Se c'è una cosa che l'essere umano ha difficoltà ad accettare, e qualche volta a chiedere, è l'aiuto. La costante presunzione di riuscire a farcela sempre da soli, sulle proprie tibie, sui propri stinchi duri e stanchi È la vanagloria di chi pensa che nessuno si salvi con o per qualcuno, ma che si nasca interi, non a metà, e che la stessa interezza sia capace a sopperire tutti i drammi e i dolori. Eppure un film di Castellitto affermava il contrario, che solo nell'amore, nell'unione, nel sostegno reciproco e sincero può scorrere la vita vera, un po' come per Umberto e Angela.
Umberto e Angela, sono i protagonisti del romanzo d'esordio di Rita Ragonese, La vita contro edito da Fazi Editore, due personaggi che non hanno nessuna compatibilità: lei poco più che ventenne, appena uscita dal carcere della Giudecca, proveniente da una rispettata famiglia ottusamente cattolica, la cui infanzia è stata scandita dalle ossessione di un padre bigotto e moralista; Umberto un uomo ormai vicino al pensionamento, alcolista, cresciuto al CEP - esperimento di aggregato popolare affacciato sulla laguna di Venezia - e abbandonato alla vita stessa. Le loro storie si incontrano tra gli scaffali di un supermercato mentre entrambi hanno qualcosa di urgente da aggiustare della propria esistenza. Molti penserebbero a una storia d'amore, di chi ce la fa dopotutto a risalire dal fango grazie all'altro. Eppure La vita contro è la storia di due persone perfettamente umanizzate, con problemi che sono tutto ciò che vi è di reale, e che non hanno altro da darsi se non piccoli sprazzi di conforto.
Ancora adolescente, Angela cerca di far sentire la propria voce e lo fa con un atteggiamento fortemente in contrasto con quello che lei chiama "Pater" (papà), e data la sua giovane e sensibile età, per esprime un sé che si agita e non vuole essere plasmato da regole ferree, prova a tutti i costi ad allontanarsi da quelli che sono gli ordini bigotti e poco malleabili di un padre diacono e religioso agli estremi. Il romanzo gioca di molti flashback e racconti a ritroso, infatti inizia con Angela che esce dal carcere della Giudecca, dove è stata mandata per qualche tempo per poi trasferirla in una casa famiglia, nella quale per la prima volta, stringerà un'amicizia vera e sincera con Grace, una ragazza di origini africani che come tante altre, è finita in strada ma che ha fame di riscossa tanto da studiare per diventare mediatrice culturale. Eppure Angela ha un solo pensiero: quello di riavere Martin indietro, il bimbo avuto da Florian in un periodo in cui ha creduto ingenuamente alla lealtà di un giovanissimo padre, finendo invece invischiata in una serie di attività criminali.
«A cosa serve ingannare la mente, Umberto?»«Ti permette di creare una realtà più bella»«Ma è finta! Che te ne fai, è sempre così, pensi di aver trovato qualcosa di bello poi, un attimo dopo, sei con il culo a terra di nuovo»«Forse hai ragione, ma in fondo penso che tutto passa, non resta niente. Anche l'inganno non è per sempre ma nel frattempo ci ha dato sollievo»«In effetti» dice d'un tratto Angela dopo qualche minuto di silenziose, « dipende da cosa decidi di guardare» (p. 186)