Vincitore del Premio Neri Pozza sezione Giovani, Iniziazione è il libro d'esordio di Sabrina Quaranta, autrice diplomatasi alla Scuola Holden, che, dopo numerosi racconti pubblicati su Retabloid, rassegna stampa di Oblique Studio, ci regala destreggiandosi con già una buona dose di disinvoltura un romanzo tra il genere thriller e il mistery. Il romanzo oscilla tra una parte predominate, legata ai misteri che avvolgono la comunità di persone che vivono in un paese volutamente privo di coordinate geografiche precise, e un'altra in cui si segue il filo conduttore persistente legato alla inadeguatezza dell'adolescenza, l'inquietudine che crea un'ombra sull'individuo prossimo a inserirsi in un gruppo, nella vita sociale, in una comunità.
Lorenzo Meyer, il fratellino di Caterina, la migliore amica di Anna, la protagonista, è scomparso durante la notte della vigilia del Voto. La notte più importante del paese, rito che prevede il rinnovo di una antica promessa alla Vergine. Questo succedeva nel 1989 e, trent'anni dopo, Anna ritorna al paese, sua madre è morta e ci sono decisioni da prendere sulla casa ma, soprattutto, le sollecitazioni del fidanzato che le impongono di affrontare definitivamente il suo passato.
La trama si sviluppa su tre archi temporali, in parallelo alla celebrazione della seconda domenica del mese di ottobre i ragazzi del paese si radunano alla diga, per un altro tipo di rito, un battesimo: prove di coraggio che si articolano nella ferocia tipica di dover dimostrare una deformata supremazia, un giudizio di ammissione e una possibile accettazione del difficile passaggio nell'età adolescenziale.
Non è semplice proseguire con la sinossi di questo romanzo, in quanto andrebbe rivelata parte di trama fondamentale ed è meglio lasciare al lettore la giusta suspense; l'autrice infatti articola gli indizi rivelatori della narrazione facendoci giocare ad aprire piccole e ben congegnate scatole cinesi.
Il folklore che Sabrina Quaranta descrive è molto suggestivo e, contrariamente alla norma, per definizione canonica, dovrebbe colorarsi di tinte vivaci, collegate alla gioia; l'autrice invece gli conferisce una solida cupezza che si compenetra alla trama donandogli una giusta e sempre equilibrata tensione.
Il tema dei ricordi, la sua manipolazione, la trasformazione di essi, è argomento impreteribile di questo romanzo. «Ah, memoria, nemica mortale del mio riposo», scriveva Miguel de Cervantes; così, leggendo questo libro, capitolo dopo capitolo, scopriamo le dinamiche di un ricordo collettivo su una comunità, di come la memoria si evolve, di che paura si alimenta, e che, per un bene comune, si tenta di seppellire quello che più spaventa trovando capri espiatori.
Il ricordo di un gruppo, ma anche di un singolo individuo, che sia felice o no, si colora nel tempo di sfumature che, come leggere ma immodificabili velature di un dipinto, altera le percezioni del ricordo stesso.
L'imperfezione della memoria, l'imperfezione della crescita dell'individuo, l'imperfezione della vita stessa, sono collante nelle parole di Sabrina Quaranta, che con una prosa chiara e scorrevole, una struttura ben riuscita, esordisce con stile e sicurezza.
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