Una Francia sconosciuta
di Georges Simenon
Adelphi, novembre 2024
Traduzione di Maria Laura Vanorio
pp.186
€ 16 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
Ed è per questo che decide di conoscere la Francia oltre Parigi e partire, nella primavera del 1928, appena venticinquenne, per un’avventura fluviale attraverso chiuse e canali francesi, in una Francia che oggi non esiste più nei luoghi e nemmeno nelle abitudini.
Acquista una piccola imbarcazione, la Ginette (appena quattro metri di lunghezza e poco più di un metro e mezzo di larghezza), e si imbarca. Per sei mesi affronterà i piaceri e le scomodità di una vita in barca: dormire sotto piogge torrenziali, sprofondare nel fango, competere con le grandi chiatte trainate da cavalli per raggiungere le chiuse, e destreggiarsi tra rocce sommerse.
Il volume raccoglie cinque articoli pubblicati su diverse riviste tra il 1931 e il 1977, in cui Simenon rievoca le sue avventure nautiche insieme alla moglie Tigy, alla domestica Boule (che sarà anche sua amante) e al gigantesco cane Olaf, un alano di sessanta chili. Questi viaggi, intrapresi lungo la fitta rete di fiumi e canali francesi, ispirarono le atmosfere di romanzi polizieschi come Il cavallante della Providence, La balera da due soldi e La chiusa n. 1.
Il pezzo che dà il titolo al libro e l’articolo "Marinai da strapazzo, ma pur sempre marinai" rappresentano i primi reportage dell’autore belga e furono commissionati dal settimanale «Vu» per il numero speciale France Marine pubblicato nel luglio del 1931. Questi servizi erano arricchiti da una decina di fotografie scattate da Hans Oplatka, un giovane fotografo di origini austriache appena diciannovenne.
Oplatka, pur ancora agli inizi della sua carriera, collaborava con la rivista, fondata nel 1928 da Lucien Vogel, ispirata al modello del fotogiornalismo della «Berliner Illustrierte Zeitung». Quest’ultimo, influenzato dalle avanguardie artistiche del dadaismo, del costruttivismo e del Bauhaus, segnò un’epoca per l’uso innovativo della fotografia nella narrazione giornalistica.
Tre anni dopo la “vita errante sui canali” vissuta a bordo, Hans Oplatka accompagna Simenon in auto per ripercorrere lo stesso itinerario. Da Parigi a Montargis; il viaggio segue il corso di fiumi iconici come la Senna, la Marna, il Rodano e la Garonna, rievocando l’atmosfera di quella precedente avventura. Durante il tragitto, Oplatka realizza circa duecento scatti, alcuni dei quali sono stati selezionati e inclusi nell’album iconografico che arricchisce il volumetto pubblicato da Adelphi.
Simenon traduce in letteratura il fascino delle locande fluviali e delle atmosfere liminali che contraddistinguono questi luoghi. Ne nasceranno le ambientazioni che accoglieranno il commissario Maigret nelle sue inchieste, talvolta condivise con la signora Maigret, in un delicato equilibrio tra il piacere del relax e il rigore investigativo.
Questo viaggio, con la sua crudezza e il suo romanticismo, non è solo un’esperienza personale, ma una fonte d’ispirazione fondamentale che permea l’immaginario simenoniano e lo lega indissolubilmente ai paesaggi dell’anima e delle rive francesi.
Samantha Viva
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