[...] Lei invece è davanti al monitor, nella stanza del figlio senza il figlio, nella stanza che il figlio le ha negato, quella in cui lui si è negato a lei. Ora la studia, se la coccola, cerca di capire come possa essere meglio rispetto al mondo di fuori, e forse lo capisce, se ne rende conto, si immedesima, quasi che per poter osservare da un'angolazione diversa e più intima sia necessaria la stanza orfana del figlio, il luogo che si è sostituito a lei nella funzione di madre, proteggendolo a tal punto da negargli la vita, come farebbe una madre. (p. 112)
Rino è un giovane caimano, si staglia sulle rocce, scruta l'ambiente di guerra, e con un joystick tra le mani è il più forte dei cecchini nonché alleato di Richie Rich, entrambi combattono con l'unico scopo di catturare una bandiera e portarsi la vittoria a casa senza morire. Ma Rino è anche un ragazzo di quindici anni che, dopo un mortificante scherzo in piscina, non esce più di casa e decide di passare tutto il tempo nella sua stanza da vero hikikomori (n.b. il termine "hikikomor" significa letteralmente "stare in disparte" ed è usato in gergo per indicare coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, chiudendosi in casa, senza avere alcun contatto diretto con il mondo esterno e a volte nemmeno con i proprio familiari). Per Rino la scuola non esiste, la sua classe non esiste, né la madre o suo padre arrestato tanto tempo fa, c'è solo Margherita nei suoi pensieri, strana ragazza dal solo abbigliamento giapponese a cui però Rino non riesce mai a rivolgere parola.
È proprio Rino che di notte scappa nei giochi online e nelle videochat, attribuendosi il soprannome di "Caimano" e indossando la maschera di Berlusconi, il grande nemico di suo nonno. Il nonno crede che Rino abbia il malocchio e sul letto di morte si fa promettere dal nipote che tornerà in Calabria per liberarsene. Il ragazzo decide di porgere l'ultimo omaggio al nonno e parte per seppellire la protesi della sua gamba nel mare che il nonno aveva amato tanto. Comincia così un viaggio verso il sud dove Rino incontrerà la vera persona dietro il personaggio di Richie Rich, Gaetano, a cui si aggiungerà Massimo, un ragazzo con la sindrome di Asperger e Margherita, suo grande amore. Le loro avventure picaresche attirano l'attenzione di tutti i media che vedono in quei quattro ragazzi una grande famiglia allargarsi, che si spaccia anch'essa per Berlusconi e chiede "potere ai giovani", con l'intento di dare voce al malessere giovanile in una società che incita alla perfezione, all'eccesso e al successo. Per Rino però è solo e soltanto quella voglia di ricongiungersi alla persona più cara e vicina in quel momento di forte solitudine:
Rino non vedeva un coetaneo da quasi cinque mesi, ma ebbe la sensazione di parlare con uno della sua età, uno che veniva Dale sue parti. Il non non poteva uscire perché la vita stava lasciando lui, mentre Rino non voleva uscire per tenere lontano da sé la vita. Entrambi pensavano che ci sarebbe stato un tempo migliore lontano dalla vita. Avrebbe voluto dirgli che non aveva più intenzione di uscire di casa e che iniziava a sentire il bisogno di restringere la parola "casa" a camera sua, tanto sarebbe stato come dirlo a un muro. Stava per farlo, ma il nonno lo riporto lì, in quella scena in cui un vecchio morente e un giovane recluso parlavano. (p. 49)
Soprattutto all'inizio del romanzo, il lettore si confronta con Rino, che alterna momenti di indifferenza, apatia e rabbia. Questa rabbia è spesso scatenata dal ricordo di episodi di cui Rino è stato protagonista e che mettono a nudo la sua vita interiore. Insieme ai personaggi secondari, il ragazzo intraprende un viaggio non solo fisico e concreto ma anche un viaggio alla riscoperta di sé. Attraverso un road trip appassionante a avventuroso, Il giovane caimano di Domenica Varipapa ci regala un romanzo di formazione ironico e vibrante. Quattro ragazzi escono dalle loro camere per attraversare l'Italia, dall'Emilia alla Calabria. Un viaggio che diventa simbolo di riscatto per un'intera generazione, ma sopratutto un romanzo che, attraverso uno spostamento diviene anche modo per affrontare il tema delle radici. Le radici di Rino sono quelle della famiglia, i legami con la patria che sente scorrere nelle vene e sulla pelle. Riemergono così, in quel piccolo borgo, i problemi tra fratelli, dei mariti che hanno fatto la scelta sbagliata, dell'amore non corrisposto di cui resta l'amaro ancora dopo anni. Ed è forse proprio questo il luogo in cui Rino può tornare ad essere il vero io, senza sovrastrutture o impalcature sociali. Questo è l'unico luogo in cui "Il Caimano" può tornare a essere Rino.
Il racconto arriva facilmente al cuore del lettore, perché Varipapa parla esattamente della sua vulnerabilità, della sua paura di fallire, attraverso personaggi così diversi tra loro, ma uniti da un soffocante senso di inadeguatezza. Rino, Gaetano, Massimo e Margherita rappresentano, a loro modo, l'incapacità di chi non trova più la voglia di brillare, ma allo stesso tempo insieme trovano il coraggio necessario per continuare a vivere senza arrendersi a una società che affascia e disillude. Con umorismo ed empatia, l'autore svela come l'amicizia più pura abbia il potere di liberare il coraggio di vivere nel mondo:
Rino, Gaetano e Massimo corrono via, come tre ragazzi dopo aver suonato un campanello. Sono irriconoscibili e infatti non si riconoscono. D'altronde per i cambiamenti c'è bisogno di tempi lunghissimi, mentre per le rivoluzioni bastano un fuoco e qualche ora. (p.106)
Serena Palmese