Un romanzo di radici, familiari e botaniche: in dialogo con Marina Milani, sul suo "Erba verde è il nostro letto"

 


Uscito alla fine di ottobre per la casa editrice 8tto, Erba verde è il nostro letto è il primo romanzo per adulti di Marina Milani, di cui abbiamo avuto modo di apprezzare in redazione la fantasia e gli intrecci ricchi di personaggi e colpi di scena nei suoi romanzi young adult. 
Questa sua nuova opera, con le sue oltre quattrocento pagine, affronta temi di grande attualità (come il cambiamento climatico e i conseguenti impatti sull'ambiente; la preoccupazione delle nuove generazioni, ma anche il loro spaesamento) accanto ad altri che potremmo definire atavici (i rapporti burrascosi in una famiglia allargata, i pregiudizi di tanti genitori che vorrebbero che i figli seguissero la strada già tracciata per loro, le difficoltà nel trovare l'amore o nello stringere rapporti autentici,...). Due sono i piani temporali su cui vediamo muoversi i personaggi: il presente degli anni del Covid-19, raccontato da un ventenne, Jonas, alla ricerca del suo posto nel mondo; il passato del suo bisnonno, Hasso, che tra Ottocento e Novecento dà prova di enorme perseveranza nel portare avanti i propri sogni di botanico. In comune, i due hanno la passione per le piante, ma un modello come Hasso non è esportabile ai giorni nostri e Jonas deve necessariamente prenderne atto per poter trovare il proprio posto nel mondo. Un mondo che non garantisce alcun futuro e che impedisce spensieratezza chiedendo con urgenza che qualcuno si prenda cura di lui.

Visti i tanti temi presenti nel romanzo, ma anche l'originalità dei contenuti narrati, abbiamo pensato di intervistare l'autrice, in occasione della presentazione del 9 novembre alla Libreria Il Delfino di Pavia, di cui vi lasciamo qualche scatto "rubato". 

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Erba verde è il nostro letto
di Marina Milani
8tto edizioni, ottobre 2024

pp. 416
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Questa è una storia di radici, anzitutto quelle familiari, ma come vedremo anche gli alberi e, in senso più generale, la natura sono comprotagonisti dell’opera. Partiamo dalle radici famigliari: quanto conta conoscere da vicino la storia della propria famiglia nel tuo romanzo? 

Mi piace molto questo tuo riferimento alle radici che abbraccia due tematiche fondamentali del romanzo: l’amore per gli alberi e la ricerca del proprio passato. In Erba Verde è il nostro letto, infatti, c’è un nipote, Jonas, che in una serie di mail scritte all’amica Stella racconta il bisnonno Hasso. Jonas è affascinato dalla figura carismatica del bisnonno, insigne botanico vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, e va alla ricerca di lettere e diari che possano aiutarlo a ricostruire la sua vita, fatta di ribellioni e di scelte coraggiose. Questa ricerca delle radici penso sia molto comune ai nostri giorni: siamo tutti molto attratti dai nostri alberi genealogici, forse perché, dal momento che sulla Terra ormai non esistono più spazi ritenuti salvi e al sicuro da ogni evenienza, amiamo rifugiarci nel passato. 

Il protagonista, Jonas, si interroga sul futuro del mondo: vorrebbe costruire città più sostenibili, ma non sa davvero da dove partire. Come si è avvicinato al mondo dell’ambientalismo e qual è il suo approccio?

Jonas ha ricevuto in eredità dal bisnonno una grande serra piena di piante esotiche, ma si accorge che la crisi climatica crea seri problemi alle sue piante: grandinate, siccità, attacchi di parassiti ne minano la salute. Vedendo in televisione un’intervista a Greta Thunberg e scoprendo l’esistenza dei Fridays For Future, una notte decide di andarsene di casa e di prendere un treno che lo porterà a Davos, dove Greta sta per parlare davanti ai potenti della Terra. In questo viaggio avventuroso conoscerà diversi attivisti, fra cui Stella, con la quale nascerà un rapporto molto intenso. Inizierà così il suo impegno a favore dell’ambiente, che però era già intuibile fin da prima, a causa del suo spiccato interesse per gli edifici ecocompatibili. 

Se Jonas è il narratore principale della vicenda, bisogna però dire che più di una volta il suo personaggio viene consapevolmente oscurato dalla grandezza del suo bisnonno. Con l’escamotage narrativo di raccontare scampoli della sua vita familiare – delle sue radici, appunto – a un’amica che potrebbe trasformare il tutto nel soggetto di un romanzo, Jonas ci offre vicende a dir poco straordinarie. Il suo bisnonno Hasso, infatti, è tutto tranne che scontato… Ce lo presenti? 

