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"Solo un'altra persona scomparsa" di Gillian McAllister presentato a Milano: «Il tempo, nei miei libri, diventa un narratore».

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Solo un’altra persona scomparsa
di Gillian McAllister
Fazi Editore, settembre 2024

Traduzione di Sabina Terziani

pp. 384
€ 19 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

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Gillian McAllister torna in Italia con una nuova storia, dopo Posto sbagliato, momento sbagliato, pubblicato in Italia nel 2023 da Fazi. In Solo un’altra persona scomparsa sono ancora le dinamiche familiari ad essere indagate, partendo da diversi punti di vista e confluendo in un unico interrogativo, ovvero cosa saremmo disposti a fare per salvare coloro che amiamo e in particolare i nostri figli?

Olivia, giovane ventiduenne inglese, è scomparsa in maniera inspiegabile dentro un vicolo. Le telecamere hanno ripreso quel momento; solo che quel vicolo è cieco e di lei non c’è più traccia. A indagare viene chiamata Julia, investigatrice preparata e instancabile, che sta vivendo però un momento non troppo felice, perché la sua dedizione la lavoro la porta a essere sempre più lontana e distaccata da figlia e marito. 


Sembra un caso come tanti, ma ben presto le cose cambiano per Julia, perché un uomo misterioso la ricatta per imporle di accusare di omicidio un innocente. Deve quindi ingaggiare una lotta contro il tempo per scoprire cosa è davvero successo a Olivia o il ricattatore rivelerà a tutti uno scomodo segreto, capace di mettere in pericolo la sua vita e quella di sua figlia.


Al punto di vista di Julia si sovrappongono quelli di altri due genitori, Lewis, padre della ragazza scomparsa, ed Emma, la madre del ragazzo che Julia dovrebbe incastrare. Un puzzle di emozioni, fatti e indizi che conducono il lettore verso una soluzione, per poi spiazzarlo con nuove verità. 


Solo un'altra persona scomparsa si potrebbe anche definire una storia di prossimità, perché il punto di vista è quello di persone vicine alla vittima - o ai presunti colpevoli, - e delle implicazioni che legano queste persone ad uno sconosciuto. Nello stesso tempo, la bravura della McAllister ci fa vedere la rete di protezione che chi ci sta vicino tesse per noi. 


Così Julie è la poliziotta che indaga sulla scomparsa di Olivia, ma anche la madre di Genevieu, che ha commesso qualcosa per cui adesso le indagini verranno inquinate, visto che per salvarla Julie deve scendere a patti con un uomo misterioso. Lewis è il padre di Olivia e cerca di raccontarci la vita e l’intimità di sua figlia mentre teme di non rivederla più. Emma è la madre di un ventenne sospettato e non sa se credere a suo figlio o alle prove, che convergono su di lui.


Tutti vivono la vicinanza dell’altro, cercano di proteggerne i segreti e nello stesso tempo svelano al lettore qualcosa di intimo, rendendolo depositario di una verità che è pubblicamente sconosciuta, ma che viene prima intuita e poi rivelata, con magistrali colpi di scena.


Le tematiche attorno a cui ruota il libro sono dunque i rapporti familiari, la fiducia che siamo disposti a concedere gli altri, la fragilità ma anche la moralità, il senso dell’onore contrapposto al senso della cura di chi amiamo e anche la facciata sociale, la reputazione che ci costruiamo e che si può perdere per un errore o meglio ancora per evitare agli altri di soffrire.


Non mancano i plot-twist in una trama intensa e che diventa sempre più sfaccettata, ma siamo ormai abituati alla non linearità della trama, quando si tratta di Gillian McAllister. 


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L’autrice, presente a Milano, alla Hoepli, per presentare quest’ultimo romanzo, ha risposto volentieri ad alcune domande.

In questi ultimi libri, che sono anche i primi pubblicati in Italia per Fazi, ritornano sempre la genitorialità e il senso di protezione che i suoi personaggi costruiscono attorno ai protagonisti, una sorta di barriera contro i mali del mondo, in cui si è disposti a tutto pur di tutelare chi amiamo...


Sì, è proprio così, volevo  mettere in evidenza il rapporto dei tre genitori rispetto ai loro figli e mostrare tutto ciò che era in loro possesso fare per proteggerli. È quindi un rapporto bilanciato, dal punto di vista di un padre e di una madre; entrambi agiscono per il bene dei loro figli. 


E per quanto riguarda il suo rapporto con il tempo della narrazione, che cosa le piace sempre manipolare per portare il lettore a un grado di interesse costante?


Mi piace molto sperimentare e cambiare la forma dei miei romanzi. Il tempo, nei miei libri, diventa un narratore. Già nel precedente romanzo “Posto sbagliato, momento sbagliato” ho abbandonato la linearità della narrazione, consapevole che il tempo del narratore non è quello del lettore; in questo romanzo aggiungo dei twist, ma ho rispettato un po’ di più la linea temporale del racconto.


Parlando del lettore, visto che nei tuoi libri è importante la componente psicologica, quanto le piace stupirlo e giocare con lui?


Direi che è fondamentale, anche perché costruisco delle storie molto complicate e a volte ho il dubbio di non riuscire a farlo come vorrei e che un momento essenziale per me, non risulti tale a chi legge. In questo ultimo romanzo, circa a metà della vicenda, cambia del tutto la prospettiva del lettore sulla storia. Ecco, in quel momento mi gioco tutta la fiducia del lettore e spero che i colpi di scena risultino credibili.


Quali sono gli scrittori a cui si ispira? Classici o contemporanei che siano.


Mi piacciono le storie e lo stile di Lisa Jewel e Tana French e in generale ogni narratore che ha familiarità con suspense e rapporti familiari, storie che fanno parte del quotidiano ma che hanno qualcosa di misterioso insito dentro.


In Solo un’altra persona scomparsa conosciamo il personaggio di Olivia, perlomeno all’inizio, solo dalla sua “reputazione online”, quindi da quello che posta nei vari social e da quello che lei vuole mostrare agli altri. Che rapporto ha con il mondo dei social in generale?


Credo che sia un tema molto importante: quello che postiamo tende sempre alla perfezione e nel caso di personaggi pubblici questo è ancora più evidente. Io ho scelto quindi di mostrare un lato meno glamour della mia vita, perché, se è vero che andare agli incontri e viaggiare è bellissimo, c’è un rovescio della medaglia, fatto di orari impossibili, alberghi, voli che devi prendere e il tutto da conciliare con la vita di mamma. Non è sempre tutto patinato, a volte il quotidiano è meno poetico. Mi chiedo sempre fino a che punto mostrare la mia vita e darla in pasto a chi mi guarda, ai fans, a chi vorrebbe invadere anche la mia sfera più intima; per questo cerco ad esempio di tutelare i miei cari, non mostrerei mai il mio bambino.


I suoi libri sono tradotti in tanti Paesi, può dirci qualcosa del suo rapporto con la traduzione?


È una domanda molto interessante, perché in genere, avendo a che fare con 40 diversi editori e vari traduttori, trovo intrigante la conoscenza dei diversi contesti e per questo cerco di essere meno British possibile anche nelle trame, trattando tematiche come le relazioni, la genitorialità e temi in cui si possano identificare in molti. Uno dei momenti che preferisco è quando gli editori mi mandano la lista delle domande dei traduttori, ad esempio quando la mia traduttrice americana mi ha chiesto cosa fossero le “uova di Pasqua”… Non avevo idea che questa festa non fosse così popolare! Voi lettori italiani le conoscete… vero?


Samantha Viva