Ritorno a casa
di Kate Morton
HarperCollins, 27 agosto 2024
Traduzione di Roberta Zuppett
pp. 592
€ 20 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
La viglia di Natale del 1959 è rimasta, per anni, un giorno di cui parlare, per gli abitanti di Adelaide Hills, nel sud dell'Australia. Fu quello il giorno in cui, il fattorino del paese, avventurandosi tra i sentieri verdi e le colline, nei dintorni di una grande dimora di campagna, trovò per caso i membri di un'intera famiglia, lì, sulle sponde del fiume, sdraiati come per riposarsi, mentre erano, in realtà, tutti morti.
Comincia così l'intrigante romanzo di Kate Morton, scrittrice molto raffinata e capace di calarci in atmosfere lontane ma anche in storie appassionanti, ricche di suspense e mistero. In questo caso si tratta di un cold case, relativo a queste misteriosi morti che coinvolsero la signora Turner, originaria di Londra, ma trasferitasi in una terra così lontana per amore del marito e tre dei suoi giovani figli, con l'aggravante della scomparsa di una neonata, i cui resti furono rinvenuti molti anni dopo.
A questo interessante plot se ne intreccia un altro del 2018, che vede come protagonista la giornalista Jessica Turner-Bridge, a Londra, in una vigilia di Natale alquanto triste, a causa del suo licenziamento, che viene richiamata a Sydney, sua città d'origine, da una telefonata che le annuncia il ricovero dell'amata nonna Nora.
Una volta giunta in ospedale, Jessica stenterà a riconoscere la donna forte e determinata che l'ha cresciuta, perché Nora, in gravi condizioni, continua a ripetere frasi incomprensibili. Nel tentativo di cercare il senso di queste frasi e il motivo per cui la nonna sia andata in soffitta, luogo che non amava, e da lì sia caduta rovinosamente, Jessica troverà un sottile legame con una storia incredibile, che a quanto pare la riguarda. La donna che nel 1959 fu accusata di aver ucciso i suoi figli e di essersi suicidata è la cognata di sua nonna, sposata al fratello che Nora ha venerato per tutta la vita e di cui ha sempre nascosto la tragedia famigliare.
Quali furono le cause che spinsero Isabel Turner a uccidersi e a portare con sé anche i figli? Andò davvero così o c'è dell'altro? Il suo fiuto porta la protagonista a volerci vedere chiaro e Jessica comincia a scavare nel passato, cominciando a intuire che lo scrittore che aveva scritto di quei tragici eventi a Darling House, Daniel Miller, ci aveva visto lungo, addirittura aiutando la polizia nelle indagini. Attraverso il suo lavoro Jess troverà le risposte che cerca e l'allontanamento da Londra la porterà più vicino alle sue origini, rinsaldando anche un legame con la madre Polly, che sembrava ormai compromesso.
Un libro molto sfaccettato, dove al gusto per le indagini si intreccia l'amore per la narrazione e i dialoghi, la riflessione sulle fonti e sul lavoro di chi indaga, soprattutto per una branca del giornalismo che in Italia è sconosciuta, ovvero il giornalismo investigativo, che nel romanzo si intreccia - sempre attraverso la finzione - al lavoro degli inquirenti. In Ritorno a casa c'è soprattutto una riscoperta del valore delle origini, della biografia, dell'amore per ciò che siamo e per ciò che decidiamo di diventare.
Un romanzo che intreccia tutti questi elementi in modo sapiente e che oltre a essere un mistery tutto al femminile parla anche di rapporti familiari, raccontandoci la vita di tre generazioni, l'amore materno, i legami che diventano luoghi in cui fiorire, luoghi in cui tornare e a volte luoghi da cui scappare.
Samantha Viva