di Camilla Sten
Fazi, luglio 2024
Traduzione di Renato Zatti
pp. 360
€ 19,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Un esordio potentissimo per Camilla Sten, che con Il villaggio perduto ci porta nelle atmosfere misteriose di un villaggio minerario della Svezia, dove i quasi novecento abitanti sono spariti nel nulla.
Quanti di voi hanno trovato inquietante il film documentario del 1999 “The Blair Watch project”? All’epoca fu una vera e propria rivoluzione in campo cinematografico, girato con una telecamera in presa diretta, costato pochissimo, apparentemente un docufilm, giocato tutto sulla paura e con largo seguito di pubblico, grazie alla trovata dei registi Myrich e Sánchez, che fecero credere agli spettatori che il film fosse basato su una storia vera. Questo libro ha le stesse dinamiche, lo stesso pathos e quel filo di suspense e di lieve sensazione di disagio, giocata sul sospetto di verità e finzione, che lo rendono ben riuscito.
Così Camilla Sten, figlia d’arte (sua madre è Viveca Sten, scrittrice svedese di successo), al suo esordio attira già le attenzioni dei lettori di tutta Europa e dal suo romanzo Netflix realizzerà presto una serie tv.
La storia è il racconto di un progetto, un documentario, la cui regista, Alice Lindstedt, è nipote di una delle poche sopravvissute, che all’epoca dei fatti non si trovava a Silvertjärn (ora denominato il villaggio perduto), ma si era già trasferita in città e durante quell’estate misteriosa ha perso tutta la famiglia, inghiottita nel nulla, come tutti gli altri abitanti. È proprio per onorare la memoria della nonna e per capire qualcosa in più di questa storia che Alice decide di mettere su una troupe e di iniziare le riprese, in loco, del suo documentario.
Nelle prime pagine, inoltre, un espediente narrativo ulteriore ci porta nell’agosto del 1959, quando due uomini scoprono il villaggio e la sparizione dei suoi abitanti. Sapremo solo alla fine chi sono e perché si trovavano lì e soprattutto trovano i primi motivi veri di inquietudine per il lettore, il cadavere di una donna appeso ad un palo e un neonato abbandonato nella scuola del villaggio.
Il thriller, la cui storia è ambientata nel villaggio minerario di Silvertjärn, viene raccontato alternando i capitoli, tra passato e presente, facendoci vivere la vita del villaggio e ciò che ne resta dopo la tragedia; due voci narranti, due racconti, uno in prima persona, relativo ai giorni nostri, con Alice che, da martedì a sabato, fa rivivere l’orrore suo e della sua troupe all’interno di un luogo sempre più inospitale e uno in terza persona, ambientato all’epoca degli eventi, per restituirci il climax di eventi che porta alla sparizione degli abitanti, spesso introdotto da lettere e appunti di diario dei vari protagonisti dell’epoca.
Mi sposto affamata in cucina, con gli occhi come missili alla ricerca dell'obiettivo; mi vergogno ma ho temporaneamente dimenticato Tone. Assorbo tutto ciò che riesco a trovare. Qui abitavano. Qui vivevano. Qui, su queste eccentriche sedie azzurre, sedevano, conversavano e mangiavano, intorno a questo tavolo consunto con una bruciatura circolare su uno dei lati corti. (p. 224)
La storia degli abitanti si intreccia con la storia personale di Alice, che vuole conoscere ciò che ha funestato la sua famiglia, ciò che è successo dentro le case di un villaggio apparentemente normale e si addentra dunque nel villaggio, seguendo i ricordi della nonna e le lettere della sorella minore di quest'ultima Aina, che racconta la vita ordinaria del posto, fino al momento in cui cambia tutto.
Gli elementi del thriller ci sono tutti, l'atmosfera, gli indizi, i flashback, l'apparente virata verso l'horror. Questi elementi ci conducono, pagina dopo pagina, dentro un vortice narrativo che cattura, dosando bene la storia del luogo e quella della protagonista, che rifiuta di vedere negli strani accadimenti un monito a fermarsi e interrompere le riprese. Il mistero aumenta e stende le sue ombre sui giorni in cui i ragazzi stanno facendo il sopralluogo per il film e a quel punto, quando alle sensazioni si sostituirà la certezza di qualcosa di terribile e pauroso e il fatto di non essere soli, il brivido diventerà terrore. La permanenza in questi luoghi così oscuri e particolari costerà la vita ad alcuni membri della troupe, ma porterà alla comprensione di ciò che accadde nel villaggio e il perché della fine tragica toccata ai suoi abitanti.
Samantha Viva