Konrad
di Ilona
Jerger
traduzione
di Irene Abigail Piccinini
Neri
Pozza, luglio 2024
pp. 320
€ 20,00
(cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Il mondo ancora non sa niente della morte di Hitler. Questo 30 aprile Konrad Lorenz è euforico per altri motivi. Sente il canto dei merli. Trillano, esultano. È più bello che mai. (p. 135)
Cercando
Konrad Lorenz su Google, le principali immagini che troviamo ritraggono un uomo
dal volto simpatico, i capelli e la barba bianchissimi, spesso in compagnia di
qualche anatra: Lorenz è in acqua, due o tre anatre gli stanno accanto, oppure
è sdraiato a terra circondato da uccelli. Come fosse uno di loro, con questa
frase intendendo: come appartenessero tutti alla stessa specie.
Konrad
Lorenz è un personaggio famoso: tutti nella vita lo hanno sentito nominare
almeno una volta, magari alle superiori durante una lezione di biologia. Di lui
abbiamo sentito dire che fosse in grado di parlare con gli animali, come il suo libro più
famoso, L’anello di re Salomone (pubblicato in Italia da Adelphi)
sembrerebbe confermare. Forse non tutti sanno che Lorenz può essere considerato
il padre della moderna etologia, ossia lo studio sul comportamento degli
animali, e che negli anni abbia tentato di comprendere il comportamento
umano proprio partendo da quello animale. Se in tanti possono conoscere questi
fatti di dominio pubblico, in meno – e chi ha scritto questo articolo è fra
questi – sapranno dei suoi legami con il partito nazista.
Ilona
Jerger, giornalista e ricercatrice tedesca, nonché caporedattrice in passato di
un’importante rivista di divulgazione scientifica, «Natur», ha scritto un
libro sulla figura di Konrad Lorenz che è in grado di concentrarsi tanto sugli
studi condotti dallo scienziato austriaco quanto sugli elementi biografici che
lo hanno reso umano. Le trecento pagine di libro infatti coprono gli ottantasei
anni di vita di Lorenz, dall’infanzia in una famiglia agiata, passando per gli studi, arrivando fino al Nobel, fino alla morte
avvenuta nel 1989, attraverso quel Novecento che tante cose ha visto cambiare.
Lorenz viene tratteggiato nella sua curiosità, nei suoi primi interessi verso i
volatili – così osteggiati dal padre, che invece lo voleva medico tout court –,
nella sperimentazione dei limiti dell’imprinting, nell’adesione più o meno
convinta ai principi dell’ideologia nazista.
Qui
Jerger non risparmia nulla: se è vero infatti che negli anni successivi alla
seconda guerra mondiale Lorenz ritratterà alcune teorie e condannerà il
nazismo, è anche un dato che lo scienziato abbia fatto propri concetti legati
all’eugenetica, arrivando anche a rinforzare la base scientifica (o presunta
tale) della teoria. Gli anni del nazismo, la partenza per il fronte russo, la
prigionia durante e dopo il disfacimento del regime di Hitler vengono raccontati
in maniera particolarmente approfondita. A questi pochi anni vengono dedicate
così tante pagine che si resta quasi spaesati quando, nel capitolo successivo,
si riparte dagli anni Sessanta. Il mondo è cambiato, siamo già ai moti
giovanili, si parla di Beatles, di musica che tutti conosciamo e gli echi del
primo Novecento sono così lontani che veramente sembra di essere in un’altra
epoca. Da qui i salti temporali sono meno frequenti ma è innegabile che Jerger
abbia raccontato gli anni giovanili – quelli della formazione personale e
accademica, per intenderci – con maggior precisione. Senza attribuire troppe
intenzioni all’autrice, sembra quasi abbia voluto comunicarci che è proprio negli
anni giovanili, così intensi e ricchi di stimoli, che si annidano i semi di
quel che poi si diventerà. Nel caso di Lorenz questo sembra vero in una maniera
peculiare: lo scienziato infatti ha seguito un principio, quello della
prevalenza degli istinti sull’apprendimento, per tutta la vita. Jerger ci
mostra come queste sue teorie, che iniziano a essere scardinate quando Lorenz è
ormai anziano, siano alla base di ogni suo libro.
Un elemento
interessante di Kornad, che fa la differenza rispetto a un semplice
romanzo a base biografica, è il raccontare il resto, ciò che accade intorno all’autore,
attraverso le vite di altri personaggi realmente esistiti. Ci sono alcuni nomi ricorrenti fra le
pagine del libro. Jerger si concentra soprattutto su Martin Heidegger, il grande
filosofo tedesco anche lui irretito dalle maglie del nazismo. Le vite di Lorenz
e di Heidegger sembrano quasi percorrere binari paralleli: Jerger ne segue le
vittorie, le sconfitte, le evoluzioni, l’avvicinamento e l’allontanamento dal nazismo
soprattutto, e tutto ciò che ne consegue in termini di autocritica, di incubi e
crisi d’identità. Questi personaggi secondari, che ruotano tutti intorno a
Konrad, rendono vivo il mondo (ri)creato da Jerger, fornendo un contesto
socio-culturale e popolando una terra che risulterebbe altrimenti troppo
incentrata sul protagonista. Al contempo, però, rendono la lettura più ostica
per chi non li conosce: il rischio infatti – escluso Heidegger, che viene
approfondito in diverse occasioni – è che restino nomi sulla carta, personaggi bidimensionali
da approfondire altrove. È comunque un rischio accettabile quando si tratta di affrontare
un libro che intende approfondire non soltanto la vita di una persona realmente
esistita bensì anche di uno scienziato del calibro di Konrad Lorenz, che nella sua lunga vita ha conosciuto tantissimi attori del Novecento.
In conclusione, Konrad di Ilona Jerger è un romanzo biografico affascinante, in grado di legare il lettore a una vita di certo non piatta ma anzi piena di alti e bassi, cambiamenti, ripensamenti. Attraverso le sue pagine possiamo scoprire un uomo, un padre, uno scienziato, un attivista dell’ambiente che già negli anni Ottanta ha saputo comprendere quanto questo nostro mondo fosse in difficoltà. Una lettura emozionante e altamente consigliata.
David Valentini