L'inventore di idee
di Andrea Farotto e Lucia Biancalana
Edizioni Clichy, agosto 2024
pp. 32
€ 18,05 (cartaceo)
L'inventore di idee arriva ogni giorno in ufficio alle otto in punto. Appende cappello e cappotto e si mette subito all'opera. È sempre molto indaffarato, le sue giornate sono molto piene perché se gli viene in mente un'idea, deve subito metterla in pratica... È proprio questo, un viaggio attraverso gli occhi di un bambino, che fa della sua creatività l'unico modo per realizzare le sue idee e dar vita ai propri sogni.
L'albo L'inventore di idee realizzato da Andrea Farotto e Lucia Biancalana, porta con sé la semplicità di colori e illustrazioni pure, senza troppi fronzoli, quasi un omaggio alla fantasia che ricorda i mondi onirici de I viaggi di Giovannino Perdigiorno di Gianni Rodari, un viaggiatore curioso che ha voglia di raccontare le sue avventure in paesi straordinari, esploratore esigente che non si accontenta delle apparenze e dopo una breve sosta fra "uomini di tabaccato", "uomini di sapone" e altre specie originali riparte alla ricerca di un "paese senza errore" dove tutto sia perfetto e bello.
Nel piccolo gioiello di Farotto e Biancalana il linguaggio visivo è ricercato e sottile, parlano i colori, le forme ogni elemento del libro, primeggiano geometrie lievi, pennellate dalla stessa palette, rotondità e finezza nella costruzione di personaggi e scenari che portano il lettore a divorare una dopo l'altra le pagine di una storia che non è altro che la dedica ad un nonno che, instancabile creatore di idee, dà vita agli oggetti più strani.
Non è forse della fantasia che i bambini hanno bisogno?
Quello che più interessava a Rodari, per esempio, era discutere ad alta voce le ragioni della fantasia, rivendicare il suo ruolo nella vita di ciascuno, infatti la sua Grammatica della Fantasia cerca di spazzar via l'idea secondo cui la creatività è il contrario della ragione. Rodari sostiene tutt'altro: che la fantasia è una componente significativa della mente umana e occupa lo stesso spazio, se non di più, che occupa la razionalità. Al contrario di quello che comunemente si pensa, la fantasia ha le sue regole e nella sua semplicità quest'idea è rivoluzionaria. Come può la fantasia funzionare secondo una logica? L'opinione più diffusa è che la fantasia sia un qualcosa che non ha alcun legame con la realtà e la ragione. Più volte si è pensato che la fantasia fosse esclusivamente una caratteristica dei bambini, di sognatori, degli artisti, dei cosiddetti "creativi". Rodari s'impegna per mettere in discussione quest'idea, anzi la sovverte: tutti (adulti e bambini, maschi e femmine, chi più chi meno) sono dotati di fantasia. La differenza sta nell'uso che ciascuno ne fa.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» diceva Novalis, e forse dovremmo sul serio fare le cose difficili, dare la mano al cieco, cantare al sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi, trovare parole e ritornare bambini.
Non è un caso che l'io narrante di L'inventore di idee sia proprio un bambino, curioso di conoscere l'ultima creazione di quel genio di nonno. E forse sono proprio i bambini, da sempre, i più grandi poeti del mondo, che con la lingua della fantasia e altrettanta libertà, usano una "Fantastica" senza alcuna paura di sbagliare o sentirsi giudicati, perché per fare di parole e immagini un fatto artistico è necessario scuoterle, portarle via dai cassetti chiusi a chiave. Solo così alcuni sogni ritornano.
Una lettura suggestiva che ci immerge nella creatività dei più piccoli, una dinamica narrativa divertente che con una dolcissima sorpresa finale emoziona grandi e piccini. Le lezioni vengono apprese: gli adulti imparano e cercano il senso alle cose con i bambini, i bambini imparano dall'esperienza di un mondo in continua trasformazione. Questi piccoli grandi e preziosi "aggeggi" dovrebbero dare l'impressione di avere delle sorprese all'interno, perché la fantasia è fatta di sorprese, cioè di quello che prima non si sapeva, e bisogna essere pronti a riceverle e non rifiutarle per paura che crolli il castello che si è costruito.
Forse è questo che serve oggi: qualcuno che ascolti e guardi con orecchio e occhio maturo... e Rodari ci aveva già visto lungo.
Serena Palmese
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