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Le madri, i corpi, le identità possibili: "Morgana. Il corpo della madre", il terzo capitolo del progetto letterario e politico di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

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Morgana. Il corpo della madre
di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri 
(disegni di MP5)
Mondadori, ottobre 2024

pp. 416
€ 20 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)


Le Morgane di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri oggi non hanno bisogno di tante presentazioni.
Tra il successo del podcast di Storielibere.fm e i primi due libri a loro dedicati - recensiti sul nostro sito qui (il primo volume) e qui (il secondo, L'uomo ricco sono io) - in tanti oggi sanno cosa significhi essere una Morgana. Vuol dire avere un fuoco dentro, spostare un po' più in là le regole del gioco, riscriverle e ridefinirle a proprio modo. Significa lottare per autodeterminarsi, oltrepassare con un balzo i limiti imposti e tracciare nuovi percorsi per chi verrà dopo. Agire in coraggio e libertà. 
La saga delle Morgane si arricchisce di un nuovo capitolo, Morgana. Il corpo della madre, che chiude il progetto letterario e politico cui Murgia e Tagliaferri hanno lavorato dal 2019 a oggi, con all'interno i disegni di MP5. 
In questi anni, pur mantenendo una riconoscibilità identitaria forte per il loro pubblico, le Morgane sono diventate sempre di più e soprattutto si sono sfaccettate per abbracciare nuovi significati dell'essere personale e dell'essere sociale.In più, oggi Morgana non è solo donna: è Morgana la persona che rappresenta una forza d'animo e un valore liberanti, anzi più ancora si presta a raccontare la transizione, il senso del viaggio e del passaggio, anche di genere. Partendo dal primo concetto esplorato, quello della lotta al pregiudizio e della sfida alle barriere, passando poi per quello dell'autoaffermazione e del potere, si approda ora a un nuovo capitolo in cui esploriamo delle Morgane madri, ognuna in un proprio irripetibile modo di esserlo
Non si tratta solo di storie di maternità coraggiosa, ma più di maternità declinate e maternità possibili. Ricollegandosi anche ad alcuni dei temi molto cari a Michela Murgia (i principali dei quali affrontati nel volume Dare la vita uscito dopo la scomparsa della scrittrice e a cura di Alessandro Giammei), questa raccolta insiste sui concetti di alternativa, di relazione, di riscrittura dei ruoli e di frattura. 

Tra i ritratti del libro: le madri di Plaza de Mayo che del dolore hanno fatto arma di lotta in un'Argentina piena di sangue; Nan Goldin che che ha usato la fotografia per raccontare quello che tanti non volevano vedere e per tenere viva la memoria e rispondere alla morte; Sylvia Plath, madre di poesie divorata dalle sue stesse folgoranti parole; David Bowie che ha donato alle persone il coraggio di immaginarsi in versioni migliori e di volare tra le stelle; Louisa May Alcott che ha fatto della scrittura un "mestiere per donne" percorrendo con consapevolezza strade che altre non avevano potuto attraversare. 
Con loro anche altre madri leggendarie come Maria di Nazaret (a mio parere, il più forzato e meno convincente dei ritratti) e Janet Lee Bouvier, la madre della futura Jackie Kennedy e di Lee Radzwill, che ha una fame di potere tutto travolge, come una slavina. 
Inevitabilmente parlare di madri significa parlare dei corpi e delle loro trasformazioni, da quelle più gloriose a quelle dolorose (che spesso peraltro convivono), e anche parlare di famiglie. 
Le rappresentazioni sono tantissime e abitano forme diverse: l'amore, l'ossessione, il ripudio, la libertà e la prigionia, la scelta e la costrizione. 
Tra gli aspetti più rivelatori di queste Morgane c'è il fatto che illuminano diverse potenzialità di famiglia. Tra le più commoventi quella delle madri argentine che allacciano tra loro legami che permettono di sopravvivere al comune e più grande dei dolori, e quella immortalata da Nan Goldin che trova negli amici della sua "tribù" innumerevoli forme di libertà espressiva, tra sesso, dipendenza e indipendenza. 
Chiude il volume la Morgana Michela Murgia 
con una raccolta di ritratti scritti da chi l'ha conosciuta e amata. Si congiunge alle altre sue Morgane della storia e della letteratura come donna dalle tante vite che ha avuto l'ardore di scriversi e riscriversi. 

Il tono letterario di questo terzo capitolo si mostra affine ai precedenti, la prosa è avvolgente, a tratti poetica, senza cadere nel languido. I disegni di MP5 mostrano i corpi delineati dal bianco e dal nero, vividi pur essendo appena accennati, con i lampi rossi del fuoco che bruciano tra le pagine, sui petti e tra i capelli. La fiamma negli occhi di Morgana è sempre viva e dalla copertina ci indica strade possibili. 
 


Claudia Consoli