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Perdersi a New York e altre cronache di Spring breakers nostalgiche: "Roaming" di Jillian e Mariko Tamaki

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Roaming
di Jillian e Mariko Tamaki
traduzione di Caterina Marietti
Bao Publishing, 2024

pp. 448
€ 26,00 (cartaceo)
€ 12, 99 (ebook)


Lo Spring Break è qualcosa di abbastanza ignoto a noi europeə. È una cosa che senti nominare nei film e che fa parte di un mondo talmente lontano e talmente virtuale che ci dà la sensazione di averne fatto esperienza. In effetti lo spring break è diffuso negli Stati Uniti e in Canada, e fa riferimento a una pausa primaverile che solitamente dura una settimana o più, e viene osservata dagli studenti delle scuole e università negli Stati Uniti e dal Canada. Generalmente cade tra marzo e aprile, a discrezione della singola istituzione che lo impartisce. Durante lo Spring Break, è comune che gli studenti, soprattutto universitari, viaggino verso destinazioni calde e turistiche, come la Florida, il Messico o le isole dei Caraibi, per partecipare a feste e attività di svago. 

Il concetto dello Spring Break è diventato un fenomeno culturale, noto per feste sulla spiaggia, musica dal vivo e una forte atmosfera festaiola. Tuttavia, c'è anche chi approfitta di questo periodo per riposarsi, fare volontariato o recuperare lo studio. Oppure c'è chi, come le protagoniste di Roaming, il nuovo graphic novel di Jillian e Mariko Tamaki, da canadese cresciutə di fianco al sogno americano, visita le principali città degli Stati Uniti. 
Nello specifico, Roaming è la storia di uno Spring Break di cinque giorni delle tre amiche Zoe, Dani e Fiona, tutte e tre con personalità ben distinte tra loro, che faranno emergere nel corso della vacanza. 
Dani è la più timida e impacciata delle tre, e presumibilmente quella che più di tutte aveva a cuore il viaggio a New York, dato che ha preparato una schedule piuttosto serrata per muoversi tra i musei di arte moderna e storia naturale, Coney Island, Central Park e il Greenwich Village. Studia storia dell'arte.
Poi c'è Zoe, che intuiamo essere queer o non binary, che si è da poco rasata i capelli e che è legata a Dani da un'amicizia secolare. Sia lei che Dani sono di origine asiatica e, a differenza di Dani, Zoe sta concludendo il primo anno di biologia con grande sforzo, e vorrebbe cambiare facoltà per passare a Inglese. Ha uno stile minimal e cerca di evitare di indossare fast fashion, anche se ha un debole per le t-shirt di Gap.
Poi c'è Fiona, letteralmente un uragano, una bionda ragazza dalle forme generose e dal carattere tanto irriverente quanto egocentrico. Studia Arte insieme a Dani, e racconta di avere un fratello a New York, di essere americana da parte di padre e di avere una vita più interessante di quello che sembra. Quasi immediatamente, tra Zoe e Fiona nasce un'intesa erotica, che si evolve gradualmente e che altrettanto gradualmente decrescerà, dato il carattere imprevedibile e rabbioso di Fiona, che finirà per generare scontri anche tra  Zoe e Dani, la quale risentirà della predominanza ingombrante di Fiona, che con la sua attitudine infantile ed egocentrica catalizzerà le attività ricreative del piccolo gruppo di amiche. 

Adoperando colori tenui, come il grigio, il pesca e il viola, veniamo guidatə anche noi attraverso i cinque frenetici giorni della vacanza di tre ragazze che letteralmente vagabondano, da qui il titolo Roaming, per le strade di New York quanto nelle relazioni umane che intrecciano l'un l'altra, imparando la maniera più adatta per aprirsi agli altri, per conoscersi, accettarsi e difendersi dalla vita adulta che chiama alle armi e che ci impone di responsabilizzarci. 

New York è la quarta grande protagonista di questo graphic novel disegnato con incredibile maestria, merito dell'idealizzazione della città di cui si nutre chiunque sebbene non ci sia stato mai fisicamente ha imparato a conoscerla mediante Sex & the City, Law and Order e Harry ti presento Sally, e i ricordi di Jillian Tamaki che visse lì durante la giovinezza. E New York è tanto protagonista quanto archetipica, perché a emergere dalla narrazione, tra i piccioni, le vecchiette di Cincinnati che dispensano consigli a Central Park, le statue di Alice in Wonderland e i gadget di M&M's è l'idea del viaggio come atto di smarrimento, di ricerca e di crescita, ammantato da una luce malinconica che riesce a rendere i ricordi nostalgici. 

C'è un film uscito da un paio d'anni, Aftersun di Charlotte Wells, che racconta la storia di Sophie, ragazzina di Edimburgo in vacanza in Turchia con il suo giovane padre Calum, trasferitosi a Londra dopo essersi separato dalla madre di Sophie. Durante la vacanza, Sophie registra su una telecamera MiniDV i momenti con Calum, il cui filmato è intervallato in tutto il film, e sarà quel filmato lo strumento attraverso il quale ricostruire il passato che proprio in quanto tale si ammanta di nostalgia, e rimane il tentativo impossibile di riconnettersi con le cose che non ritornano. In Roaming questo tentativo, la tracciabilità dei ricordi persi, emerge tramite le foto digitali scattate da Dani o dalle cartoline che Fiona dedica a Zoe a fine vacanza. 

Dopo il successo editoriale di E la chiamano estate (2014), edito sempre per Bao Publishing, le cugine Jillian e Mariko Tamaki ritornano con una nuova prova di maestria narrativa e grafica, che ha ricevuto l'Eisner Award 2024, l'Oscar del fumetto, per il miglior romanzo grafico e per le migliori autrici. New York è sempre una prova letteraria sfidante per il fumetto americano, lo sa bene Will Eisner, fumettista da cui l'Eisner Award prende il nome, che con le sue New York Stories è entrato nell'Olimpo della storia del fumetto mondiale. Jillian e Mariko Tamaki superano la prova newyorkese a pieni voti, regalandoci una storia di amicizia, dubbio, crescita e passione giovanile che come una foto dimenticata in un cassetto ci guida in un vagabondaggio dolceamaro per la Grande Mela.

Matteo Cardillo