di Gershom Scholem
Adelphi editore, settembre 2024
€ 15,00 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)
Uno dei più grandi studiosi della Qabbalah, forse il più grande, è stato Gershom Scholem, divorato per tutta la vita dalla passione per lo studio del misticismo ebraico. Fu il primo studioso della Qabbalah di cui indagò le origini ripercorrendo le tracce storiche in Provenza e Catalogna tra il XII e XIII secolo. Il suo lavoro, in parte pubblicato da Adelphi, ha accompagnato i lettori nella scoperta di figure emblematiche, come l'eretico Shabbetay Zevi, convertito all'Islam, o la vita straordinaria di Moses Dobrushka.
In questo ultimo libro, Cabbalisti cristiani, troviamo invece tre saggi in cui l'autore affronta il tema delle radici e dello sviluppo dei contatti tra cabbalisti e cristiani con un approfondimento specifico sulla nascita della Qabbalah cristiana nel primo Rinascimento italiano. A diffonderla fu Pico della Mirandola, che si era fatto tradurre una preziosa raccolta di manoscritti del XIII secolo dal dotto convertito Raimondo Moncada. Nel 1486 il conte della Mirandola pubblicò a Roma le Novecento tesi, un compendio profondamente influenzato dalla mistica ebraica. In questo corpus, complesso, a tratti ermetico e a volte con tesi in contraddizione fra loro, il Cristianesimo appariva fondato in parte dalla mistica ebraica. Tesi eccessiva ma che mostra l'importanza dello studio e dell'interpretazione della Qabbalah.
In base alla logica interna della situazione storica, appare verosimile che i primi ad attirare l'attenzione di Pico sulla letteratura cabbalistica e sulla sua reale o presunta affinità con il cristianesimo siano stati ebrei convertiti come Mitridate. Un'intera concatenazione di fatti dimostra che ebrei convertiti molto tempo prima di Pico avevano usato argomenti "cristiano-cabbalistici": Pico fu il primo cristiano di origine non ebraica a esporre simili idee, ma non certo il primo cristiano in assoluto. (p. 25).
La Qabbalah trionfò nel Cinquecento come risposta ai grandi problemi del popolo ebraico.
In sostanza, il libro di Scholem ricostruisce la ricerca degli studiosi cristiani nei confronti dei testi mistici ebraici raccontando il percorso di eruditi, oltre al conte Pico della Mirandola, come Johannes Reuchlin, grande studioso mistico; quest'ultimo rimase impressionato dalla forza intellettuale di Pico e pubblicò nel 1494 la prima opera intera sulla Qabbalah.
Scholem con un certo ironico compiacimento si definiva la reincarnazione di Reuchlin, il quale di fatto aveva fatto rinascere la scienza dell'ebraismo in Europa. Scholem segue le tracce lasciate dagli studiosi cristiani, individua i tradimenti, le imprecisioni, le false affermazioni, lavora su tracce minimali per comprendere le cause di affermazioni false che nulla hanno a che fare con la Qabbalah. Mostra così un percorso e aggiunge nel suo libro altre parti interessanti di un'evoluzione storica complessa, quale è stata la ricerca degli studiosi cristiani intorno al misticismo ebraico.