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Sulle tracce della lost generation, nel sud della Francia: "In Costa Azzurra con Fitzgerald" di Sebastiano Martini

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In Costa Azzurra con Fitzgerald. Le illusioni perdute della Riviera
di Sebastiano Martini
Giulio Perrone Editore, agosto 2024

pp. 150
€16 (cartaceo)


Per chi ha amato Il grande Gatsby, o ha letto Festa mobile di Hemingway, o ancora ha inserito nella lista dei suoi film preferiti Midnight in Paris, lo scenario di riferimento dove collocare lo splendore e decadenza degli anni ’20 sarà probabilmente Parigi, o le ville illuminate a festa di Long Island. Eppure, c’è un altro pezzo di mondo, forse ancora più glamour, che questi scrittori e artisti hanno scelto di chiamare casa per un po’, e di farne luogo di divertimento esagerato e ispirazione: la Costa Azzurra

In Costa Azzurra con Fitzgerald. Le illusioni perdute della Riviera, di Sebastiano Martini, è l’ultima uscita della collana “Passaggi di dogana” della Perrone, e ci accompagna dentro la vita di Scott e Zelda e della loro cerchia, sullo sfondo di mari soleggiati, amori estivi impossibili e bicchieri da Martini rovesciati. 
La Costa Azzurra che oggi si mostra ai nostri occhi è senza dubbio diversa da quella di cento anni fa. I villaggi di pescatori non ci sono quasi più e lo skyline delle città costiere è mutato da allora […]. Le dimore che un tempo erano proprietà di aristocratici inglesi, scrittori americani e artisti europei, appartengono ora a queste nuove élite mondiali. (pp. 86-87) 
Forse proprio perché non si offre immediata alla vista, la Riviera della “lost generation” è affascinante da andare a scovare, di paese in paese e di hotel in villa. Fino ai primi del Novecento meta di turismo soltanto invernale, la Costa Azzurra cominciò all’inizio del secolo ad attrarre turisti americani e poi artisti in cerca di un luogo tranquillo dove riflettere e produrre. Da qui passarono Jean Cocteau, Colette, Céline, Cole Porter, Maxine Elliott, Charlie Chaplin, Coco Chanel e, ovviamente, Hemingway e Fitzgerald. Martini intraprende questo viaggio attraverso molte località: Saint-Raphaël, dove tra le mura di Villa Marie Scott Fitzgerald completò Gatsby mentre Zelda si faceva trasportare in un affair con un pilota francese. Juan-Les-Pins, dove l’Hôtel Belles Rives conserva ancora arredi dell’epoca e dove gli Hemingway passarono pochi attimi, infelici, a Villa Paquita. E poi Cap-Ferrat, Nizza, Antibes, Cannes e molte altre località nelle quali ha bruciato e si è consumato il mito di una vita favolosa e impossibile, la «vita lenta, voluttuosa e un poco corrotta che quella finestra sul Mediterraneo offriva» (p. 27). 

Martini alterna il racconto del suo viaggio attraverso questi luoghi, e le tappe significative per la vita dei coniugi Fitzgerald, a passi narrativi in cui li immagina in momenti quotidiani. 
Zelda adesso piega di poco il folto caschetto alla garçonne, ma i suoi occhi non guardano nulla, impenetrabili sembrano incantati nel passato. Scott invece fissa un punto preciso davanti a sé; all’ingresso del porto una tenue luce verde segnala il lato a dritta per l’imbocco delle imbarcazioni e pare sospesa, sul nero orizzonte; pensa all’ennesima stesura del suo terzo romanzo, a tutte le volte che lo ha abbandonato, al fatto che dovrà vincere la pigrizia e terminarlo, ma lui sa che l’incertezza prevale ogni volta sull’intenzione. (p. 25) 
Il terzo romanzo è proprio Il grande Gatsby: l’hanno preceduto due grandi successi letterari, Di qua dal paradiso e Belli e dannati, ma questo libro non ottiene il successo sperato, e Fitzgerald non immagina la straordinaria fortuna che avrà più avanti nel Novecento e fino ai giorni nostri. Gli appassionati dell’autore e della sua produzione resteranno affascinati scoprendo chi fosse la vera figura d’ispirazione dietro a Jay Gatsby, così come il ruolo fondamentale giocato dalla coppia di amici, i ricchi Murphy, nell’ideazione dei personaggi di Tenera è la notte, il suo quarto romanzo. 

Molto interessante l'appendice, in fondo al libro, nella quale l'autore ha raccolto vari spunti utili al lettore che voglia approfondire e calarsi nelle atmosfere respirate da Fitzgerald e amici: si trova qui una playlist di brani jazz, boogie-boogie e charleston, una selezione di film ispirati a Gatsby e una raccolta degli hôtel incontournables, ai quali, se è troppo dispendioso anche solo passare una notte, bisogna necessariamente fare almeno una visita quando si è in zona.

In Costa Azzurra con Fitzgerald è una guida deliziosa alla French Riviera, che sarà apprezzatissima da chi sogna l’età del jazz o è semplicemente, come Gatsby, innamorato di un’idea di passato che ci sfugge dalle mani, ma della quale, aguzzando un po’ la vista, possiamo ancora vedere gli ultimi bagliori.

Michela La Grotteria