'inizio sembrava avere un senso stava diventando più misterioso; la mole di fatti raccolti cresceva in modo abnorme, ma la trama che li univa andava dissolvendosi. (pp. 108-109)
I casi di ricordi recuperati, a prescindere dalla loro fondatezza, hanno distrutto migliaia di famiglie, e non solo in quegli anni. Non si svelerà qui ovviamente qual è stata l'evoluzione del caso, ma si può dire che questo libro è una discesa in un inferno familiare di dolori, pressioni, aspettative e rivendicazioni. Giochi di specchi e di accuse che hanno fatto di Olympia una nuova Salem di assurde cacce alle streghe
La storia di Inferno americano si legge pagina dopo pagina senza riuscire a fermarsi e ci pone ancora oggi fondamentali domande sulla natura della memoria umana come "capacità ricostruttiva, che continua a creare se stessa, reinventa incessantemente la storia personale", ma anche  sugli inganni dell'inconscio, sui processi di rimozione e sui rischi della costruzione di vite immaginate, alternative rispetto a quelle che viviamo. 


Claudia Consoli