Esistono centometristi e maratoneti, come vi sono autori che scrivono novelle e racconti, e altri che narrano con la struttura e l'ampiezza letteraria del romanzo. Sono forme d'arte diverse e può capitare che uno scrittore sia capace di raccontare passando da una lunghezza all'altra mentre, per alcuni, alternare forme d'espressione risulta impossibile. Soriga appartiene alla prima categoria e con il suo "Amori alla finestra", una raccolta di cinque racconti, ci permette, come affacciati su una grande finestra aperta, di osservare svariati generi d'amore e di ascoltare le sfaccettate emozioni che scaturiscono dalle connessioni più profonde.
Questi racconti hanno due grandi temi ricorrenti: i legami famigliari e il legame più profondo con le proprie origini e la propria terra.
«Abbiamo sofferto come si soffre sempre, quando finisce qualcosa, abbiamo sentito la pancia spaccarsi dal dolore dopo certe frasi che non avremmo mai voluto ascoltare...». (p. 11)
In questa raccolta troviamo amori finiti, relazioni un po' enigmatiche, amori sfiancanti in cui la disillusione e il disincanto scorrono mai sotto traccia evidenziando, senza dissolvenza, il cambiamento di alcuni sentimenti. Alcuni affetti però non hanno una data di scadenza in etichetta, alcuni amori hanno una profondità che tende all'assoluto; che sia per un partner o come in certi racconti di Soriga, quelli viscerali per un figlio. Le emozioni più intense che affronterete sono quelle emergono dalla tenerezza del rapporto genitoriale, padri che si relazionano con i figli, in una famiglia che cambia, dove il concetto di normale viene temporaneamente stravolto; dove l'amore per questi ultimi è sempre carico di devozione e protezione.
Le storie vengono narrate tra Roma, Parigi e la Sardegna. Soriga è sardo, e in queste pagine, come anche nei suoi precedenti romanzi, traspare il legame profondo e radicato con la sua terra, con le sue mistiche tradizioni e una vigorosa fierezza di appartenenza al suo popolo.
«Siamo cresciuti per strada, respirando il porto, il baccano dei barconi passeggeri, l'odore di pesci del mercato, guardando i tonni appesi ai ganci enormi, inseguendo le moto dei turisti, aspettando che arrivassero i parenti per l'estate...». (p. 99)
La famiglia di origine, come quella di adozione, è come una fonte di perenne arricchimento, un cerchio sicuro di protezione per affrontare i grandi e spaventosi inciampi della vita, un luogo in cui tornare.
Il racconto, per sua definizione, deve essere breve, e in quella sua particolare misura deve possedere una forza impattante più repentina di un romanzo. Al racconto, non potendo sfruttare appieno la correlazione empatica di immedesimazione che si crea tra lettore e personaggio, per mancanza di una caratterizzazione più sviscerata, sono richieste due caratteristiche imprescindibili: ambientazioni ed emozioni chiare e dirette, al fine di rendere la lettura più immersiva possibile.
Soriga, con i suoi racconti, ha sfruttato al massimo le ambientazioni e ha tratto energia dalla potenza dirompente che solo alcuni legami creano.
La forma breve è un genere letterario quasi mai decollato nel nostro paese, mentre è fondamenta della letteratura nei paesi anglosassoni, dove un tempo uno scrittore per farsi conoscere e notare dal grande pubblico veniva pubblicato da riviste come «Esquire», «Scribner's Magazine» e «New Yorker». Per reticenza o nostro retaggio diffidiamo da questa forma, quando invece bisognerebbe approfittare al meglio dei vantaggi che dona. In una vita quotidiana frenetica, il cui il tempo sembra stringersi, prendersi una pausa e godersi di una fotografia nitida, diventa sicuramente un incontro fulmineo con la letteratura ma, senza dubbio, completo e appagante.
Vi sono state, oltre ad Amori alla finestra, altre pubblicazioni di racconti quest'anno di diverse case editrici ed è forse grazie anche ad autori come Soriga, che ci fanno apprezzare questo genere, che qualcosa nel nostro panorama editoriale sta cambiando.