Immaginate il conto alla rovescia più difficile di tutti: cosa vi viene in mente? Per il protagonista di La luce difficile, David, sua moglie Sara e i loro figli questo momento è la notte che li separa dall'eutanasia che porrà fine alla sofferenze del primogenito Jacobo. Il ragazzo, infatti, vive da anni con un dolore molto intenso, conseguenza di un grave incidente in macchina: rimasto paraplegico, dopo tre anni dalle dimissioni dell'ospedale, «il dolore divenne costante e si acuì al punto che c'erano giorni - non tutti, per fortuna - in cui dovevamo entrare nella sua stanza con mille precauzioni e parlare con un filo di voce, per evitare che il rumore lo facesse gemere e tremare» (p. 25). La sua vita, insieme a quella dei famigliari, è cambiata per sempre: come biasimare il desiderio di Jacobo di porre fine a tutta quella sofferenza?
Eppure non è facile passare dalla dimensione di puro pensiero alla sua realizzazione. Intanto, la famiglia si è adattata, e il padre, David, io narrante della vicenda, racconta senza alcun patetismo le difficoltà quotidiane:
Questa lunga sofferenza, la sua, la mia, quella di tutti, ha finito per spazzare via dalla mia anima i peggiori accumuli di ragnatele brumose, le più dense, le più immaginarie, e mi ha lasciato praticamente ripulito di ogni tristezza arbitraria. (p. 29)
Sono cambiate le priorità di tutti, soprattutto quelle di Pablo, che, pur di restare accanto al fratello e accudirlo, ha rinunciato a occasioni lontane da casa e, senza mai lamentarsi, si è trasformato nell'ombra di Jacobo. E così hanno fatto gli altri famigliari o la donna che si è innamorata di Jacobo.
David riprende episodi del passato, li intreccia in un racconto morbido, sorprendentemente disteso, che accompagna quelle lunghe ore d'attesa prima dell'eutanasia (sempre ammesso che Jacobo non cambi idea all'ultimo momento). In una narrazione che si fa monologo interiore, spesso senza seguire un filo del tutto logico ma con le libere associazioni che vengono naturali quando pensiamo o parliamo, il narratore lascia entrare personaggi, fatti, momenti della vita famigliare e della sua professione di pittore. L'impressione, in effetti, è proprio quella di schizzi che non sono solo preparatori al quadro finale, ma che rappresentano nella loro essenzialità già immagini chiarissime di tutto ciò che dobbiamo vedere.
Si delineano così, davanti ai nostri occhi, le regole non scritte di un matrimonio all'insegna del sostegno reciproco, soprassedendo su possibili tradimenti; l'affetto per il gatto di casa, Cristóbal, quasi nume tutelare; i problemi di vista di David; il microcosmo di persone che girano attorno alla famiglia, con discrezione e rispetto, ma con costante disponibilità.
Benché il tema di base del romanzo sia tutt'altro che semplice, è invece inattesa la facilità del dettato con cui Tomás Gonzáles riesce a costruire questo memoir finzionale, senza mai cedere alla ricerca di compassione da parte dei lettori. La luce difficile chiede solo un'umana condivisione.
GMGhioni