Claudia consiglia
Crying in H Mart di Michelle Zauner (Mondadori)
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Perché: è un romanzo che ricorda l'autunno per la sua capacità di parlare della caducità delle vite e delle cose. Leggendolo ci si sente insieme esposti ai venti dell'imprevisto e abbracciati da una coperta calda. Un libro che commuove ma che poi riempie il cuore, la storia di una figlia che impara a vivere dopo un lutto e che trova nuovi alfabeti per connettersi con gli altri.
In molti suggeriscono di leggere Crying in H Mart perché è un memoir commovente. Io lo consiglio perché tra una lacrima e l'altra vi troverete probabilmente a riflettere sulle vostre famiglie, sui sapori della vostra infanzia, su come comunicate agli altri i sentimenti che provate.
A chi: a chi cerca i libri che traboccano di emozione, a chi ha perso qualcuno di caro, a chi ama la cucina asiatica, specie quella coreana.
Deborah D'Addetta consiglia
Ti ho dato gli occhi e hai guardato le tenebre di Irene Solà (Mondadori)
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Perché: con questo romanzo l'autrice si inserisce in quel filone gotico/weird contemporaneo, ben rappresentato dall'ecuadoriana Monica Ojeda, dall'argentina Mariana Enriquez e molte altre, che richiama tinte crepuscolari, cortei di fantasmi, casolari abbandonati e un erotismo disturbante, perfetta compagnia di un pomeriggio sotto le coperte. Ci troviamo nel cuore dei Pirenei in un tempo non definito, in un luogo chiamato Mas Clavell, una sorta di casolare o fattoria che ha dell'inquietante (l'autrice, in un passaggio bellissimo, lo paragona a una bocca irta di denti, si veda la copertina). L'ambientazione riprende i testi che ho citato poc'anzi, un luogo arido, misterioso, triste, dimenticato da Dio. Ma non dalla sua controparte: qui, il Demonio è ben presente, anche troppo, tanto che le donne che abitano Mas Clavell sono accusate di andarci a letto. Per una volta però, le dicerie non si sbagliano.
A chi: si tratta di un romanzo breve ma densissimo, pregno di una sensualità e di un erotismo disturbanti, sporchi quasi. Solà riprende benissimo tutta la tradizione del perturbante e la sposta in un luogo che non ha scopo, se non quello di – appunto – disturbare chi ha la sfortuna di visitarlo, e anche noi lettori. E però non è un weird che respinge, ma che ammalia. Vi è anche molto realismo magico, declinato nella sua sfumatura «oscura», demoniaca, come nella migliore Mariana Enriquez nella Nostra parte di notte. Piacerà ai fan di quest'ultima autrice, a chi ha amato Monica Ojeda, Jodorowsky e Julian Rios.
Debora Lambruschini consiglia
Nuove abitudini di R. C. Sherriff (Fazi)
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Perché: è quel momento ideale per esplorare la campagna inglese, percorrendo il sentiero della nuova vita dei coniugi protagonisti di questo romanzo. Da Londra a una rinnovata quotidianità, tra difficoltà, nuovi equilibri e, appunto, nuove abitudini. La scrittura misurata e puntuale di Sherriff apre a una storia più stratificata e profonda di quanto ci si potrebbe aspettare.
A chi: a chi aveva conosciuto l’autore con Due settimane in settembre, a chi ama le storie di straordinaria quotidianità, i cambi di rotta.
Federica consiglia
Noi e la morte di Stella di Marlen Haushofer (L'Orma)
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Perché: l'autunno porta con sé gli impegni messi in pausa prima dell'estate, il ritorno al lavoro e una routine veloce e febbrile in cui si ricomincia a correre dietro a giornate man mano più brevi. Consiglio allora un libro che faccia fermare, che ha la calma riflessiva di certi limpidi attimi d'autunno, un libro breve che può infilarsi tra i mille impegni e che può essere un monito a non rimanere indifferenti, impassibili, incapaci ad agire, come invece fa ed è la narratrice e protagonista nella sua cinica confessione, in questa storia sordida che parla delle colpe ma anche delle ferite delle donne.
Un libro che può fare riflettere su quanto poco ci fermiamo a osservare la nostra vita e di cosa ne facciamo degli eventi che la riempiono, perché l'autunno è un po' un nuovo inizio più che un ricominciamento, e richiede riflessione.
Per chi: ha letto i romanzi di Annie Ernaux e li ha amati, per chi ha voglia di una scrittura semplice ma psicologicamente profonda, infine per chi ama le storie che lasciano l'amaro in bocca e i personaggi che non si comprendono fino in fondo, ma si compatiscono.
