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L’indimenticabile e inquietante storia di una famiglia sull'orlo dell'orrore: "Fervore" di Toby Lloyd

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Fervore
di Toby Lloyd
Neri Pozza, luglio 2024

Traduzione di Silvia Albesano

pp. 336
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Quella sera, quando la madre di Tovyah aprì la porta della sua stanza e gli diede la notizia, lui sentì il bisogno di andare di sopra a guardare. Aveva visto un topo morto, spiaccicato contro il bordo del marciapiede, la testa in una pozza di sangue, ma non aveva mai visto una persona morta. Neanche in fotografia. «Piangi pure, se ti va» disse Hannah. Lei non stava piangendo. Baciò il figlio minore sulla testa e lasciò la stanza. (p. 19)
I Rosenthal sono una famiglia un po' particolare. Hannah ed Eric appartengono alla religione ebraica e sono molto severi, soprattutto con i loro tre figli: Gideon, Elsie e Tovyah; ma la loro severità non si esplica nell’educazione, bensì nell’osservanza di tutte le regole religiose che impongono ai figli con la consapevolezza che Dio sia in ogni cosa. L'Antico Testamento è l'unica strada da seguire, a qualsiasi costo.  La loro casa è un luogo quasi sacro, dove l' insegnamento ebraico non ammette eccezioni. Ma il loro comportamento non è eccepibile. E quando il nonno Yosef, sopravvissuto alla Shoah e che tutti temono ma a cui vogliono anche bene, viene interrogato da Hannah affinché le lasci le sue memorie come materiale per un prossimo libro, tutto comincia a scricchiolare pericolosamente.
Come tutte le disposizioni verbali contenenti istruzioni che confondono chi le ascolta, le ultime volontà di Yosef vennero semplicemente ignorate. In ossequio a consuetudini secolari, Eric decretò che il padre sarebbe stato avvolto nel suo tallit e seppellito all’East Ham Cemetery, accanto all’amatissima Janet. Solo Elsie si oppose. Mentre il corpo veniva calato nella fossa, arretrò schioccando la lingua. E quando la madre le allungò un piccolo sasso rotondo da mettere sulla tomba, lei se lo infilò in tasca. «È tutto sbagliato» disse. Elsie stava attirando l’attenzione dei presenti, ma Hannah lasciò correre. (pp. 21-22)
Perché il passato di Yosef contiene un segreto che, se liberato, non può che offuscare le menti, creare dissidi, produrre quell’insicurezza sulle proprie radici che solo Hannah, con la sua vanità incontenibile, non riesce a comprendere. Eric la ama e la vorrebbe fermare, si rende conto che suo padre potrebbe raccontare episodi spiacevoli, ma non riesce a contenere la furia della moglie, che ha trovato finalmente uno scopo alla sua vita fredda e inconsistente. Ma i figli, su cui ricadono biblicamente le colpe dei genitori, sono le prime vittime di questa scelta. Elsie, che adora il nonno, dopo la sua morte, scompare per quattro giorni per poi ricomparire, rotta, come se un meccanismo che la teneva invita avesse cominciato a perdere le rotelle. E da quel momento nulla sarà come prima, non si può tornare indietro alla stabilità che aveva reso la loro famiglia un focolare domestico accettabile, a tratti felice. Perché Elsie comincia a dare di matto e sembra che un’ombra scura, diabolica sia scesa su di lei. Gideon, il più grande, prende una decisione drastica. E anche Tovyah che sembrava il più saggio, non riesce a liberarsi di quella strana e tossica presenza che aleggia su tutti loro. La sua fuga a Oxford, l’incontro con un’amica speciale, non cambia la dissoluzione di ogni sua sicurezza fino ad un epilogo inarrestabile.
«Preoccupanti» suggerì la signora Wilson. «Preoccupanti. Sì». Hannah chiese perché. «Per dirla senza troppi giri di parole, Elsie ha un’immaginazione violenta. Questa settimana, per esempio, ha scritto una storia su una giovane donna che il padre, tornato dalla guerra, ha legato a una staccionata, le mani dietro la schiena, per poi darle fuoco, mentre tutti i vicini assistevano dai loro giardini». (p. 26)

Lloyd scrive un romanzo tragico, a tratti ironico e con personaggi straordinari, i quali hanno solo la forza di muoversi come marionette impazzite, mentre un fuoco mistico le divora davanti ai nostri occhi. Ne sono consapevoli, combattono disperatamente per uscire da un destino che sembra predefinito, e per quanto la loro intelligenza, il loro coraggio, il loro fascino, la loro cultura, siano alleati in questa battaglia, il nemico contro cui combattono sembra inarrestabile, forse perché è racchiuso dentro al significato che loro danno alla presenza di Dio. Una divinità potente che se guardata nella sua grandiosità, può fare impazzire, come chi cerchi di contemplare con la propria mente tutto l'Universo. Forse questo è successo ad Elsie? Ha visto qualcosa che l'ha fatta impazzire? 

Il meccanismo narrativo di Lloyd sembra perfetto, perché ogni rotella gira per chiudere la struttura della trama in un finale biblico, dove nessuno è innocente, libero e salvo. Dove il male si confonde con il bene e dove quello che crediamo sia da evitare forse ci sta aiutando ad uscire da un incubo e viceversa, ciò che pensiamo sia salvifico ci farà impazzire. Su questa ambiguità della fede, della sua forza razionale e mistica, dell'oblio spirituale contemplato da una mente che chiede verità, si svolge un romanzo coinvolgente e a tratti destabilizzante. In questo fervore religioso, ogni personaggio combatte la sua battaglia con una forza narrativa che solo uno scrittore attento ai cambiamenti caratteriali, anche quelli più sottili, poteva regalarci. Il ritmo ci avvolge fino all’epilogo al quale dobbiamo al più presto arrivare, se non vogliamo rimanere abbagliati da una trama che ci trascina sempre più verso il dubbio, il timore e la sensazione che qualcosa di tremendo capiterà a tutti loro. O a tutti noi?


Fulvio Caporale