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La vera indagine va oltre il fatto di cronaca nera: scava dentro di noi. "La penitenza", di Eliza Clark

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La penitenza
di Eliza Clark
Bollati Boringhieri, settembre 2024

Traduzione di Francesca Manfredi

pp. 384
€ 19 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)


Quando apriamo La penitenza, restiamo assolutamente coinvolti fin dalle primissime pagine: come è possibile che tre adolescenti in una notte del 2016 diano fuoco al bungalow dove hanno rinchiuso una compagna di scuola? Ci entra drammaticamente nella mente l'immagine della sedicenne Joan Wilson, gravemente ustionata, che si libera a fatica, chiede aiuto in un hotel vicino e viene portata in ospedale in condizioni disperate. Morirà di sepsi, come è praticamente inevitabile, ma prima dell'arrivo del coma riesce a fare i nomi delle colpevoli. Ed è sorprendente che questa notizia di cronaca nera, tanto drammatica perché collegabile ad adolescenti come tante altre, trovi poco spazio sui giornali: d'altra parte, sono i giorni della Brexit, e non si parla d'altro, o quasi. 

Per dar voce a questa terribile notizia, che ha comunque sconvolto la cittadina di Crow-on-Sea, anni dopo un giornalista, Alec Z. Carelli, pubblica un libro in cui ricostruisce gli eventi drammatici di quella notte e ripercorre i mesi, le settimane e i giorni precedenti, per provare a capire (mai a giustificare) ciò che è accaduto. Eppure Carelli viene accusato di aver manipolato la verità, cambiando stralci di conversazioni e dando in pasto alla stampa documenti privati: insomma, il libro, uscito nel 2022, viene poco dopo ritirato. 

E oggi possiamo stringere tra le mani il testo incriminato: sta a noi capire se si tratti di finzione o meno. Ma bastano poche pagine perché il lettore di oggi si chieda: è così rilevante capire se stringiamo tra le mani un romanzo o un caso di cronaca reso in modo più o meno oggettivo? Mi spiego meglio: La penitenza è, a prescindere dalla sua veridicità, una storia estremamente potente, che ragiona su tantissimi nodi problematici della nostra società. Porta a riflettere su temi caldissimi quali gli effetti che l'emarginazione e il bullismo a scuola possano provocare; si generano sentimenti negativi che, a livello patologico, danno vita a un livore, una rabbia, un'esasperazione difficili da contenere. E l'esplosione è sotto ai nostri occhi. 

Dopo la deflagrazione delle prime pagine, rappresentata dal crimine efferato che non riusciamo a toglierci dalla mente, La penitenza si trasforma in una raccolta di documenti di vario genere: pagine più smaccatamente narrative si alternano a post su internet, pagine di diario, battute di un podcast sul true crime, confessioni delle colpevoli, testimonianze della gente del posto,... E ancora: si osserva la ricerca disperata di approvazione e di un seguito, che sia online oppure offline, e si lascia che a parlare siano pagine scritte su blog, stralci di chat, nonché testimonianze lasciate dalle protagoniste. Il web è onnipresente, come è inevitabile che sia, ma anche fenomeni come il recente successo di podcast di true crime finiscono sotto gli occhi dei lettori. Gusto per il macabro, per il doppiofondo dell'animo umano, ricerca di particolari morbosi sono molto frequenti tra gli adolescenti; sì, ma quanto possono influenzare il modo di pensare o di agire? A parlarci anche di questo e di molto altro sono proprio le colpevoli, su cui si indaga una alla volta. E la suspense sta tutta lì, nel voler capire quali ragioni le hanno spinte a gesti tanto estremi, quale odio verso Joan o quale altra motivazione ha portato a un omicidio. Perché, sì, diciamocelo: è faticoso arrendersi alla presunta lucidità delle tre adolescenti. Non le si può né le se di vuole giustificare, ma sarebbe almeno in parte confortante capire.

Cosa emerge con chiarezza? La solitudine, l'incomunicabilità anche tra (presunte) amiche, l'incertezza del proprio orientamento sessuale, la ricerca spasmodica di approvazione e di ammirazione sono una costante nelle ragazze intervistate. E il tema della colpa risuona nelle loro vite, ma anche - a sorpresa - nella breve adolescenza della vittima. 

Molto articolato e inquietante al punto da richiedere più di una pausa, La penitenza è come un prisma che riflette le tante luci delle protagoniste. Ma anche le loro ombre, e queste fagocitano e ammorbano inevitabilmente ciò che di buono intravediamo. 

GMGhioni