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"Grace Adams ne ha avuto abbastanza" ed è ora di (re)agire: la vivace commedia d'esordio di Fran Littlewood

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Grace Adams ne ha avuto abbastanza
di Fran Littlewood
Tre60, agosto 2024

Traduzione di Federica Garlaschelli

pp. 320
€ 16,90 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)

Perché la quarantacinquenne Grace Adams nelle primissime pagine del romanzo abbandona la sua macchina in mezzo al traffico di Londra e va in cerca di una torta a tema Love Island? Per scoprirlo dovremo pazientare, ma intanto fidiamoci della narrazione avviluppante di Fran Littlewood, che racconta come Grace sia a un passo dall'esplodere. Non ci vuole molto, infatti, a capire che la donna è in crisi su tutti i fronti: sul lavoro rischia di perdere tutto ciò che ha costruito; sua figlia sedicenne non le vuole parlare; ha perso il suo amore e per di più sta entrando in pre-menopausa e non riconosce davvero il suo corpo cambiato. Inutile specificare che tutti questi elementi si influenzano reciprocamente, in un cocktail autodistruttivo del sapore amaro e potenzialmente fallimentare. 

Eppure, sorprendentemente, tutto quello che leggiamo nella prima parte del romanzo è divertente: sì, perché Fran Littlewood ci fa entrare nella vita di Grace con il sorriso, specialmente davanti alle sue reazioni esagerate nel presente. Grace è una donna che sta per esplodere, ma perché? Per scoprirlo, l'autrice sceglie di alternare al piano del presente due livelli di passato: uno più lontano nel tempo, che dal 2002 risale fino ai giorni nostri, ripercorrendo le tappe fondamentali della vita di Frace; uno che risale a quattro mesi prima e che narra nel dettaglio gli eventi più recenti, quelli che hanno causato la crisi della protagonista. 

Con questo montaggio, Fran Littlewood ci offre l'opportunità di conoscere tre Grace diverse. La prima è la talentosa studentessa che impara una lingua straniera dopo l'altra e che per questo può partecipare al prestigioso concorso “poliglotta dell'anno 2002”, «un raduno di secchioni», a detta di tanti, ma anche una grande occasione per acquistare autostima. Infatti, benché parli correntemente e scriva cinque lingue, Grace non è per niente sicura di sé; vincere, oltre a valerle un weekend in uno splendido hotel della Cornovaglia, le darebbe conferma della direzione da dare alla sua vita. Certo, Grace non può ancora sapere che la gara sarà galeotta, ma noi lettori intuiamo già prima di pagina 20 che l'incontro con Ben non è un semplice riempitivo... Anzi, lui diventerà una parte importante della storia, nonché della vita di Grace. 

La "seconda" Grace è quella che quattro mesi prima scopre da una email della scuola che sua figlia Lotte non sta frequentando regolarmente le lezioni: possibile?! Quel che le sembra inspiegabile richiede dunque una delicatissima opera di convincimento perché la figlia si fidi di lei e le riveli cosa sta succedendo a scuola. Difficile, tuttavia, parlare con la Lotte allora quindicenne: i muri che ha eretto tengono continuamente a distanza la madre. Non è più la bambina affettuosa che Grace ricorda, ma ormai è una giovane donna, tanto bella quanto raramente avvicinabile, con i suoi segreti online, le sue prime esperienze nel mondo,... 

E poi c'è la "terza" Grace, quella del presente, sull'orlo di una crisi di nervi, la donna che si accorge di aver perduto quasi tutto. Ma non è disposta a perdere sua figlia. La seguiamo per le strade della città con un po' di apprensione, perché pensiamo che potrebbe davvero fare del male a sé stessa e agli altri. 

A ogni piano temporale corrispondono diverse temperature del racconto: c'è la commedia sentimentale e di formazione della prima Grace, con la sua scalata verso il successo; il romanzo famigliare della seconda; la tragicommedia esistenziale della terza. E sullo sfondo, senza che emerga mai con prepotenza, si intravvede il desiderio di Littlewood di raccontare (e non di spiegare!, ottima scelta) quanto una donna possa sentirsi sola in tanti momenti nevralgici della propria vita. Qualche esempio? L'affacciarsi di una gravidanza non desiderata, le ansie e le insicurezze suscitate dai riflettori, i primi segni di invecchiamento che rendono il proprio corpo (almeno ai propri occhi) meno avvenente, i problemi personali che una madre fa di tutto per tenere a bada e non lasciar trapelare agli occhi dei famigliari, la paura di non essere più affascinante agli occhi del proprio marito,... Più ci addentriamo nella narrazione e più il romanzo diventa emotivamente intenso, perché i retroscena della vita di Grace assumono un tono tutt'altro che scanzonato. 

Romanzo dalle spiccate potenzialità cinematografiche, Grace Adams ne ha avuto abbastanza è un esordio già maturo, che sceglie la via della (solo apparente) leggerezza per raccontare cosa significhi essere una donna, una traduttrice, un'insegnante, una moglie, una madre in una Londra contemporanea che non perdona gli errori. 

GMGhioni