di Alessia Gazzola
Longanesi, novembre 2024
pp. 256
€ 14,90 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
«Voi siete molto intelligente, l'ho capito da lontano, ma non contate niente. Voler fare qualcosa vi fa molto onore. Ma cosa?» (p. 207)
Nella Londra del 1924, fa capolino una nuova protagonista per Alessia Gazzola: la ventiduenne Beatrice Bernabò, fiorentina d'origine, vive a pochi passi (per la precisione trentasette) dalla porta dell'uomo che ama, eppure la loro classe sociale di appartenenza li allontana molto di più. Lei non è che la figlia di un professore di Italianistica all'Università di Londra; lui, Christopher Ashbury, detto "Kit", il nipote di un baronetto. A unirli c'è però grande passione da parte di Kit e un sentimento più controverso, meno immediato e istintivo, ancora da indagare, da parte di Beatrice, che tutti chiamano "Bee".
Benché le loro famiglie si frequentino spesso, sono in pochi a sapere del sentimento che li lega, perché nessuno approverebbe. Infatti, Kit ha i suoi trascorsi, non disdegna qualche bicchiere di troppo né un'avventura o un investimento arrischiato. Viceversa, Bee è una ragazza che desidera mantenere i suoi pochi capricci con il proprio lavoro e anche per questo, oltre che per il piacere che le procura, confeziona paralumi.
Una strada a separare Bee e Kit, usi e costumi a farli sentire drammaticamente inadeguati insieme agli occhi di tutti. E nelle primissime pagine del romanzo, un nuovo ostacolo si frappone: durante una cena a casa Ashbury, viene ritrovato morto in biblioteca l'imprenditore James Carter Lacy, proprietario di una miniera di diamanti in India. Tutto farebbe pensare a un attacco di cuore, ma qualcosa di inquietante è accaduto poco prima che il suo corpo venisse ritrovato ormai privo di vita in biblioteca: Bee ha visto uscire un uomo da quella stanza. E quell'uomo è Julian Lennox, visconte di Warthmore, carissimo amico di Kit. Che quel Lord tanto affascinante quanto misterioso c'entri in qualche modo con la morte di Carter Lacy?
L'unica certezza è che una ragazza come Bee non dovrebbe immischiarsi in una faccenda più grande di lei. Eppure nei giorni a venire percepisce una strana tensione dell'aria, che profuma di misteri irrisolti e segreti molto ben riposti.
Ha così inizio una vicenda che porterà Bee a mettersi in gioco ben più di quanto si sarebbe mai aspettata e a conoscere da vicino Lord Warthmore con l'obiettivo di togliere i sospetti che si sono subito rivolti a Kit Ashbury, per motivi che conoscerete nella prima parte del libro. A suon di dialoghi serrati e di battute argute, che risuonano talvolta di omaggi letterari (ad esempio: «“Il minimo che possa fare è accompagnarvi”. “Grazie, ma preferisco di no”», p. 103), Bee avrà a che fare con molti personaggi che nascondono qualcosa che comprometterebbe la loro posizione sociale oltre che l'integrità morale.
Difficile fare i conti con i risvolti più torbidi dell'animo umano per una ragazza come Bee, abituata a mostrare i propri sentimenti e il proprio amore con la dedizione e la fiducia di una ragazza che è cresciuta in un ambiente piuttosto protetto. C'è chi la mette in guardia («Ho un modo assai contorto di dimostrare il mio amore, è vero. Mentre voi lo mostrate come un libro aperto e, se mi è consentito un consiglio, inizierei a chiuderlo, quel libro», p. 101), è vero, ma non è facile cambiare all'improvviso. Specialmente quando le proprie giornate vengono letteralmente sconvolte da numerosi incontri, scoperte sconvolgenti ed emozioni decisamente impreviste.
Se a questo aggiungiamo un ispettore di Scotland Yard che reagisce alle ipotesi di Bee in modo «scherzosamente brusco o bruscamente scherzoso» (p. 218), capite bene che le cose si complicano ulteriormente e l'intuito di Bee non basta; le servirà anche una buona dose di scaltrezza e diplomazia per farsi ascoltare. A muoverla, un sano desiderio di giustizia.
Romanzo che omaggia i gialli della camera chiusa, Miss Bee & il cadavere in biblioteca rappresenta un delizioso esempio di cozy crime che profuma di anni Venti: mentre nella patria di Beatrice imperversa il fascismo, a Londra c'è ancora la possibilità di esercitare maggiore libertà. Certo, per una ragazza però questa è una strada in salita, ma non è impossibile sfidare le classi sociali e i pregiudizi.
GMGhioni
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