Hasso Lyrer, classe 1860, appartiene a una famiglia svizzera di industriali tessili immigrata a Bergamo. I suoi genitori lo vorrebbero inserire nell’azienda familiare, ma lui è appassionato di botanica ed è dotato un fortissimo carattere. Per convincere i suoi genitori a mandarlo a Firenze a studiare, decide di non alzarsi più dal tavolo da pranzo finché suo padre non gli avrà accordato il permesso. Alla fine, dopo giorni e giorni di “tira e molla”, l’avrà vinta lui. Andrà a Firenze, e poi si imbarcherà per il Borneo con una spedizione botanica. Nella sua vita fonderà un vivaio, sarà progettatore di parchi, studioso, esperto di piante. Una personalità affascinante ma anche ingombrante per chi deve vivergli accanto. 

Hasso ha grandi sogni e ha trovato un modo tutto suo per prendere nuove strade, quando quelle più ambiziose si sono rivelate fallimentari o gli sono state proibite. Insomma, proprio come le radici sanno infiltrarsi nel terreno e trovare nuovi percorsi per crescere, così Hasso ha fatto della sua vita un piccolo grande capolavoro di fantasia, ambizioni e successi. Fin dalle prime pagine, in effetti, vediamo la sua casa straordinaria e la serra invidiabile piena di piante anche tropicali e insolite che ha lasciato in eredità… Ma c'è un’altra eredità molto forte, per quanto incorporea, che Hasso ha lasciato al bisnipote: lottare per i propri sogni. Anche se i propri genitori li hanno ritenuti irresponsabili, semplicemente perché osavano avere progetti diversi da quelli della famiglia. E questo apre a notevoli esempi di incomunicabilità entro la famiglia, cosa che ha suscitato sentimenti ambivalenti e spesso poco confortanti. Quanto è difficile per i genitori ricredersi a volte? 

I miei personaggi sono quasi tutti afflitti da questo problema, di voler trovare la propria strada nonostante i genitori ne abbiano in mente un’altra per loro. Credo che sia un tema che riguarda molti di noi. Talvolta il conflitto si fa molto aspro, come nel caso di Hasso e di suo padre, che gli rinfaccia di essere una persona non degna di fiducia e un fallito. Sono parole molto dure, tuttavia questi genitori vanno anche capiti: sono emigrati dalla Svizzera per costruirsi una posizione, hanno investito tutto nel loro sogno e ora si sentono dire dal figlio che preferisce andare a fare il giardiniere in casa d’altri piuttosto che dirigere la ditta di famiglia. I loro cuori si spezzano, e anche i loro rapporti con Hasso, purtroppo. Dalla doppia prospettiva di figlia e di madre posso dire di capire entrambe le posizioni, ma, ovviamente, credo che non si possa minare la fiducia di un giovane che è convinto della propria vocazione. Seguire i propri sogni a qualsiasi costo è anche una bell’esortazione a non abbattersi. 

L'autrice Maria Milani
tra Gloria Ghioni (presentatrice)
e Francesco Colucci (lettore)
alla libreria Il Delfino di Pavia
Ho notato che il tuo narratore, Jonas, sente il bisogno di raccontare, e lo fa con i mezzi che ha a disposizione: manda soprattutto mail, in cui è chiaro il suo bisogno di sconfiggere la solitudine (diciamocelo, Jonas non ha tanti amici). A parte questo, nelle mail, che costituiscono il mezzo principale per narrare la storia, sono racchiuse trascrizioni di lettere antiche, ma anche molto altro. Ed emerge, appunto, un fortissimo bisogno di raccontare – forse un po’ meno quello di raccontarsi. Come mai? 

La situazione di Jonas non è delle più felici. Come capita purtroppo a molti ragazzi, i suoi genitori sono assenti o troppo concentrati su se stessi e sui propri problemi. Lui è il classico tipo strano che in una classe non fa amicizia con nessuno, che ama le piante più dei suoi simili, che non ha amici, ma a casa non ha una mamma che si preoccupi per questo. Vive con il padre semialcolizzato e con la zia anziana e svitata, quindi ha un grande bisogno di parlare, di sfogarsi. Ecco perché racconta tutta la storia della sua famiglia a Stella, che, da aspirante scrittrice, dovrebbe poi trasformarla in un grande romanzo solarpunk. Solo uscendo dal suo ambiente consueto Jonas riuscirà a incontrare degli amici che lo capiscono e lo apprezzano, e inizierà a progettare un futuro. 

