di Stefano Rossi
Feltrinelli, agosto 2024
(Collana “Scintille”)
insonni, continuate a voler essere
un faro per i vostri figli.
A voi insegnanti che, in una scuola
sempre più digitale, credete nel valore
dell’educazione sentimentale.
A voi ragazzi e ragazze, che state
cercando voi stessi tra le piaghe
dell’Amore.
A Eros, affinché la tua luce non sia
raggiunta dall’ombra di Thanatos» (S. R.)
Nella società delle relazioni “malate” quanto conta coltivare l’intelligenza affettiva per insegnare agli adolescenti le “cose dell’amore”? È possibile “seminare” emozioni e sentimenti positivi, che possano prevenire lo sviluppo di relazioni malsane per costruire una “educazione sentimentale”? Educare, dal latino “educĕre” – allevare, tirare fuori (ciò che sta dentro) è un processo lungo e delicato, che per raggiungere pienamente i suoi obiettivi deve nutrirsi di comprensione, ascolto, dialogo, fiducia. La famiglia e la scuola, principali responsabili di questo percorso, diventano, dunque, fondamentali anche nella possibilità di costruire quell’educazione sentimentale che potrà orientare gli adolescenti di oggi nella costruzione, in primis, di una relazione sana con se stessi e, solo successivamente, con gli altri.
È, dunque, proprio ai genitori e agli insegnanti che è destinato, e dedicato, l’ultimo libro di Stefano Rossi, Sentimenti maleducati. Coltivare l’intelligenza affettiva per insegnare ai ragazzi le cose dell’amore, pubblicato per la collana “Scintille” di Feltrinelli. Con esso, l’ormai noto psicopedagogista Rossi, “Doc Ste” per i suoi lettori, già autore per la Feltrinelli di Mio figlio è un casino (2022), Lezioni d’amore per un figlio (2023) e Se non credi in te, chi lo farà? (2024), ci offre un nuovo contributo per insegnare ai ragazzi di oggi «cresciuti sotto il cielo di Instagram» e «afflitti da una cecità sentimentale» (p. 9) a districarsi nei “labirinti” dell’adolescenza, a partire da uno dei campi più complicati: l’incontro con “Eros dolceamaro”. Un incontro che è di gran lunga antecedente alle prime esperienze di coppia: è nella tenera età, a partire dal rapporto con le figure genitoriali, che inizia, infatti, a costruirsi la modalità con cui saranno condotte le future relazioni. E i sentimenti mal-educati sin dall’infanzia rischieranno di incidere significativamente sul vissuto emotivo prima del bambino, poi dell’adulto, trasformandosi in bullismo, abbandono, dipendenza, narcisismo, stereotipi, violenza di genere e molto altro. Partendo, dunque, dal presupposto che l’amore possa essere insegnato, l’educazione sentimentale, che deve passare inevitabilmente attraverso la reciprocità, diventerebbe, secondo l’autore, la strada per la felicità.
«L’educazione sentimentale è dunque un’educazione alla felicità, ma anche alla reciprocità». (p. 12)
«In una società sempre più narcisistica dobbiamo allenare nei figli la capacità di ‘vedere l’altro in profondità’». (p. 62)
Il volume,
impreziosito dalle illustrazioni in bianco e nero di Monica Sala, è strutturato
un po’ come una guida, in cui ogni capitolo è dedicato a uno degli aspetti su cui
è necessario soffermarsi nella costruzione del percorso di educazione
sentimentale con i propri figli e allievi: 1) L’amore si deve insegnare; 2)
Primi passi tra le cose dell’amore; 3) Connessione. L’arte di prendersi cura;
4) Autodifesa. L’arte di custodire i propri sentimenti; 5) Saggezza. L’arte di
riconoscere gli amori tossici; 6) Resurrezione. L’arte di rialzarsi dopo la
fine di un rapporto; 7) Amori virtuali, pericoli reali; 8) Quando un figlio
sente in modo differente; Conclusioni: il padre di Rembrandt.
I capitoli
presentano una struttura originale: ai momenti più riflessivi e teorici, dove
l’autore si muove con disinvoltura non soltanto nell’ambito delle discipline
psicopedagogiche e della filosofia, manifestando anche una notevole sensibilità
artistico-letteraria, seguono le sezioni di “training sentimentale”, ovvero, proposte di esercizi e spunti di
riflessione per mettere in pratica quanto illustrato all’interno del capitolo
stesso. Di grande efficacia per avvicinare i ragazzi agli argomenti trattati
risultano, inoltre, le storie reali narrate da Rossi, inserite di tanto in
tanto all’interno del libro, per fornire degli exempla che possano raggiungere direttamente il cuore dei ragazzi:
a raccontare, in questo caso, sono gli adolescenti stessi, ex pazienti del Doc
Ste, che sono riusciti a sfuggire alle “trappole” di un amore tossico grazie ad
un percorso di ri-educazione sentimentale. Si realizza, così, una narrazione di
secondo grado, che rende protagonisti della propria crescita e “rinascita” Michelle, Francesco, Valentina, Lucia, Alex,
Matteo, Riccardo e tutti gli altri che, con la loro testimonianza e grazie al
loro coraggio, diventano un esempio positivo per i coetanei in difficoltà.
Del resto, è
l’autore stesso, già nella sua Introduzione
al volume, a chiarire l’importanza di una metodologia educativa che possa
seguire la «via delle storie» poiché «mentre
le informazioni evaporano, le buone
storie ci offrono un quadro, delicato e poetico, dentro il quale pensare con i
ragazzi» (p. 12); il valore della
“società della narrazione” sarà ancora sottolineato all’interno del libro, già
nel primo capitolo, dove si legge che «Il
passaggio dalla ‘società della
narrazione’ alla ‘società delle informazioni’ è il
riflesso più evidente del nuovo nichilismo» (p. 25). Nell’ambito delle
“narrazioni esemplari” si collocano anche i miti e gli aneddoti su uomini del
passato, a cui l’autore ricorre frequentemente per supportare le sue
argomentazioni e impreziosire il testo come, ad esempio, il mito platonico
dell’androgino o le vicende sentimentali di Picasso «un narcisista maligno che prosciugava
le sue muse (nonché amanti) riducendole in frantumi» (p. 104).
Per la sua impostazione e per le tematiche trattate, ho trovato Sentimenti maleducati una piacevole lettura e una valida guida per genitori e educatori, per rivedere il concetto di “cura” e costruire insieme agli adolescenti un vero e proprio percorso di educazione sentimentale.
«Considerate questo libro come un abbraccio: un luogo sicuro per pensare con vostro figlio il paradiso e l’inferno delle cose dell’amore». (p.10)
Perché L’Amore è un abbraccio che ci salva dalla tempesta…
Federica
Malara
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