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Murder, she said (and wrote). La biografia della regina del giallo in "La vita segreta di Agatha Christie" di Lucy Worsley

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vita segreta di Agatha Christie Lucy Worsley

La vita segreta di Agatha Christie
di Lucy Worsley
Salani, ottobre 2024
 
Traduzione di Laura Serra
 
pp. 528
€ 19,90 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)


Se le avessero domandato quale fosse la sua professione, avrebbe risposto: «Nessuna». Quando, di fronte a una pratica burocratica, doveva compilare la voce «professione», la donna che si stima abbia venduto due miliardi di copie dei suoi romanzi scriveva immancabilmente «Casalinga». E nonostante il suo colossale successo, conservò sempre il punto di vista della spettatrice e osservatrice esterna. (p. 11)

Di lei si dice che sia la più grande autrice di bestseller, seconda solo a Shakespeare e alla Bibbia; che era una figlia della tarda epoca vittoriana e che i suoi delitti era puliti, educati e nostalgici; che non era degna di essere accolta tra i grandi della letteratura nonostante (o forse propria a causa) del suo successo commerciale; che era indisponente e manipolatoria; anzi, che era una donnina fragile e una nonna affettuosa. L'elenco dei modi in cui Agatha Miller – poi Christie dopo il primo matrimonio – è stata descritta nel corso del tempo potrebbe continuare a lungo. La scrittrice che ha segnato il genere giallo e inciso in modo indelebile la cultura pop è stata tutto quello scritto sopra e anche di più. Lucy Worsley in La vita segreta di Agatha Christie ricostruisce la lunga e avvincente esistenza della scrittrice, ne ripercorre la giovinezza in seguito al rovescio di fortuna della famiglia, il primo matrimonio in tempo di guerra, i successi letterari e le vicende personali, in un quadro dettagliato che rende giustizia a un'altra delle massime espresse su Christie: il miglior personaggio creato da Agatha Christie e stata Agatha Christie stessa.

Che si sia amanti o meno dei gialli, Christie è un passaggio obbligato nella vita di qualunque lettore e lettrice. Almeno una volta, chiunque di noi ha pescato dalla libreria dei nonni o dei genitori un romanzo o una raccolta di racconti a firma dell'autrice britannica. La continua produzione di film e serie ispirate ai suoi lavori le ha permesso di non essere mai davvero fuori dal tempo e di essere letta da ogni nuova generazione. C'è chi preferisce il geniale ispettore belga, Poirot, chi l'acuta Miss Marple e chi, appassionato di teatro, riconosce la sua grande abilità come drammaturga: la sua impronta nella cultura occidentale è profonda e innegabile.

La biografia di Lucy Worsley gira intorno a un evento chiave della vita della scrittrice, forse non così noto, visto che le biografie autorizzate sono molto poche e che Christie non fu mai davvero oggetto di studi accademici e di approfondimento sistematico fino agli anni Novanta: la sua scomparsa nel dicembre del 1926. Questo evento divide a metà la biografia. Nella prima parte ci si concentra sulla sua infanzia, vissuta nell'agio che solo l'avere un padre gentiluomo in possesso di una notevole rendita poteva offrire. Vengono esplorate le figure della sua famiglia che avrebbero poi fornito la base per la creazione di alcuni personaggi e il senso di instabilità conseguente alla perdita della fortuna di famiglia che, per tutta la vita, avrebbe fatto sentire Agatha sempre a corto di liquidità. Come in un podcast true crime, vengono gettate le basi per arrivare alla mattina del 4 dicembre 1926 quando venne ritrovata la macchina della scrittrice e di lei nessuna traccia. I successivi dieci giorni videro una delle più grandi ricerche e caccia alla donna della storia britannica. Il marito, in procinto di lasciarla per l'amante, venne sospettato di uxoricidio; poi si pensò che Christie avesse volutamente fatto perdere le proprie tracce per far sì che il marito venisse accusato; poi che avesse perso la memoria; poi che avesse manipolato tutto il Regno Unito e fatto spendere ai contribuenti migliaia di sterline per ritrovarla. E anche qui, ipotesi su ipotesi che non si risolsero nemmeno quando, il 14 dicembre, la scrittrice venne ritrovata in un centro termale, sotto falso nome. Se non fosse stata la realtà, si sarebbe potuto pensare a una sua ingegnosa trama per il successivo romanzo. Il mistero non è ancora del tutto risolto e Worsley offre un ampio quadro degli eventi. Forse, applicando il metodo investigativo di Miss Marple, si potranno cogliere gli indizi necessari a risolvere il caso.

Passata la grande china di questo evento e del divorzio dal marito, di cui manterrà il cognome per firmare le sue opere, la biografia prosegue con il secondo matrimonio con l'archeologo Max Mallowan e si passa a una parte più approfondita sul suo lavoro: le tematiche espresse nei romanzi, i difficili rapporti con il mondo di Hollywood, l'infinita diatriba con il fisco che divorò buona parte del suo patrimonio e l'adorazione mondiale nei confronti di una donna che era, di fatto, diventata un brand.
Inutile ripercorrere le varie fasi della vita dell'autrice né di lasciarsi andare a considerazioni sulla «vita da romanzo» che lei avrebbe vissuto – tutte le vite, se ben narrate, potrebbero fregiarsi di questa fascetta –. Due sono gli elementi che emergono con prepotenza. Il primo è che, nonostante si pensi di conoscere Christie, leggendo questa biografia ci si rende conto di quanto sterminata sia la sua produzione e come sia diversificata rispetto al solo genere giallo. Sotto lo pseudonimo di Mary Westmacott scrisse romanzi più personali come Ritratto incompiuto che racconta di una separazione coniugale simile a quella vissuta dalla scrittrice con il primo marito; o Rosa d'autunno che esplora il tema dell'eros e del suo potere nella trasformazione dell'uomo. E molti altri che mettevano in scena più Agatha Miller – giusto per fare un distinguo – che non Agatha Christie, regina del thriller. Nonostante le alterne fortune, il suo contributo sulla scena drammaturgica fu importante, tanto che «Da un'indagine del 1983 risultò che delle ventotto commedie messe in scena nei teatri di repertorio, ventidue erano di Agatha.» (p. 466). E non si trattava solo di adattamenti dai suoi romanzi, ma anche di opere originali.

Il secondo elemento è che la donna che con il delitto ha fatto più soldi di Lucrezia Borgia, altra frase che si diceva su di lei, è stata davvero difficile da inquadrare. 

Oggi si può accettare in un modo che non era accettabile negli anni Ottanta l'idea che una donna possa essere stata buona e indefessa lavoratrice, ma che sia stata anche «strana, manipolatrice, fertile nell'escogitare modi di uccidere e ingannare» non significa denigrarla. È il riconoscimento della complessità delle donne. (p. 470)

Donna indipendente che non aderì mai alla causa del femminismo e guardò con sospetto alla New Woman, fece sempre fatica riconoscersi nel ruolo di scrittrice fino alla fine dei suoi giorni. Continua a suggerirci un enigma da sciogliere, quasi che Agatha Christie abbia voluto fare della sua vita un eterno giallo per continuare ad affascinare lettori e lettrici di ogni generazione, senza mai smettere di parlare di lei e di trovare i suoi romanzi di una modernità che si rinnova ogni volta.

Giulia Pretta