A mio parere, benché Hasso e Jonas siano i protagonisti, in più luoghi ci sono personaggi che rivendicano un po’ di spazio per sé e ho apprezzato in particolare i personaggi femminili, spesso “fuori dalle convenzioni”, in grado di stupire per spirito d’iniziativa e originalità. Quali ti sei divertita di più a scrivere e perché? 

Ho amato molto questi personaggi femminili indipendenti, alcuni modellati sulla fisionomia delle mie prozie. La mia personaggia preferita è sicuramente Betta, la bisnonna di Jonas, una donna che riesce a unire nel suo carattere determinazione e dolcezza. Ma quella che mi sono divertita di più a raccontare è senz’altro Erika, la sorella del bisnonno Hasso, che a trent’anni è già considerata una zitella, e tuttavia rifiuterà un matrimonio di convenienza e vivrà da sola con la sua domestica, da lei amabilmente tiranneggiata. 

Abbiamo parlato di personaggi, certo, ma anche l’ambientazione è importante. In quali luoghi si ambientano le vicende più rilevanti e a cosa ti sei ispirata per la scelta? 

I luoghi sono tutti luoghi del cuore. La magione che nel romanzo prende il nome di Drys è una villa che esiste davvero, sulle colline attorno a Bergamo, appartenuta ad alcuni miei parenti e nella quale da bambina ho trascorso tanti giorni felici. Le descrizioni che ne faccio, seppure un po’ romanzate, rispecchiano fedelmente le sue caratteristiche. Altro luogo di ambientazione del romanzo è la Svizzera, in particolare l’Engadina, per me uno dei posti di montagna più belli del mondo, dove i miei parenti andavano in vacanza attorno agli anni ’60. 

Siccome il libro è ricchissimo di contenuti sul cambiamento climatico, nozioni di botanica, riferimenti a eventi storici, ma anche a viaggi oltreoceano, come ti sei documentata? 

Per la crisi climatica mi sono rifatta soprattutto al Climate Book creato da Greta Thunberg, composto da articoli di scienziati internazionali riguardanti ogni dettaglio dell’argomento. Per quanto riguarda le avventure in Borneo, ho usato i diari di un botanico ottocentesco, Odoardo Beccari, da cui ho attinto abbondanti e dettagliate informazioni. Da ultimo, non posso non menzionare gli scritti di Stefano Mancuso, che mi hanno fornito ispirazioni utilissime per diversi episodi e dialoghi. 

Hai trasposto consciamente qualcosa della tua vita nel romanzo? 

C’è di certo qualcosa di me in Jonas; in generale, però, per tutti i ragazzi della Zgen mi sono lasciata profondamente ispirare dai miei studenti, rimescolando un po’ le loro caratteristiche. 

E delle tue letture?

Ne devo citare assolutamente due: Il giovane Holden e L’isola di Arturo, entrambi romanzi strepitosi che tratteggiano la vita solitaria di due adolescenti. 

La tua più grande soddisfazione nello scrivere e nel vedere pubblicato Erba verde è il nostro letto

Nello scriverlo, mi ha appagata molto il fatto di essere riuscita a passare dalla scrittura di romanzi di genere fantastico, young adult, a un romanzo complesso e storico, definibile “per adulti”. Io personalmente non credevo di potercela fare, ma, frequentando un corso alla scuola Belleville con Giulia Caminito, ho acquisito molta fiducia e la cosa è poi andata da sé. Per quanto riguarda la pubblicazione, il momento magico è stato il giorno in cui 8tto edizioni, dopo avermi tenuta un po’ in sospeso richiedendomi qualche modifica al testo, mi ha detto sì definitivamente. 

Concludiamo con tre consigli a chi vorrebbe “seguire il proprio sogno” di scrivere, col benestare o contro la propria famiglia. 

1. Continua a scrivere anche se nessuno si cura di te e nessun editore risponde alle tue mail. Dovrai essere molto paziente. 

2. Cerca di agire in modo sistematico contattando gli editori che pensi possano fare al caso tuo (ogni tanto qualcuno risponde!), ma nello stesso tempo sappi che una coincidenza fortunata può valere più di mille mail. 

3. Riceverai grandissime delusioni ma anche dimostrazioni d’affetto che ti sorprenderanno: ricordati però che il miglior alleato di te stesso sei tu. 

Intervista a cura di Gloria M. Ghioni - grazie a Marina Milani per la disponibilità e per la foto di copertina!