Giada consiglia
Le trafficanti di anime di Carmella Lowkis (Editrice Nord)
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Perché: perché questo romanzo gioca sulla suggestione e sul confine tra realtà e fantasia, traendo in inganno anche il lettore che non comprenderà fino alla fine quale sia la realtà e quale invece la menzogna. In una Parigi piovosa, le sorelle Mothe truffano un’ingenua famiglia aristocratica con sedute spiritiche e trucchi quasi magici pur di riuscire a ingannarli, puntando sui segreti, bugie e colpe che nessuno dei protagonisti ha mai ammesso pubblicamente. Carmella Lowkis racconta una pratica comune a fine Ottocento, quella dello spiritismo, e lo fa non dimenticandosi mai di quanto le menzogne possano logorare nell’arco di una vita intera e quanto possa essere influenzabile la mente.
A chi: a chi ama le storie dal passato, a chi vuole leggere un romanzo insolito e a chi desidera indagare la fragilità della psiche umana.
Giulia consiglia
L'autunno in cui tornarono i lupi di Mario Ferraguti (Bottega errante edizioni)
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Perché: il romanzo di Ferraguti si inerpica sugli Appennini per fronteggiare una delle paure più innate nella mente dell'essere umano: quella dell'animale selvaggio, del lupo che sventra e sbrana le sue vittime. In un paesino di montagna dove uomini e animali sembrano usciti dalle leggende, un giovane ricercatore arriva per monitorare i movimenti dei lupi, da tempo grandi assenti nel territorio, e per provare a comprendere il terrore che si accompagna a questo auspicabile – in termini di biodiversità e ripopolamento – ritorno. Per capire è necessario anche mettersi nei panni dei lupi e della loro sofferenza: forse non sono gli animali più feroci presenti sul territorio.
A chi: a chi ama le storie di montagna e il realismo magico che si intreccia con il folklore. A chi vuole ascoltare storie attorno al fuoco e provare a mettersi dalla parte dell'animale cattivo per eccellenza delle fiabe.
Gloria consiglia:
Grace Adams ne ha avuto abbastanza di Fran Littlewood (tre60)
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Perché: sappiamo che l'autunno in generale ci mette a dura prova. Al di là delle giornate che si accorciano, generalmente il lavoro si allunga a dismisura e così si moltiplicano impegni, richieste stressanti e il calendario si riempie di promemoria per eventi a cui rinunceremmo facilmente. Se vi è capitato, almeno una volta, di voler dire "basta", abbandonare la macchina in coda mezzo al traffico della vostra città e allontanarvi a piedi senza voltarvi, sappiate che c'è chi l'ha fatto: si chiama Grace ed è la protagonista di questa commedia brillante, che ora fa sorridere e ora fa riflettere su quanto capita, attorno ai quarant'anni, di fare i conti con il proprio passato e le scelte che sono state fatte nostro malgrado.
A chi: a chi si è divertito a fantasticare su come cambiare vita, specialmente quando si è un po' in crisi sul lavoro, in famiglia e/o in coppia. Grace, d'altra parte, è in crisi su tutti i fronti e scoprire cosa le è accaduto ci porterà a empatizzare: vorremmo batterle una mano sulla spalla e dirle «ti capisco», ma al tempo stesso non possiamo esimerci dal girare pagina e scoprire cosa le accadrà.
Marianna consiglia
Il profumo delle foreste di Dominique Roques (Feltrinelli)
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Perché: l’autunno è la stagione delle transizioni: transizioni di colori, di temperature che si avviano alla frescura, di profumi e di sapori. Ecco che ad accompagnare le nostre passeggiate autunnali in mezzo al bosco, c’è un libro godibile per la scrittura e per il contenuto. Nel Profumo delle foreste l’autore, cercatore di essenze di fama internazionale, ci prende per mano e ci accompagna in un viaggio fatto di ricordi, di profumi resinosi, di oli essenziali e di colori, ma soprattutto di ineguagliabile passione verso la natura e gli alberi, questi meravigliosi esseri viventi che uniscono il cielo alla terra in un legame che si perde nella notte dei tempi.
Per chi: per i lettori curiosi e le lettrici curiose di imparare cose nuove ammaliati e ammaliate dalla magia di un libro godibile come un racconto di viaggio tra i profumi e istruttivo come un saggio.
Sabrina consiglia
Il sentiero selvatico di Matteo Righetto (Feltrinelli)
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Perché: l’autunno porta con sé il profumo del bosco, il desiderio di entrare in contatto con la dimensione più intima della natura, lontano dalle invasioni estive. Questo romanzo parte dall’autunno del 1913, particolarmente buio e piovoso, a Larcionei, una valle ladina. Una bimba sparisce e miracolosamente riappare. Ma la gente del paese è terrorizzata da questo avvenimento. E piano piano la emargina fino a trasformarla nella «strìa dei boschi».
A chi: ai lettori e alle lettrici che amano storie intrise di realismo magico (in salsa montana), a coloro che amano storie inusuali, perse in un tempo lontano. E per chi è affascinato da come le dinamiche distorte di un consesso umano possano determinare il destino di una vita.
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