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#PercorsiCritici - n. 64 - Thriller... da brividi!

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In questa fine di agosto in cui le temperature sono ancora alte abbiamo pensato di far seguire al #PercorsiCritici n. 63, dedicato ai libri ambientati al freddo, un appuntamento con quelle indagini in cui i brividi per il gelo si confondono con quelli causati da omicidi efferati o misfatti tali da farci riflettere, come sempre, sugli anfratti più nascosti che nascondono pulsioni proibite della natura umana. 

Cominciamo da un classico che non può mancare nelle nostre librerie: Il Natale di Poirot di Agatha Christie (Mondadori), uscito per la prima volta nel 1938. Poirot, in Inghilterra per le vacanze natalizie, resta suo malgrado invischiato in un caso di omicidio e non può che dare una mano alle forze dell'ordine locali: è un vecchio e ricco padrone di casa, il tirannico Simeon, a essere stato ucciso barbaramente, proprio quando i suoi figli e gli altri parenti si stanno riunendo nella sua villa in campagna, da lui richiamati perché si parlerà di testamento. Inutile dire che, come vuole il più classico dei gialli della camera chiusa, tutti i presenti avrebbero avuto più di un movente per uccidere il padrone di casa. 

Sono tante le riunioni famigliari che finiscono in tragedia quando fuori imperversa l'inverno: tra i romanzi più recenti e noti, sarà subito venuto in mente anche a voi uno dei casi editoriali più interessanti degli ultimi anni, provocatorio fin dal titolo, ovvero Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno (Feltrinelli, 2022), che ha fatto conoscere e apprezzare l'australiano Benjamin Stevenson. L'intenzione del weekend in un resort in montagna è festeggiare l'uscita di Michael dalla prigione, ma il ritrovamento di un cadavere comprometterà i programmi di zia Katherine e del resto della famiglia. 

Se il tono di Stevenson è molto ironico e questa è una delle sue principali cifre stilistiche, di tutt'altro tono è La cena, thriller di Martin Österdahl (Giunti, 2023): la notte del 31 dicembre, durante una festa in casa, vengono trovati due cadaveri sul fondo della piscina vuota. Cosa sia successo è tutto da scoprire, e la piega psicologica presa dal thriller, a tratti lento altrove colmo di suspense, permette di riflettere su cosa significhi essere genitori e soprattutto sul tema della colpa, un Leitmotiv che si infila comprensibilmente in molti thriller e gialli problematici. 

Ancora nel gelo, e con più precisione, nella neve si consuma il dramma che apre il più recente romanzo di Donato Carrisi, L'educazione delle farfalle (Longanesi, 2023): in un paesino svizzero d'invenzione, un terribile incendio (non si sa se doloso o meno) getta nel panico i bambini ospiti di una colonia invernale. Tutti riescono a mettersi in salvo, tranne la piccola Aurora: di lei non si sa più nulla e si teme il peggio. Sarà sua madre, Serena, a indagare per capire cosa sia davvero successo alla bambina. Oltre alle ricerche della piccola protagonista, Carrisi in questo romanzo racconta come non si nasca madri, ma lo si diventi, in un percorso tanto accidentato e problematico quanto autentico. 

Un padre e una figlia sono invece i protagonisti in Nel silenzio dei boschi di Kimi Cunningham Grant (Neri Pozza, 2023): i due vivono in una casetta sperduta in un enorme bosco da ben otto anni. Fin da subito è palese che c'è almeno un mistero che li riguarda: perché i protagonisti hanno scelto e difendono a tal punto il loro isolamento? E chi è la ragazza dai capelli rossi che appare nelle vicinanze della casa per poi dileguarsi subito dopo? Occorre continuare a dubitare, di pagina in pagina, fino alle verità che si riveleranno malgrado la riservatezza dei protagonisti. 

Sempre nella natura è ambientato Gli unici indiani buoni, di Stephen Graham Jones (Fazi, 2023): questo thriller, che si tinge di horror, lavora abilmente sui sensi di colpa che tormentano quattro giovani indiani cresciuti insieme in una riserva ai confini col Canada. Certo, all'inizio del romanzo la loro pare una caccia spietata, ma presto la narrazione virerà però verso una caccia all'uomo, tra omicidi, spargimenti di sangue cruenti ai confini dell'incredibile. 

Le paure e le ombre dentro ognuno di noi risuonano nell'enorme cassa di risonanza dei paesaggi ghiacciati dei fiordi: ne sa qualcosa la protagonista di Un castello di bugie, di Snæbjörn Arngrímsson (Carbonio, 2023). Una gita in famiglia si trasforma in tragedia quando, dopo un litigio, Júlía riparte col gommone lasciando solo suo marito Gíó e lei, di ritorno pochi minuti dopo, non lo trova da nessuna parte: cosa gli è accaduto? Thriller che ha una narratrice inaffidabile che sembra mentire alla polizia (e forse anche al lettore?), Un castello di bugie mantiene alta la suspense lavorando proprio sulle menzogne del titolo. 

E tantissime sparizioni animano il più recente romanzo dell'amatissimo scrittore francese Franck Thilliez, Norferville (Fazi, 2024): nell'estremo nord del Quebec un migliaio di ragazze indigene sono scomparse negli ultimi quarant'anni. Benché il thriller sia ambientato in un luogo immaginario, l'inchiesta sociale e la volontà di denuncia di temi legati all'attualità (razzismo, violenza sulle donne, globalizzazione) sono chiare nel lavoro di Thilliez, e seguiamo le indagini con apprensione crescente, aumentata dalle condizioni meteorologiche decisamente avverse alle ricerche. I brividi sono assicurati, come d'altra parte ci ha abituato Thilliez, che ha già costretto altri suoi personaggi a fare i conti con una bufera nell'incubo senza fine di Puzzle (Fazi, 2022), mentre ha lasciato una donna priva di sensi e di memoria in un bosco gelato nell'elaboratissimo Labirinti (Fazi, 2023). 

Fare i conti con la propria memoria può non essere conseguenza di un trauma ma la quotidianità per chi, come Teresa Battaglia, è affetto da Alzheimer. La celebre commissaria di Ilaria Tuti in Madre d'ossa (Longanesi, 2023, ora disponibile anche in TEA) si trova con il cadavere di un ragazzo tra le braccia né sa come sia arrivata lì, ma cerca ugualmente di proteggere il corpo dai rapaci che volano sopra di loro. Chi è il ragazzo? E cosa è successo davvero? Teresa Battaglia non può più indagare ufficialmente, ma sa che i suoi pochi momenti di lucidità possono aiutare la sua squadra, anche se dovrà portare avanti le ricerche ufficiosamente. E se l'ambientazione è montana, è soprattutto il tema della fragilità (fisica e mentale) a farci venire i brividi. 

Quali altri thriller, noir e gialli ambientati nel gelo aggiungereste al #PercorsiCritici?