in

Un romanzo weird che celebra il dominio della natura su quello dell'uomo: "Paradiso terrestre" di Laura Van Der Berg

- -


 


Paradiso terrestre
di Laura Van Der Berg
Mercurio Books, agosto 2024

Traduzione di Marta Olivi

pp. 198
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)

Scrivo di stati di sofferenza e di paradisi terrestri e cerco di capire come facciano le persone ad andare dagli uni agli altri. Con questi frammenti, pian piano, inizio a costruire un mondo. Vado dove devo. Scrivo di quella volta che io e la mia ex migliore amica ci siamo baciate attraverso un lenzuolo. Anche la memoria è un posto, dopotutto. (p. 173)

Questo è il primo testo della nuova casa editrice Mercurio Books che leggo. Una casa editrice giovane, con una missione ben precisa: pubblicare libri "sulla soglia". La interpreto così: libri liminali, a cavallo dei generi, che non si inseriscono facilmente all'interno di una casella. Non fa eccezione questo breve romanzo di Laura Van Der Berg, autrice americana nata e cresciuta in Florida, la stessa ambientazione di Paradiso terrestre: si tratta di una storia propriamente weird che mi ricorda molto gli scenari e il distaccamento dalla realtà del film Inception, ma con una connotazione lussuosa in termini di descrizioni della flora e della fauna.

La protagonista (stranamente quasi tutti i personaggi principali non hanno nome) è una ghostwriter: scrive romanzi per un autore famoso e volte sembra esserne soddisfatta, altre volte meno. In adolescenza è stata internata per problemi psichiatrici e quell'esperienza, soprattutto le cose bizzarre e l'altrettanto bizzarro rapporto con l'addetto al controllo notturno dei pazienti, le lasciano ovviamente un ricordo, un solco nell'animo.

Vive momentaneamente insieme al marito a casa di sua madre, in Florida, un luogo descritto in modo molto convincente: il bosco, la foresta, i lupi, le cavallette (che tanto ricordano le piaghe d'Egitto, con una predisposizione alla catastrofe attentamente studiata, che anticipa quello che avverrà nel corso della narrazione) i gatti, le lucertole, il modo in cui la terra si apre in sinkhole - voragini senza fondo - il modo in cui le persone scompaiono. L'autrice narra come se ci mettesse a parte di un segreto: questa Florida è inquietante ma estremamente seducente, selvaggia, un po' folle, come i suoi abitanti, è luogo in cui la natura - come dice Van Der Berg - affila i suoi coltelli, cerca di tirare fuori ciò che è dentro e viceversa, nei suoi elementi assoluti, l'acqua, il vento, i corpi, gli animi di tutti.

In Florida, la natura è seducente e assetata di vendetta. Vivere qui significa combattere costantemente con il fuori per evitare che venga dentro, ma in questo caso non c'è assolutamente niente da fare se non arrendersi: ci sono centinaia di migliaia di lucertole là fuori [...] (p. 30)

Come se la forza della natura non fosse sufficiente a rendere infernale la vita della gente, ci si mette anche la tecnologia: dopo la pandemia, che lascerà segni nella nostra protagonista e in sua sorella, ma non solo, un'azienda di nome ELECTRA distribuisce un visore di ultima tecnologia, il cosiddetto MIND'S EYE. Si entra in altri mondi, in portali che sembrano assorbire la vita di chi lo usa. Così la sorella della scrittrice, e altre persone. La vita in tutti i sensi: la mente, ma soprattutto il corpo. Anche questo subirà delle metamorfosi in modi del tutto inaspettati (ed è anche qui che si condensa la connotazione weird del testo).

A un certo punto il testo imbocca una strada che ha dell'inquietante: ho nominato Inception. Il testo condivide col film lo sdoppiamento dei piani temporali, il ventaglio di mondi possibili in cui abitare, l'esistenza di altri "noi" altrove, in luoghi identici eppure diversissimi dal nostro. 

C'è anche qualcosa di vagamente hitchcockiano nello stile, nonostante la narrazione sia assolutamente "a colori". La parte finale è abbastanza sorprendente, prende una deriva molto più "fantastica", ma ancora legata al mondo della ragione. La natura però, qui, vince sempre sul dominio dell'uomo.

Lo consiglio a chi ama i testi bizzarri, scritti in modo conciso, con uno stile asciutto, pieno di piccoli periodi, di virgole messe a caso, con un fondo però che richiama alla lussureggiante natura di un luogo come una Florida quasi preistorica. 

Deborah D'Addetta