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Via Panisperna, dove la storia della fisica si intreccia all'amore: "La biblioteca dei fisici scomparsi" di Barbara Bellomo

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La biblioteca dei fisici scomparsi
di Barbara Bellomo
Garzanti, agosto 2024

pp. 256
€ 16,90 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Quando Ida inizia a lavorare come bibliotecaria in via Palinsperna, non ha ancora idea che quegli scienziati che vede ogni giorno, tra cui Fermi, Majorana, Amaldi, un giorno avrebbero rivoluzionato la fisica e il mondo intero con le loro scoperte e gli esperimenti. Per lei sono solo studiosi appassionati, che lavorano fianco a fianco e che talvolta la coinvolgono con il loro entusiasmo. Sì, perché anche se capisce ben poco delle ricerche condotte lì, Ida legge invece da vicino la determinazione delle persone che collaborano per un obiettivo comune. E alcuni di loro, Ettore Majorana in primis, sono ormai degli amici. 

L'attenzione di Ida, tuttavia, è concentrata su uno di loro, Alberto, un ingegnere che fin dal primo incontro l'ha colpita. Di lui Ida studia i dettagli, i movimenti, cercando un pretesto per rivolgergli la parola. E la letteratura è stata davvero galeotta, perché è parlando di Pirandello che lui presta a Ida una copia appena uscita di Uno, nessuno e centomila, pretesto per rivedere quella giovane siciliana dai capelli nerissimi e dagli occhi profondi. 

Se questo è il primo piano narrativo su cui si muove il nuovo romanzo di Barbara Bellomo, e che attraversa gli anni Venti concentrandosi sugli anni Trenta del Novecento, il secondo è ambientato nel 1954, quando Ida è una quarantenne imborghesita, sposata a un altro uomo, Raffaele, un cardiochirurgo fortemente caldeggiato dalla famiglia. Ida è infelice, perché il marito la tradisce sempre più spesso e, soprattutto, Raffaele non è Alberto. Non sono serviti gli anni a calmare un desiderio istintivo e puro, perché così autentico e senza sovrastrutture, come spesso accade nella giovinezza. 

E in quest'anno di crisi personale così profonda a Ida viene in mente di tornare in quella Roma che l'ha vista felice, ripercorrere le orme di quella giovane sé stessa e far luce finalmente su cosa sia andato storto, cosa sia davvero accaduto agli amici di un tempo, a cominciare da Ettore Majorana, scomparso senza lasciare tracce certe di sé. E, quasi senza dirselo apertamente, cercare Ettore significa "rischiare" di imbattersi nel suo amore di un tempo, Alberto, perché c'è chi dice di averlo visto proprio con Majorana. 

Da sempre attenta alla ricostruzione storica, pur dando ampio spazio alla trama finzionale, Barbara Bellomo dà voce a una donna che ha dovuto lottare per ottenere la libertà di lavorare, ma che ha faticato a ribadire che si è davvero liberi se anche nella vita privata ci si può esprimere appieno, amando chi si vuole. E questo è un punto su cui l'autrice sembra insistere, dal momento che Ida, quando si fa protagonista e non solo rievocatrice della gloriosa biblioteca di via Panisperna, non sa darsi pace di aver lottato poco, troppo poco per Alberto. O almeno questa è la sua sensazione. 

Che la vita le stia offrendo una nuova possibilità? Potremo rispondere a questa domanda solo seguendo Ida in questa costruzione intrecciata di passato e presente, vedendola viaggiare alla ricerca del passato ma anche della verità, in una narrazione quieta, priva di enormi momenti di suspense, ma non certo priva di alcuni colpi di scena illuminanti. 

Benché la storia privilegi la vicenda sentimentale di Ida, occorre precisare che Barbara Bellomo ha ricostruito con numerose letture le ipotesi relative alla scomparsa di Majorana (e se ne trovano tracce nella bibliografia a fine libro e nelle note a piè di pagina che precisano qualora ci siano alcune licenze narrative). In questo modo rievocare via Panisperna è insieme lavoro di ricerca accurato e spazio per la fantasia. 

GMGhioni