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Sentivo di continuo uscire dalla mia bocca neologismi bizzarri, acronimi di nuova produzione e altri abomini derivati dall'inglese. Con gli anni lo sgomento si era affievolito e avevo finito per abituarmi, così come mi ero abituato a essere circondato da persone che gareggiavano contro il tempo. Tutti sempre occupatissimi, intenti a correre da una parte all'altra dell' ufficio, oppure perfettamente immobili di fronte allo scorrere delle immagini su uno schermo. In preda al panico, in ritardo sulla tabella di marcia che qualcun altro aveva stabilito per loro. (p. 13)
Eppure Nico riesce a costruire rapidamente la sua carriera insieme a Elsa, la sua compagna, con la quale ha iniziato il percorso in questa azienda, il cui nome è Pangea, e in cui entrambi sono diventati direttori creativi. Grazie al loro talento, alla capacità di lavorare in team, ma soprattutto di condividere insieme la fatica dei progetti, sono riusciti ad imporsi, a guadagnare bene a costruirsi un futuro da soli. Ma è stata dura, la pressione è fortissima e il lavoro non finisce mai.
L'adrenalina ci spingeva ad andare avanti per inerzia. Fu un periodo di grande complicità e simbiosi tra me ed Elsa. Ci lanciavamo rapidi sguardi di supporto e approvazione da dietro le scrivanie. Ci trattenevamo fino a tarda sera in ufficio, ormai silenzioso e innocuo a quell'ora, fino a quando gli inservienti della ditta di pulizie non iniziavano ad aggirarsi tra le postazioni. [...] Riscaldavamo del cibo surgelato nel microonde e ci rimettevamo al lavoro fino a notte fonda. (p. 84)
Adesso mancano pochi giorni al p-Day, un appuntamento fondamentale per Pangea, dove verranno presentati i progetti più importanti e dove si delineeranno le tendenze del futuro. Tutti sono sotto pressione e Nico ed Elsa ancora di più, visto che sono i direttori creativi e non possono mai sbagliare, anzi devono continuamente dimostrare di avere idee innovative, di essere sul pezzo, di non abbandonare nemmeno per un attimo i progetti dell'azienda. Roma intanto diventa sempre più calda, gli attivisti del clima vengono respinti dalle forze dell'ordine e uno di loro indossa una maglia con il brand Pangea. I dubbi su che cosa stanno facendo e quale sarà il loro futuro cominciano ad insediarli, anche se il lavoro e gli impegni non lasciano mai tanto tempo per pensare.
Edoardo Vitale esordisce con questo romanzo scritto con un ritmo rapidissimo, una prosa tagliente, un desiderio di raccontare tutte le sfumature di un periodo storico complesso. E proprio il presente permette di incastonare questo romanzo in una corona in cui ci sono pochi gioielli narrativi che raccontano la contemporaneità italiana con attenzione e sensibilità. L'attenzione alla propria generazione, a quello che sta succedendo nelle teste e nel cuore di persone che hanno lottato per ottenere ciò che hanno ma cominciano a domandarsi se ne è valsa la pena. E la sensibilità verso i sentimenti che sfuggono mentre la razionalità di fare, imporsi, ottenere sempre di più li soffoca fino a quando non esplodono distruggendo tutto. Questi due aspetti del nostro vivere quotidiano sono raccontati bene. E il lettore si può immedesimare in una storia d'amore le cui sfumature emotive sono sotto assedio a causa della vita che i protagonisti, una vita che molti ragazzi vivono, devono affrontare ogni giorno. Non so se sia un romanzo generazionale, tuttavia è un'opera che induce a riflettere percorrendo a ritmo accelerato la vita dei protagonisti.
Fulvio Caporale